Sito ufficiale della Piccola Opera della Divina Provvidenza

News

12 Marzo 2025

12 marzo: 85 anni dalla nascita al cielo di san Luigi Orione

image

Ricorre oggi l’85° anniversario del dies natalis del nostro caro Padre Fondatore. Artefice di molteplici azioni caritatevoli, Don Luigi Orione fu considerato santo fin dai primi giorni della sua dipartita, come dimostrano le immagini che ripercorrono il suo funerale da Sanremo, il luogo in cui terminò il suo cammino terreno il 12 marzo 1940, verso altre città, come Milano, Voghera, Pontecurone, fino a giungere a Tortona. Il tributo di folle oceaniche testimoniò che la sua carità non conosceva confini.

Per un'intera settimana, infatti, la salma di Don Orione venne vegliata, pregata da migliaia e migliaia di persone, lungo il tragitto da Sanremo a Tortona.

Già dal 13 marzo, presso la Casa Santa Clotilde di Sanremo, sull'altare della Cappella dive­nuta camera ardente, si celebrano le prime Messe. Il popolo, appresa la notizia, comincia a sfilare dinanzi a Don Orione in preghiera incessante e con i segni della più grande venerazione. Ognuno ama toccare per l'ultima volta le vesti sacre e le mani di Don Orione che, entrato sconosciuto nella solitaria Casa e rimastovi nascosto, ora, nella composta serenità della morte, muove a sé un pellegrinaggio incessante di gente.

Il giorno seguente, 14 marzo giunge l'Abate Emanuele Caronti, Visitatore apostolico della Congregazione e le prime personalità ecclesiastiche e civili. Alle 21,00 una delegazione di nobili signore milanesi reca un messaggio postillato dal Cardinale Schuster nel quale si chiede a Don Carlo Sterpi, Vicario generale della Congregazione, che la salma di Don Orione arrivi fino al Restocco di Milano, tra i poveri del Piccolo Cottolengo. Le autorità comunali hanno già concesso ogni benestare e il popolo ambrosiano attende con fede il padre dei poveri.

 Il 15 marzo il cammino del feretro verso Genova si trasforma ben presto in una testi­monianza di fede da parte del popo­lo di Dio che già ha riconosciuto la santità dell’umile sacerdote di Tortona. Il lungo corteo attraversa i vari comuni della Riviera dove la gente si ferma in atteggiamento di preghiera: Alassio, Spotorno, Finale Pia - dove incontro al corteo vengono anche i monaci benedettini - Varazze, Cologeto, Arenzano, Crevari, Voltri. A Sestri Ponente, lungo via Merano e via Sestri vi sono più di 20.000 operai che attendono il passaggio di Don Orione. Continuando il suo cammino, il feretro rag­giunge quindi Genova dove viene condotto al Piccolo Cottolengo di via Bosco. La salma prosegue poi verso il Piccolo Cottolengo di Paverano nel cui cortiletto giunse verso le 17,30 portata a spalle da chierici e giovani sacerdoti. All’ingresso della chiesa, il cardinale Boetto intona le preghiere funebri, lasciando poi che sacerdoti, giovani universitari e tanta gente comune, per tutta la notte, continuino a vegliare l'amato padre.

Al mattino del 16 marzo, ancora presto, lasciato il Piccolo Cottolengo, il feretro, accompagnato sempre da una numerosissima folla, giunge alla parrocchia del Gesù dove viene accolto ancora dal cardinale Boetto. Sono presenti i sacerdoti della città e i seminaristi della diocesi. Viene celebrata la Messa presieduta dall'arcive­scovo di Genova alla presenza dei vescovi orionini mons. Felice Cribellati e mons. Paolo Albera. La salma viene poi posizionata sull'automobile che la condurrà verso Milano, dopo aver sostato a Novi Ligure e ad Alessandria, passando per Lomello, Binasco e Mezzana Rabattone, località dove Don Orione, da giovane sacerdote, aveva predicato le missioni popolari, lasciando in tutti un ricordo di vivissimo bene.

