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26 Dicembre 2024

Brasile Sud: Assegnato il premio “Migliore dell'Anno 2024” a P. Marialdo de Assis da Cruz

Il sacerdote orionino p. Marialdo de Assis da Cruz ha ricevuto il premio “Migliore dell'Anno 2024” per la categoria “Speciale ispirazione” conferito dalla rete televisiva nazionale Tv Globo.

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Lo scorso 15 dicembre a Rio de Janeiro, nel corso della serata di gala andata in onda sulla rete televisiva nazionale Tv Globo, è stato conferito il premio “Migliore dell’Anno 2024” assegnato dal pubblico per le 13 differenti categorie in gara. Il premio è stato istituito per celebrare i momenti più importanti dell'intrattenimento televisivo con grandi nomi della musica e dello spettacolo, del giornalismo, ma anche per ricordare quei brasiliani che si sono distinti per essere una fonte di ispirazione per tutti. Il premio “Migliore dell’anno 2024” per la categoria “Speciale ispirazione” che presenta storie di brasiliani che cambiano la vita delle persone attraverso progetti sociali, è stato conferito al sacerdote orionino Marialdo de Assis da Cruz, direttore dal 2023 del Centro Amparo Santa Cruz – Orionopolis, per aver aiutato le famiglie vittime delle inondazioni avvenute nel maggio scorso nel Rio Grande del Sul. Il premio è stato consegnato a p. Marialdo dalla cantante Ivete Sangalo, che ha ricordato come «le città erano diventate irriconoscibili nella più grande catastrofe climatica nella storia dello Stato brasiliano. 700 mila abitanti del Rio Grande do Sul sono stati costretti ad abbandonare le loro case. Ora, mentre la pioggia non cessava e l’acqua non si ritirava, una legione di volontari non ha abbandonato nessuno. Persone che, in mezzo a tanta tristezza, ci hanno riempito di speranza. Persone come Padre Marialdo, che ha accolto, curato e restituito dignità a 100 persone che avevano perso tutto nell’alluvione».

L’attività del religioso orionino non si è limitata alla sola accoglienza poiché, appena le condizioni metereologiche lo consentirono, creò una task force, chiamata "post-alluvione", per pulire, dipingere, arredare e mettere cibo nelle case in modo che le famiglie potessero riprendere le loro vite.

Durante la cerimonia di premiazione, padre Marialdo ha avuto l'opportunità di condividere la sua storia di sacerdote, una missione che ha guidato la sua vita e rafforzato il suo impegno nel servire e sostenere gli altri, come racconta nel video che lo ha presentato al pubblico: «Io sono Padre Marialdo. Se mi chiedi quale sia l’essenza del mio sacerdozio, ti dirò: dedicare tempo alle persone. Mi piace fermarmi con la gente, ascoltarla. Mi piace molto identificarmi con le persone» Il religioso orionino ha quindi raccontato delle sue umili origini: «Mio padre era meccanico, mia madre casalinga, eravamo in sette. A volte non avevamo neanche da mangiare. Mia madre è sempre stata volontaria in un’opera sociale e mi portava spesso con lei. Sono cresciuto in questo ambiente caritatevole. Poi ho iniziato a suonare samba con gli amici. Facevamo musica, era molto divertente. Suonavamo nei campetti da calcio, nei raduni. Era un bel periodo.

Un giorno, però, un amico, un prete, mi invitò a fare un’esperienza religiosa. Gli dissi: “Padre João, io potrei essere tante cose, ma prete no.” Sentivo che la mia vita non si adattava a quella realtà. Tuttavia, a 22 anni decisi di entrare in seminario. Nel sacerdozio ho visto la possibilità di fare qualcosa che amavo e che fosse sempre orientato ad aiutare le persone».

«Quando scegli di essere sacerdote, - ha aggiunto p. Marialdo - scegli di stare insieme alla gente. E quando il temporale ha colpito, siamo rimasti al fianco di questa gente. Le notizie erano drammatiche: persone che arrivavano solo con i vestiti addosso. “Abbiamo perso tutto” era la frase che sentivamo più spesso. Grazie a Dio, Amparo è in un punto alto, e lì siamo riusciti a garantire sicurezza. Abbiamo sistemato inizialmente 30 materassi, ma presto siamo arrivati ad accogliere 100 persone. Giorno dopo giorno, ci siamo presi cura di loro per circa 42 giorni. Quando l’acqua è iniziata a ritirarsi, le persone volevano tornare a casa, ma sapevamo che sarebbero tornate senza niente. Allora abbiamo avviato un progetto per aiutarle nel ritorno. Pulivamo le case, fornivamo mobili essenziali, utensili, cibo. Ancora oggi portiamo aiuti alimentari e beni di prima necessità a chi non è riuscito a tornare completamente alla normalità. Queste esperienze mi ricordano sempre il valore della carità e del servizio. Quando ero un ragazzino, sognavo di suonare musica. Ora sono qui, guidando un progetto di solidarietà. Questo è ciò che mi realizza: la gioia negli occhi di chi aiutiamo».

Alla consegna del premio, il sacerdote orionino ha ribadito la gioia di far parte della comunità di Amparo Santa Cruz, un'istituzione segnata da successi e conquiste che toccano profondamente coloro che ne fanno parte. Infine ha ringraziato sinceramente tutti coloro che gli sono sempre stati accanto, sottolineando che questo omaggio è uno stimolo per continuare a ispirare altre persone a fare la differenza in questo potente lavoro. «La mia parola è sempre una parola di gratitudine. Voglio rappresentare la voce del popolo del Rio Grande do Sul, un popolo resiliente, che ha affrontato tante difficoltà ma che resta sempre in piedi. Voglio ringraziare tutti coloro che hanno aperto le porte degli accoglienti in quei giorni difficili.

Essere sacerdote per me significa fare la differenza per i più poveri, i più semplici, quelli che hanno bisogno di una presenza amica. A Porto Alegre ho trovato molto di questo. Ogni casa, ogni persona che visito mi dà una nuova prospettiva. Dobbiamo imparare ad ascoltare. A volte, chi è vicino a noi, in famiglia o in comunità, ha solo bisogno di essere ascoltato. Amparo è un luogo meraviglioso, pieno di storie e esperienze di vita che ci insegnano il valore della carità. Lì abbiamo un asilo, con anziani simpaticissimi e bambini obbedienti. È un luogo dove la carità e l’amore sono coltivati ogni giorno. Che la carità continui a salvare il mondo. Grazie».

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