Data del decesso: 21 Giugno 1995
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura:
Sac. PETRELLI Guerrino, da Montemarciano (Ancona), morto a Genova nel 1995, a 78 anni di età, 59 di Professione e 51 di Sacerdozio.
Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", Maggio - Agosto 1995
Sac. GIUSEPPE GUERRINO PETRELLI
da Montemarciano (Ancona), passato al Signore in Genova (Istituto Paverano) il 21 giugno 1995, a 78 anni di età, 60 di Professione religiosa e 52 di Sacerdozio. Riposa a Montemarciano (AN).
Nato il 20 febbraio 1917, conobbe la Congregazione di don Orione attraverso la buona fama che in quegli anni andava facendo conoscere l’Orfanotrofio del Sacro Cuore da una decennio aperto dall’Apostolo della Carità in San Severino Marche.
Orfano di guerra egli stesso, vi fu accolto da D. Remo Ciccioli il 20 ottobre 1930, e dimostrò subito una chiara tendenza vocazionale. Completato infatti, il Ginnasio a Montebello della Battaglia (Pavia), ricevette dallo stesso Beato fondatore il sacro abito nel Santuario di Tortona, la vigilia della festa della Madonna della Guardia 1932.
Nell’anno di noviziato (1934-35) a Villa Moffa, ebbe Padre Maestro il venerato Don Giulio Cremaschi, che lo propose per i Voti nella festa dell’Assunta 1935. In luogo poi del Liceo, frequentò l’Istituto Magistrale al San Giorgio di Novi Ligure (1933-37), ottenendo l’abilitazione, utilizzata in seguito, durante il tirocinio di regola, quale insegnante nell’Istituto San Filippo Neri di Roma (1937-41). Nel frattempo, pronunciava i Voti perpetui il 15 gennaio 1939, ancora nelle mani del Padre Fondatore.
Destinato alunno della Pontificia Università Lateranense (1940-43), venne consacrato sacerdote, sempre in Roma, al Gesù, il 31 ottobre 1943 da Mons. Luigi Traglia, conseguendo al termine degli studi la licenza in teologia al Laterano.
La sua personalità, vivace, spiritosa ed entusiasta, ma contenuta, esatta e piacevole nella vita comunitaria, gli delineò un apostolato zelante e generoso, alternato con l’insegnamento, traiettorie impegnative entro le quali svolse un limpido, aperto ministero, nutrito di insegnamenti, di pietà, e di verità, a edificazione di tanti fedeli e di giovani confratelli, in gioioso e molteplice servizio della Chiesa e della Congregazione.
Dopo un anno di direttorato tra i probandi di Patrica (Frosinone) (1943-44), venne destinato a Villa Moffa, dove fu insegnante di scienza e matematica, e Consigliere (1945-54), poi direttore Parroco a Carbonia (1954-57), a Bologna (1957-64) e a Genova Paverano (1964-68).
L’ubbidienza lo chiamò poi al qualificato servizio di Direttore provinciale di “San Benedetto” (1967-73), dopo il quale, passato direttore Parroco a Selargius (1973-78) rimase Consigliere provinciale.
Trascorso un periodo di fervido lavoro parrocchiale col buon popolo di Copparo (Ferrara) (1978-84), e in benefica attività presso il Piccolo Cottolengo di Sanremo (1984-87), ebbe la consolazione di essere destinato Rettore del Santuario della Madonna della Guardia in Tortona (1987-90), dove espresse le più belle doti di predicatore della divina Parola e di cantore delle glorie della Madonna Santissima. Qui la salute cominciò a procurargli problemi che lo costrinsero a riguardi e cure in Genova, mentre tuttavia reggeva l’Istituto San Benedetto di Via Cellini (1990-95).
Offrì le sue sofferenze alla divina Bontà per la Chiesa e per Congregazione, generosamente.
Il Signore lo chiamò a sé nel giorno di San Luigi per farlo partecipe -é bello pensarlo - della festa del caro nostro Padre Fondatore Don Orione, da lui tanto amato, unitamente agli altri Superiori e confratelli, in fervido lieto servizio per la “dolce Madre” - come la chiamava - la Piccola Opera.
Il 13 ottobre 1983 aveva pronunciato il voto di speciale fedeltà al Papa, rinnovando il giuramento già fatto a Tortona il 29 agosto 1969.
Amava ricordare, con rinnovato fervore, nella sua predicazione, i propositi fatti durante gli esercizi del 1936: “Formare di noi un santuario di Maria, un tabernacolo di Gesù Eucaristia, un calvario di Gesù appassionato. Con Domenico Savio, anch’io, o Signore, ripeto: - La morte ma non peccati -.”.
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