Data del decesso: 7 Maggio 1968
Luogo del decesso: Roma
Luogo di sepoltura: Roma, cimitero Verano
Sac. GROSSI Bruno, da Castelnuovo Fogliani (Piacenza), morto a Roma nel 1968, a 54 anni di età, 36 di Professione e 28 di Sacerdozio.
Don Giuseppe Zambarbieri, in "Atti e Comunicazione della Curia Generalizia", Marzo - Giugno 1968, p. 58-59:
Don Grossi, nato a Castelnuovo Fogliarci di Piacenza nel 1914, ed entrato in Congregazione quarant'anni fa, nell'ottobre 1928. Fece gli studi di teologia alla Gregoriana e conseguì la licenza. Ordinato sacerdote nel 1939 fu prima all'Istituto Manin, poi a Roma: al Ricreatorio Sebastiani, all'Istituto per Orfani, alla Casa dell'Orfano, all'Oratorio di Ognissanti e dopo brevi parentesi a Velletri (per convalescenza) e a Sulmona; quindi nuovamente a Roma, come Segretario del Direttore Provinciale, direttore del CIAC, economo all'Istituto S. Maria e infine al Centro Poliomielitici... Quanto lavoro, dappertutto, e negli ultimi anni, quanto soffrire! Da tempo la salute lo faceva tribolare (grave forma di endocardite, con complicazioni) e nel 1966 corse gravissimo pericolo di vita. Ero in sud America, ricordo, e mi arrivavano notizie sempre più allarmanti. Pareva non ci fosse più alcuna speranza. Si riprese, invece, ma furono lunghi mesi di alternative, e con indicibile pena per lui e per noi.
Quanti incontri al Policlinico Gemelli di Monte Mario, dove era un continuo succedersi di speranze e di delusioni. E il caro Don Bruno, mentre la croce si faceva tanto pesante, sapeva accettare rassegnato, sapeva trasformare la sua pena in merito quando lo esortavo ad offrire tutto per il Papa, la Congregazione, le vocazioni...
Alla metà di aprile apparve un lieve miglioramento ed i medici gli consentirono di tornare almeno per un po' di tempo alla Camilluccia. Aveva tanto desiderato di uscire, dopo una degenza che durava da prima di Natale... Mi trovavo all'ospedale in quel pomeriggio ed aiutai a sorreggerlo verso la macchina; lo rividi poco dopo alla Camilluccia: era tanto contento di trovarsi finalmente a casa... Ma fu una pausa brevissima. Dovette essere riaccompagnato al Policlinico dopo appena due giorni per un blocco renale e si intuì che era la fine, il 6 maggio, la vigilia della sua morte, col fratello, ero accanto al suo capezzale: gli occhi buoni imploravano come non mai... Quanto patire ed insieme quanta stanchezza, in un organismo ormai al limite di ogni resistenza. Gli feci animo esortandolo a mettersi tra le braccia e sul cuore della Madonna. Mi ringraziò. La sera pareva si riprendesse. Nel primo mattino del 7 maggio, invece, l'improvviso collasso... Quante preghiere accanto alla salma da parte soprattutto dei bravi mutilatini, e quanti Rosari, specialmente nella giornata dell'8 maggio, festa della Madonna di Pompei.
E parve un auspicio che i funerali — celebrati nella chiesa della « Mater Dei » a Monte Mario, alla presenza di centinaia di orfani, poliomielitici e giovani dei corsi — avvenissero proprio in una ricorrenza mariana, con indicibile sollievo per la buona mamma, il fratello e tutti i familiari.