Data del decesso: 3 Maggio 2001
Luogo del decesso: Kalisz (Polonia)
Luogo di sepoltura:
Sac. BOROWIEC Jan Wladyslaw, da Zbrojów (Polonia) , morto a Kalisz nel 2001, a 80 anni d’età, 59 di Professione e 50 di Sacerdozio.
Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", n.205, Maggio - Agosto 2001
Sac. Jan Wladyslaw BOROWIEC
tornato al Signore nell’ospedale di Kalisz (Polonia), il 3 maggio 2001, a 80 anni d’età, 59 di Professione e 50 di sacerdozio.
Nacque il 15 novembre 1920 a Zbrojów di Blizyn (Kielce), da Florian e Stefania Sieczka. Visse l’infanzia in zona rurale, con altri due fratelli e tre sorelle, una delle quali abbracciò, come lui, la vita religiosa. Li ricorda lui stesso nell’opuscolo “La casa della famiglia”.
Terminate le classi d’obbligo a Blizyn, ed avendo uno zio sacerdote che lo seguiva, formandolo, specialmente durante le vacanze estive, nell’agosto 1935 fece domanda d’ingresso presso il seminario minore orionino di Zdunska Wola, e il 21 settembre fu accolto, aiutato anche economicamente dallo zio, frequentando con profitto gli studi ginnasiali, coronati dalla vestizione clericale e l’inizio del noviziato il 15 agosto 1939.
Ai primi di settembre, l’inizio della guerra, con l’invasione tedesca della Polonia, sconvolse, disperdendola, anche la comunità di Zdunka Wola i cui membri, nel tentativo di salvezza, fuggirono, chi a Warszawa, chi dai parenti, come nel caso di Jan, la cui famiglia abitava a Jastrzebie, dove vi rimase un anno.
L’anno seguente, con coraggio e rischio personale, lui e i suoi compagni di noviziato, riuscirono a ritrovarsi a Warszawa, ricominciando il noviziato il 14 dicembre 1940 e portandolo a termine - pur tra difficoltà e paure belliche - con i primi voti, il 15 dicembre1941. Passò poi a Lazniew per il tirocinio di regola dove subì, insieme alla comunità, l’internamento nel campo di Heillbronn (Germania) e dove, nonostante le difficoltà, riuscì a completare la maturità – come narrò nel suo libretto “L’esodo degli Antoniani” e nel “Il collegio negli occhi dell’ex-allievo”, con i ricordi e l’atmosfera di quegli anni.
Nel 1945, dopo il periodo di clandestinità, riprese gli studi filosofici-teologici a Wloclawek e a Zdunska Wola dove, per due anni, insegnava le materie classiche nel seminario minore. L’8 dicembre 1948, emise la Professione perpetua e il 18 giugno 1950 ricevette l’ordinazione sacerdotale. Perfezionò poi la sua formazione frequentando un biennio nella Scuola dello Studio Maggiore della Vita Interiore (1966-1968) e un biennio del Corso Bibliotecario (1970-1972) a Warszawa, che gli permise di sistemare alcune biblioteche della Provincia religiosa.
Dopo l’ordinazione fu insegnante e educatore nel seminario minore di Zdunska Wola; avrebbe continuato nel suo compito se, nel 1952, le autorità della Repubblica Popolare Polacca non avessero brutalmente chiuso il seminario. Dal 1953 al 1960 fu vicario parrocchiale a Kalisz, aiutando per un anno nella Parrocchia diocesana di Celestynow. Dopo un anno nella Parrocchia di Zdunska Wola, fu trasferito alla comunità di Via Barska a Warszawa, sempre con compiti pastorali; cosi pure a Malbork nel 1973-74.
Fu soprattutto cappellano d’ospedale, per molti anni e in diversi posti: a Warszawa, nell’Ospedale del Bambino Gesù; in Via Barska (1965-72) e in quello di Via Goszczynski (1980-1995), organizzando e migliorando le case e le cappelle che il Primate del Millennio, Card. Stefano Wyszynski affidò agli Orionini.
Altra esperienza di lavoro fu per Don Borowiec la responsabilità della “Caritas” ad Izbica Kujawska nel 1979. Dal 1975 al 1978 diresse la Comunità di Via Barska a Warszawa, migliorandone lo spirito di famiglia e gli ambienti, nonché favorendo e attuando gli aggiornamenti liturgici del Concilio Vaticano II.
Il tempo libero, specie delle ore notturne, l’occupava scrivendo ricordi personali ed elaborando temi storici, specie di confratelli, tra i quali si ricordano: Ch. Bozidar Guzowski, Nov. Maksymilian Jonca, Don Antonio Lewandowski, il pellegrinaggio polacco nella patria di Don Orione, e in modo particolare, con Don Flavio Peloso, la biografia su “Don Francesco Drzewiecki: n. 22666: un prete nel lager”, beatificato da Giovanni Paolo II nel 1999. Curò alcuni diari di carattere storico.
Dopo il lungo ministero ospedaliero, trascorse gli ultimi sei anni a Warszawa, sempre disponibile alle richieste d’aiuto, fino al trasferimento a Kalisz all’Istituto Educativo, dove il Signore lo andava preparando alla chiamata per il premio eterno.
Sempre laborioso, amante dell’ordine , seppe vivere la vocazione con profondo spirito di fede e di preghiera, attinto dal carisma del Beato Fondatore e dall’esempio dei suoi primi discepoli.
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