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Ricordiamo Sac. GEMELLI Sante

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 21 Giugno 1966
Luogo del decesso: Palermo
Luogo di sepoltura: Messina

Sac. GEMELLI Sante, da Messina, morto a Palermo nel 1966, a 68 anni di età, 52 di Professione e 44 di Sacerdozio.


Don Giuseppe Zambarbieri in "Atti e comunicazioni della Curia Generale", Maggio - Giugno 1966, p. 88-89

Sac. Sante GEMELLI
da Messina, morto a Palermo il 21 giugno 1966 a 68 anni di età, 52 di Professione e 44 di Sacerdozio. 

Salutare richiamo dalla santa morte di Don Gemelli

Penso al compianto, carissimo Don Sante Gemelli, che pochi giorni fa, all'improvviso, è tornato al Signore. Lo rivedo con quel suo volto sempre sorridente e buono, come di antico patriarca. Ricordo le sue premure, le sue delicatezze, nei vari incontri di questi anni, a Roma, a Reggio Calabria, a Messina, a Noto, a Palermo. Rievoco nell'animo quello che doveva essere il nostro ultimo incontro al Villaggio di Palermo, la mattina del 24 maggio, festa della Madonna Ausiliatrice. Oh, le sue ansie e la sua passione perché da tutti, sempre, si viva in fedeltà al venerato Fondatore, per la edificazione delle anime che il Signore mette sul nostro cammino, negli istituti, nelle parrocchie, ovunque!,.. Il suo amore per le vocazioni!... Mi confidava in quel colloquio — durante il quale ancora una volta ebbi tanti motivi per restare incantato davanti ad un'anima tutta semplicità e candore — il suo estremo desiderio: una nostra scuola apostolica anche in Sicilia!

Forse si rivedeva fanciullo, quando, appena undicenne, scampato dal terremoto di Messina, aveva avuto la sorte di trovare sui suoi passi Don Orione, che lo aveva santamente affascinato e del povero orfanello aveva fatto un valoroso missionario per la Palestina, per Rodi, per l'Albania... e che cosa poteva desiderare se non che ad altri ed altri fanciulli potesse toccare la stessa fortuna? Sarebbe assai edificante indugiare sugli esempi che il compianto Don Gemelli ci ha lasciato, sul suo generosissimo prodigarsi ovunque l'obbedienza lo chiamò, sulla sua così serena e gioiosa accettazione anche delle prove più dolorose, specie in Albania durante e alla fine dell'ultima guerra. Parlerà ampiamente di lui, e lo merita, il prossimo numero della Piccola Opera. A me piace qui sottolineare, o carissimi confratelli, la sua fedeltà a Don Orione, il suo attaccamento alla Piccola Opera, quel suo tratto così amabile e pieno di carità per tutti, quella sua prontezza e fiducia nelle mani dei Superiori. Da tempo ormai la salute era tutt'altro che buona: era stato esonerato da incarichi di responsabilità e destinato a Palermo, dove la sua stessa presenza era motivo di conforto per tutti i confratelli che guardavano a lui come al loro Padre Avrebbe dovuto evitare qualsiasi fatica: e trovava invece la sua gioia nel prodigarsi, incessantemente nel bel Santuario di San Pio X, sempre pronto per le confessioni, per ogni prestazione di ministero. Anche la domenica 19 giugno fu ancora una giornata di santa fatica. Il lunedì accusò qualche malessere, ma non volle, come al solito, darvi molta importanza, Se era la sua ora, preferiva andare incontro al Signore senza dar disturbo a nessuno. Il martedì mattina, festa di San Luigi, fu trovato, ancor caldo, nel suo letto nella solita posizione, come quando dormiva...

Nel testamento spirituale la misura della sua fedeltà

Sapeva che la morte lo poteva sorprendere così, e si era andato preparando con tanta preghiera e con la tranquillità dei giusti. Ne fa fede anche il suo testamento, vergato a Palermo, l'8 giugno 1964 e che riferisco pensando al bene che ne potrà venire a tutta la nostra famiglia:

« Nel nome della SS. Trinità, Figlio e Spirito Santo, io Sac.Sante Gemelli «ringrazio il Signore per gli innumerevoli benefici e grazie ricevute; chiedo « perdono di tutte le mie miserie e confido in tutto nella sua grande misericordia.

« Chiedo perdono a tutti i Superiori, Confratelli, Parenti e Amici se qualche volta ho sbagliato o potuto offendere: perdono di cuore se abbia potuto «ricevere offesa da chiunque.

« Per tutti pregherò dal Cielo e mi raccomando alla carità delle preghiere di tutti.

« Per grazia di Dio non mi sono mai pentito del mio stato di cristiano, « cattolico, sacerdote e religioso tra i figli della Divina Provvidenza di Don Orione, e se per ipotesi mi fosse dato di rinascere tornerei a riabbracciare « il mio stato attuale convinto di fare la volontà di Dio... ».

La cara salma ha avuto onoranze tanto affettuose a Palermo, dove Don Gemelli era circondato da universale stima e fiducia (specie tra i sacerdoti che in gran numero lo avevano scelto a confessore), e poi nella sua Messina, dove era nato nel 1897 e ritornava con la tenerezza di un bambino, per la cara memoria sempre conservata della sua città e la speciale devozione alla Madonna Consolata.


Don Orione scrive a don Gemelli:

 La conversione non è impresa che si compie una volta per tutte. A 51 anni, don Orione si considera ancora un principiante, bisognoso di penitenza "per amore di Gesù ".

Io ho bisogno di ammazzare in me tutto ciò che di umano vi è, che non sia secondo lo spirito di umiltà, di tolle­ranza, di penitenza, di in rinnegamento e di annichilimento per l'amore di Gesù Cristo e della Santa Madre Chiesa. Sento di essere molto pieno di me stesso, ed ho bisogno che molto tu preghi anche per me, se vai su all'Eremo di S. Corrado.                            

 (Lettera a don Gemelli, maggio 1923 - Scritti, V023, T023, p. 10)

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