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Ricordiamo Sac. CALEGARI Adriano

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 4 Giugno 1965
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura:

Sac. CALEGARI Adriano, da Genova, morto a Genova nel 1965, a 66 anni di età, 35 di Professione e 33 di Sacerdozio.


Don Giuseppe Zambarbieri, in “Atti e Comunicazioni della Curia Gneralizia”, Marzo – Giugno 1965, p. 74 – 75

La scomparsa del caro Don Adriano Calegari,

Sono stato già troppo lungo e devo finire. Non posso non ricordare, il compianto nostro fratello Don ADRIANO CALEGARI di Genova, che il Signore ha voluto chiamare a Sè, all'improvviso, nella notte sul 1o venerdì di giugno. Aveva 66 anni ed era venuto in Congregazione nel 1926, dopo che giovanissimo si era distinto nella guerra come ufficiale degli alpini, guadagnando la medaglia d'argento.

Quando il ven. Fondatore lo accolse nella Piccola Opera, il rag. Adriano Calegari era Capo Ufficio dell’Ispettorato al Banco di Roma di Genova e ricopriva la carica di Commissario degli Esploratori Cattolici per la Riviera di Ponente. Fu prima al San Giorgio di Novi — dove anch'io ebbi modo di incontrarlo fin dal 1930 e di ammirare gli esempi delia sua virtù — e già si prodigava nell’insegnamento delle materie scientifiche mentre completava gli studi ecclesiastici e si andava preparando a ricevere i sacri Ordini. Divenuto sacerdote nel 1932 ebbe incarichi a Tortona e a Novi; venne quindi destinato all’assistenza dei minatori italiani e loro famiglie nel Sud Galles (Inghilterra). Nell’ottobre 1940, in un momento particolarmente delicato, ebbe l’ufficio di Ispettore delle Poste e Telegrafi dei Vaticano, dove proprio in quell’anno erano stati chiamati i Figli delia Divina Provvidenza. Dopo la guerra continuò al «San Giorgio» e al «Dante» il suo ministero sacerdotale improntato sempre a singolare dirittura e nobilità di sentimenti. Nel 1953 chiese ed ottenne di poter assistere prima la vecchia mamma e poi la sorella inferma, continuando a prestarsi nell’insegnamento della religione.

Quando nello scorso aprile la sorella, malata di tumore, fu dimessa dal l’ospedale, domando che venisse accolta al Piccolo Cottolengo di Paverano e rientrò quindi in Congregazione, tanto edificato e confortato per la carità usata subito alia sorella. Le fu accanto con una pietà e dedizione davvero commoventi: e al Paverano non si dimenticherà più né la serenità davvero eroica di una malata che seppe così santamente dire il suo «fiat» giorno per giorno ed impreziosendo 1'olocausto con tanta offerta di preghiere, né le delicatezze e le premure della carità di Don Adriano per la buona inferma.

II 28 aprile la sorella si spegneva, in piena lucidità, dopo aver preannunciato il momento preciso delia morte ed espressi i suoi ultimi, santi desideri. A poco più di un mese, la chiamata improvvisa anche per Don Adriano. Era ormai tornato con noi, accanto al Direttore Provinciale Don Ghiglione, felice di ritrovarsi, dopo sofferenze e lutti che lo avevano tanto scosso, nella «sua» famiglia. Come vi accennavo, nella notte sul primo venerdì di giugno si sentì male: colpito da infarto, fece appena in tempo ad avvertire ed accorse Don Zanichelli, che dormiva nella cameretta vicina. Desiderò l’assoluzione e l’olio degli infermi che il Direttore Provinciale gli amministrò subito, ma appena in tempo... II S. Cuore (com’è fedele alle sue promesse!) già era sceso incontro a Don Adriano per riunirlo alla mamma e alla sorella, ai Servi di Dio Don Orione e Don Sterpi che gli vollero tanto bene.

Ebbe solenni onoranze il 5 giugno — primo Sabato dei mese — nella chiesa dell’istituto Paverano e si unirono nei suffragi anche rappresentanze di alunni tra i quali, in questi anni, si era prodigato con tanto zelo.

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