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Ricordiamo Sac. SIMIONI Antonio

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 21 Giugno 1996
Luogo del decesso: Pompei (Napoli)
Luogo di sepoltura:

Sac. SIMIONI Antonio, da Galliera Veneta (Padova), morto a Pompei (Napoli) nel 1996, a 84 anni di età, 67 di Professione e 60 di Sacerdozio.


Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", Maggio - Agosto 1996

 Sac. ANTONIO SIMIONI
da Galliera Veneta (Padova), passato al Signore in Pompei (Napoli) il 21 giugno 1996, a 84 anni di età, 68 di professione religiosa e 61 di sacerdozio.  Apparteneva alla Provincia religiosa “San Marziano”.

Fu da lui considerata sempre una grande grazia l’essere  approdato nella casa “Marco Soranzo” di Campocroce di Mirano (Venezia), quando, il 18 ottobre 1923, venne accolto come orfano di guerra dall’allora  suddiacono Don Cesare Di Salvatore, facente funzioni di direttore e che rappresentava  Don Sterpi, direttore agli “Artigianelli” di Venezia, ove vi giunse l’8 dicembre 1923, per frequentarvi i primi quattro anni del ginnasio (1924-27).

Vi respirò e assimilò molte virtù  e qualità che Don Orione  sapeva infondere nei suoi primi discepoli, agli inizi delle sue opere, che favorirono il discernimento e la scelta  vocazionale del giovane Antonio nella famiglia orionina.

Ricevuto il santo abito il 12 settembre 1927, passa a Villa Moffa, vi compie il noviziato sotto la guida di Don Giulio Cremaschi, coronandolo con i primi voti nella festa dell’Assunta dell’anno successivo (1928), terminando nel contempo il V° anno ginnasiale.

Notandone la capacità e docilità, Don Orione lo richiama al Paterno di Tortona per il tirocinio, affidandogli l’assistenza e l’insegnamento dei cosiddetti “Carissimi” e della “scuola di fuoco” estiva; frequenta, nel contempo, il corso liceale - filosofico nel Seminario vescovile di Tortona (1929-31).

Passa poi a Genova Borzoli, dove, continuando l’assistenza e l’insegna-mento nel probandato interno, compie l’intero corso teologico presso l’Istituto Brignole Sale Negroni, dei PP. Lazzaristi (1931-35), ricevendovi gli ordini sacri, ed emettendo, il 15 agosto 1934, in Montebello, nelle mani dello stesso Don Orione, la professione perpetua, e coronando  l’iter formativo con l’ordinazione sacerdotale, ricevuta nel duomo di Tortona, il 29 giugno 1935, da Mons. Egisto Domenico Melchiori.

Subito incaricato, come vicario ed insegnante, alla formazione dei giovani chierici liceali di Villa Moffa (1935-41), va poi, a dirigere la Parrocchia di San Michele, annessa al Paterno di Tortona (1941-47).

Nel 1947 è missionario in terra argentina, dove i bisogni e l’assistenza religiosa e sociale alla popolazione e agli emigranti sono urgenti e grandi, come  grande è la speranza di dare nuove vocazioni alla Chiesa e alla Congregazione, che gli sarà di stimolo e incoraggiamento nella fatica missionaria.

Dopo una prima “inculturazione” a Cuenca con lo studio della lingua e l’aiuto in parrocchia, è destinato a Godoy Cruz (Mendoza), come direttore e Parroco (1948-54), al Santuario parrocchia di Itatì (1954-59) e a Villa Lugano (Buenos Aires) (1959-63) - sempre come direttore e Parroco.

Nel 1963 si trova in Cile quale formatore e vocazionista dei seminaristi cileni (1963), per assumere l’anno successivo la direzione dell’Opera a Quintero (1964-70) e la Parrocchia di Los Angeles (1970).

Collabora nella pastorale per i fedeli di lingua spagnola nella parrocchia americana di Elsa nel Texas (1971), per un biennio, come cappellano e aiutante nella Don Orione Home di Boston (1971-73),  come Maestro dei novizi a Jasper nell’Indiana (1974-76), nuovamente a Boston come cappellano dei malati e nel Santuario della Madonna Regina dell’Universo, fino al 1987, quando, per ragioni di età e di salute, rientra in Italia.

Accetta volentieri di dirigere la nuova comunità dei penitenzieri, nel celebre Santuario della Madonna del Rosario di Pompei (Napoli) (1988-93), e continua  il servizio come  penitenziere e aiuto pastorale nel Santuario, fino alla morte, per infarto, alla veneranda età di 84 anni.

Di carattere forte e aperto, benvoluto, amante del dialogo e della collabo-razione, aggiornato nella dottrina e nel ministero, seppe dare sempre il meglio di sé, stimato da confratelli e superiori, ai quali “...da loro domando preghiere, aiuto e luce: a loro prometto obbedienza e amore filiale.”, come si espresse in una lettera.

Con la sua morte quasi sulla “breccia” come Don Orione, il caro Confratello  seppe attuare e vivere  quanto scritto nell’immagine ricordo  per il suo 60° di sacerdozio: «...affinché io sia  come il Beato Luigi Orione mi voleva:  “Religioso e sacerdote secondo il cuore e la mente della Chiesa, uomo di Dio stampato sulla forma di Cristo”.».

Illuminante, infine, è che il Provinciale dell’Argentina, che l’ebbe suddito per molti anni, appresa la notizia della dipartita, applichi al caro Don Antonio un passo della famosa lettera di Don Orione, da Itatì, che dice: “...E poi ...e poi il Santo Paradiso! Vicini a Te, Maria, sempre con Gesù, sempre con Te, seduti ai tuoi piedi o Madre nostra, in Paradiso, in Paradiso!”. Giusto premio, per aver egli amato e fatto del bene a tutti, come voleva Don Orione.

 

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