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15 Febbraio 2024

Costa D'Avorio: Un bagno di umiltà e di spiritualità

L'esperienza del campo di servizio nel Centro "Don Orione" di Bonoua, in Costa d'Avorio, raccontata dai ragazzi che l'hanno vissuta.

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Anche quest'anno si è svolto il consueto campo-servizio in Costa d'Avorio, che ha visto protagonisti alcuni di noi, giovani della parrocchia S. Maria Assunta in Cielo (NA). La benedizione del Vescovo, mons. Tommaso Caputo, con cui è iniziata la nostra missione, ci ha incoraggiato a vivere in pienezza questa bella esperienza.

Fondamentali gli incontri periodici di preparazione con il nostro Parroco don Giovanni, che da diversi anni organizza campi di servizio in quella zona dell'Africa. L' intento è stato, innanzitutto, quello di formare un gruppo unito, pronto ad affrontare giorni ricchi di emozioni intense. Inoltre, il cammino di preparazione è servito a programmare le attività che avremmo dovuto svolgere nel Centro "Don Orione" di Bonoua una volta giunti in Costa d'Avorio e ad organizzare proposte di autofinanziamento e di sensibilizzazione di tutto l'ambiente cittadino verso la nostra missione.

Il giorno tanto atteso è arrivato. L'ansia, la gioia, la paura non sono mancati nel nostro gruppo, ma pian piano tutto questo si è tramutato in un solo sentimento, la gioia.  Ad accoglierci è stato Padre Riccardo Zagaria, responsabile del Centro Don Orione, che ci ha ospitati nella struttura adiacente al centro, per permettere di raggiungere con maggiore facilità i luoghi in cui avremmo svolto le attività lavorative, consistenti nella ritinteggiatura di alcune strutture e nella pulizia dell'Ospedale.

Ovviamente non tutti i giorni sono stati dedicati alle attività di lavoro ma nel centro, noi ragazzi, abbiamo avuto la possibilità di stare con i bambini, giocare con loro e portare qualche dono che abbiamo raccolto nella nostra parrocchia.

Il nostro grazie va anche a Padre Riccardo che ci ha permesso di immergerci nella vita, nelle tradizioni e nei costumi dell’Africa. Ognuno di noi ha potuto vivere emozioni e sensazioni diverse, in base alla propria sensibilità e al proprio modo di approcciarsi a questa bellissima realtà.

L’Africa c’era, c’è e ci sarà sempre, questo si sa, ma ogni ragazzo ha avuto la possibilità di arricchire il suo bagaglio di vita grazie a questa esperienza. Spesso si pensa che le missioni servano a salvare l’Africa, poi ci si rende conto che è l'Africa a salvare noi, se non altro nel bisogno di una vita più semplice, una volta ritornati a casa. I giorni trascorsi lì sono stati veramente pochi, ma sono bastati per capire che la felicità sta dentro alle piccole cose. Negli occhi di bambini che ti sorridono per aver fatto loro una semplice carezza o per aver donato una caramella. Negli occhi di adulti che sprigionano gratuità ad ogni passo. Non ci sono parole o immagini per descrive le tante emozioni che abbiamo vissuto nell’incontrare persone che “non hanno niente”, ma sanno donare gioia e amore.

Molti ragazzi, al loro rientro a casa, vivono il cosiddetto “mal d’Africa” e si chiedono come sia possibile che una realtà non molto lontana da altre più fortunate, sia così povera ma allo stesso tempo piena di luce e di vita. Molte sono le riflessioni e i sentimenti che ci accompagnano una volta rientrati a casa, ma una cosa è certa: l’Africa fa bene al cuore, in ogni sua dimensione, colore, odore. È stato un viaggio indimenticabile, un bagno di umiltà e di spiritualità.

 

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