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Ricordiamo Sac. DEL GROSSO Berardo

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 19 Giugno 1983
Luogo del decesso: Borgomanero (Novara)
Luogo di sepoltura:

Sac. DEL GROSSO Berardo, da Pescina (L'Aquila), morto a Borgomanero (Novara) nel 1983, a 71 anni di età, 53 di Professione e 47 di Sacerdozio.


Da "Atti e comunicazioni della Curia Generalizia", Maggio - Luglio 1983

Sac.  BERARDO   DEL   GROSSO
da Pescina (L'Aquila), morto a Borgomanero (Novara) il 19 giugno 1983, a 72 anni di età, 54 di professione e 48 di sacerdozio.

   Nasce a Pescina (L'Aquila) il 14 settembre 1911 e nel 1915 resta orfano di padre. Frequenta le elementari fino alla terza. Nel 1923 si reca a Tortona ove ultima il corso elementare e frequenta per due anni l'Istituto Tecnico Dante.

Sentendo svilupparsi sempre più la chiamata di Dio al suo diretto servizio, lascia gli studi tecnici per seguire quelli ginnasiali e nel 1928 si trasferisce a Villa Moffa per compiere il suo noviziato.

Tuttavia la prima professione la emette in Tortona nelle mani di Don Angelo De Paoli, essendo testi Don Orione stesso e Don Salvatore Masci, il giorno dell'Immacolata del 1929.

Rinnoverà poi due volte a Villa Moffa ove compie ulteriori studi e il 20 ottobre 1934 compie la sua professione perpetua a Tortona. Nel 1935 è tirocinante a Fano. Ottimo il giudizio in questo tempo del suo superiore Don Galimberti che così lo sintetizza. « Di lui non si può dire che del bene in tutto ! ».

Riceve tutti gli ordini sacri in Tortona, eccetto che il Suddiaconato che gli è conferito da Mons. Rousset in Ventimiglia. Sarà però consacrato sacerdote in Tortona da Mons. Melchiori il 29 giugno 1935.

Giovane sacerdote è subito inviato al nascente Piccolo Cottolengo di Milano come cappellano e confessore. L'anno seguente è trasferito direttore all'Istituto Bambin Gesù di Sant'Oreste (Roma); quindi a Reggio Calabria come aiutante e catechista.

Nel 1937 la salute comincia a declinare: depressioni nervose si alternano con dolori polmonari. E' inviato al Monte Soratte (Roma) in riposo e ha modo di offrire ai confratelli un raro esempio di rassegnazione e abbandono ai divini voleri.

Nel 1939 la salute riprende un poco e gli consente di spostarsi dall'eremo al vicino Istituto « Bambin Gesù » di Sant'Oreste ove era già stato anni prima giovane sacerdote.

Nel 1940 è trasferito in alta Italia, prima a Tortona alla Casa Madre, quindi a Voghera all'Istituto Sant'Antonio come confessore dei piccoli aspiranti.

L'anno seguente è inviato all'Istituto Sant'Antonio di Ameno (Novara) ove si tratterrà fino alla chiamata divina, prodigandosi nei limiti consentiti dalla salute, quale cappellano per i ricoverati e specialmente i malati. Attaccatissimo alla Congregazione, fedele allo spirito di Don Orione, spiritualmente tanto vicino ai più poveri e sofferenti, sempre umile e lieto il caro Don Berardo resta un vero esempio di umiltà e carità orionina.

 

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