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Ricordiamo Sac. PIRAZZINI Antonio

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 20 Giugno 1992
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura:

Sac. PIRAZZINI Antonio, da Imola (Bologna), morto a Genova nel 1992, a 77 anni di età, 58 di Professione e 49 di Sacerdozio.


Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generale", Maggio - Giugno 1992

Sac. Antonio PIRAZZINI
da Imola, passato al Signore nella Casa di Paverano in Genova, il 20 giugno 1992, a 77 anni di età, 59 di professione religiosa e 49 di sacerdozio. Riposa nel cimitero di Tortona.

Venne accolto a Tortona da Don Orione e Don Sterpi il 24 settembre 1930, a 15 anni, essendo nato il 27 gennaio 1915, e dopo essere stato alunno dell'Opera Pii Studenti (1927-30) del Canonico Bughetti in Imola, dove iniziò gli studi ginnasiali, poi completati nel nostro seminario pro Missioni S. Antonio in Voghera (1930-32). Fece regolarmente il suo noviziato a Villa Moffa, sotto la guida di Don Cremaschi (1932-33), professando, la prima volta, nella festa dell'Immacolata l'8 dicembre 1933. Dopo il liceo in Casa Madre di Tortona (1934-35) chiese ed ottenne di essere mandato missionario in Brasile: partito nell'aprile 1937, motivi di salute a sfondo nervoso depressivo indussero i superiori a farlo ritornare il 27 marzo 1939 affidandolo ancora alla sapiente benevolenza di Don Cremaschi. Compì la teologia nel seminario di Alessandria (1939-42) e nello studentato dell'opera in Tortona. Ordinato sacerdote il 29 giugno 1943, premessa la professione perpetua il 17 settembre 1942; tutti gli ordini sacri gli vennero conferiti da Mons. Melchiori, Vescovo di Tortona.

Nella contingenza bellica ricomparvero in lui i complessi di "angosciose incertezze, di timori e di speranze", come egli stesso le definiva, che lo portarono a trascorrere alcuni periodi nella sua diocesi o in famiglia sino al luglio 1952, alternandoli con momenti di serenità e di pace tra i suoi Confratelli, ad Alessandria come economo nella Casa di San Rocco (1944-45) e di cappellano in cura a Genova Camaldoli. La depressione nervosa e malinconica tornò ad affliggerlo con momenti di stanchezza fisica e abbattimenti dal 1952 al 60, finché "Don Orione vinse, ottenendogli la grazia di un completo abbandono alla volontà dei superiori unica via di pace e salvezza".

Nel I960 Don Antonio torna sereno e fiducioso nella pace del Centro Mutilatini di Monte Mario, donde la sua salute incoraggia la piena ripresa del suo lavoro, svolto quasi completamente nelle Case di Genova a Camaldoli e a Paverano. Confidava di aver offerto, a cuore largo, le proprie sofferenze alla divina bontà per il bene della amata Congregazione, nel cui spirito ebbe la consolazione di pronunciare, nella festa della Guardia 1984 il voto di fedeltà e di amore al Papa.

Dotato di naturale buon umore seppe donare alle comunità in cui visse lo spirito di letizia che contribuisce molto alla viva sincera fraternità. "Ho un solo desiderio - lasciò scritto -: essere tutto di Dio e della Congregazione, come vuole Don Orione. Grazie, o Signore Gesù, d'avermi voluto tuo sacerdote. Per te, con Te, in Te ieri, oggi e sempre".

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