All'ingresso di Pavia attende il feretro un corteo di macchine venute da Milano per fare scorta d'onore. Sono i benefattori più insigni e gli amici del Piccolo Cottolengo. Alle 18,15, quan­do già le ombre incominciano a distendersi su tutta la città, entra nell'umile recinto del Restocco il furgone con le spoglie mortali di Don Orione accompagnate da scoppi di pian­to mal frenati. Poco dopo sopraggiunge il cardinale Schuster che presiede la celebrazione di suffragio. È ormai notte, quando la salma di Don Orione, lasciato il Restocco si avvia verso la Basilica di Santo Stefano accompagnata da una processione di più di duecento automobili. Da tutte le strade che conducono alla piazza della Basilica è un continuo affluire di gente di tutte le condizioni sociali: soprattutto sono operai che sacrificano l'ora del pasto pur di sostare qualche minuto dinanzi alla salma del santo dei poveri.

Il 17 marzo è la Domenica delle Palme. Di buon’ora viene celebrata la Messa di suffragio dal prevosto mons. Gorla affinché la salma possa proseguire il suo tra­gitto verso Tortona, facendo tappa all'Ospedale Maggiore. Qui, la bara viene por­tata attraverso i cortili e poi, caricata di nuovo sul feretro parte, facendo sosta a Montebello della Battaglia, a Voghera e al paese nativo: Pontecurone. In serata il corpo di Don Orione raggiunge la città di Tortona e sosta nella parrocchia di san Michele, vicino alla Casa Madre affinché la gente possa manifestare al caro con­cittadino tutto il suo affetto. Alle 22,30, a spalle, le amate spoglie sono portate nella Cappellina del Paterno dove sono vegliate fino alle 4,00 del mattino. Iniziano, poi, le celebrazioni delle Messe: si succedono Don Sterpi, l'Abate Caronti e il Canonico Perduca. Alle 5,30 la bara viene portata di nuovo nella par­rocchia di San Michele dove la gente continua ad accorrere numerosa.

Alle 7,00 del 18 marzo il feretro è portato in Cattedrale in attesa della solenne funzione presieduta dal vescovo mons. Melchiori. La celebrazione viene accompagnata dalla Messa da requiem composta da mons. Lorenzo Perosi, illustre cittadino di Tortona e amico di Don Orione. Terminata la liturgia funebre, il corteo si incammina verso il santuario della Madonna della Guardia che Don Orione aveva innalzato come il più bei fiore della Congregazione offerto a Marta. Qui la gente, per tutta la notte e il mattino seguente, continua a rendere omaggio a Don Orione fin quando alle 15,30 del 19 marzo il santuario viene chiuso ai fedeli per accogliere solo le famiglie religiose di Don Orione. Dopo il canto del Vespro dei Defunti e l’assolu­zione impartita da Don Pensa, tutti i religiosi sfilano dinanzi alla bara per l'ultimo saluto. Quindi un modesto corteo accompagna le amate spoglie nella Cripta ove si procede alla tumulazione. Un ultimo canto: Ecce quam bonum.

La cronaca di questa lunga e intensa settimana è narrata da don Arcangelo Campagna, in collaborazione con l’Archivio storico Don Orione di Roma e l’Associazione culturale “Il paese di don Orione” di Pontecurone, in un corposo volume dal titolo “Pellegrino di Speranza”.

Il libro, pubblicato in occasione di questo anniversario che ricorre nell’anno del Giubileo della Speranza, riporta numerose immagini che narrano le celebrazioni del funerale di Don Orione da Villa Santa Clotilde di Sanremo, fino al santuario della Madonna della Guardia di Tortona.

«La morte di Don Orione – scrive nella prefazione mons. Vittorio Francesco Viola, già vescovo di Tortona e ora Segretario del Dicastero per il culto divino e la Disciplina dei Sacramenti -, come la morte di tutti i santi, manifesta al mondo questa verità. Nelle sue ultime parole – erano le 22,45 di martedì 12 marzo 1940 – si svela un oltre che supera il limite del morire: «Gesù! … Vado … Gesù, Gesù!». Non sono le parole di chi giunge ad un capolinea che non prevede alcuna possibilità di continuare il viaggio, ma sono le parole di chi parte per tornare finalmente a casa. L’abito che indossa per questo viaggio è certamente il più adatto per presentarsi ad occupare il posto che il Signore ha preparato per lui: una veste logora che – come disse a Don Bariani – non ne poteva più come la sua stessa vita, immagine eloquente di una esistenza interamente donata ai poveri in una totale consegna a Dio, consumandosi nel suo amore, senza riserve».

Galleria fotografica

© Le immagini potrebbero essere soggette a copyright