Data del decesso: 12 Marzo 1940
Luogo del decesso: Sanremo (Imperia)
Luogo di sepoltura: Tortona, Santuario della Madonna della Guardia
"Dies Natalis" del Padre Fondatore San LUIGI ORIONE , da Pontecurone (Alessandria), morto a Sanremo (Imperia) nel 1940, a 67 anni di età, 36 di Professione e 44 di Sacerdozio. Canonizzato da Papa Giovanni Paolo II il 16 maggio 2004.
Cronaca dell'addio
12 marzo: la notte, a Sanremo, dopo la morte di Don Orione.
Affidiamo la cronaca dei primi momenti e delle prime ore seguite alla morte di Don Orione a Modesto Schiro, il chierico infermiere, che ne fu protagonista.
“Quando m’avvidi che Don Orione era morto, dissi: È morto! È spirato!”.
Suor Maria Rosaria, la suora che Don Orione aveva fermata sulla porta con gesto deciso e paterno, stava nascosta alla vista dietro alla poltrona su cui spirò il Padre comune, scoppiò in pianto, fuggì via singhiozzando. Avvertì le consorelle che stavano già nel corridoio.
“Restai solo. Quando vidi Don Orione morto, capii che toccava a me dare subito sistemazione alla salma”, ricorda Modesto Schiro. “Andai al letto, presi due cuscini, glieli posi uno di qua e uno di là, perché gli sostenessero il capo, e la testa potesse rimanere diritta. Intanto mi sentii spinto a recitare un Pater, Ave e Gloria in suo onore, perché mi aiutasse a non perdere la testa in quel momento. Mi desse forza e calma.
Raccolsi tutte le cose che erano sul tavolo ed in giro per la camera e le posi dentro la valigia della corrispondenza. Poi mi girai verso il letto e cominciai a ritirare le lenzuola per piegarle e ritirarle.
Entrò a questo punto don Bariani con il dottore. Era uscito a cercarlo con l’auto, una Topolino, mentre Don Orione era entrato nella crisi cardio-respiratoria Aveva girato e girato; da ultimo aveva trovato un dottorino giovane e da poco laureato.
Il dottore entrò, prese una sedia, si pose a sedere accanto alla salma e disse: “Chi è quest’uomo?”. Una domanda così cruda mi fece un po’ di senso. Gli toccò il polso, guardò. Concluse: “È morto”. E se ne andò al suo albergo a piedi.
Io ripresi a piegare le lenzuola – continua Schiro -, ma don Bariani pretendeva che dovessi mandarle a lavare. Io volevo invece conservarle così. Lo consigliai di andare a telefonare per avvertire subito i confratelli di Tortona, di Genova, di Sanremo. Corse al telefono. Io ripresi a piegare le lenzuola e le misi nel comò dell’atrio che conduceva alla camera di Don Orione. Venne a questo punto la sacrestana e mi aiutò a piegare”.
"Fatto un po’ di ordine nella stanza occorreva procedere all’operazione più importante: sistemare e vestire Don Orione.
Presi la veste, la sbottonai e, muovendolo meno che potevo, gliela indossai riabbottonandola. Le suore intanto mi avevano portata una pianeta violacea: una bella pianeta; l’amitto, il camice. Con reverenza, adagio, gli indossai i paramenti sacerdotali. Era lì, nella calma solenne della morte”.
Prima di mettere la salma sul letto, Modesto pensò bene di mettervi un materasso di crine per migliore traspirazione. Lo procurò e lo pose sul letto; vi stese sopra un lenzuolo, vi adagiò la Salma.
Nel frattempo, don Bariani tentava concitatamente di telefonare. Inutilmente. Di notte, erano sospese le telefonate interurbane. Il povero don Bariani tentò a vari centralini, supplicò, minacciò. A nulla valse. Non poté telefonare a Tortona. Tra un tentativo e l’altro al telefono si affacciava alla stanza.
Telefonarono a don Ghiglione, il direttore del vicino Istituto “San Romolo”. Era notte, dormivano. Alla fine risposero al telefono. La casa si destò e dal San Romolo accorsero per primi, verso le 23 ½, don Ghiglione con alcuni assistenti, i chierici Manduca e Ruggeri e poi altri.
Fu preparata la camera, sgombrata dal mobilio e con i candelieri presi dalla sacrestia. “Mentre si trasportava il mobilio, don Ghiglione recitava i 100 Requiem. Finito di preparare la camera l’ho pulita bene e mi sono inginocchiata a pregarlo, ad invocare la sua intercessione”.
Si cominciò a pregare attorno alla Salma, ormai composta e ordinata.
[In Cronaca dell’addio a Don Orione ]
Discorso del Santo Padre alla Famiglia orionina in occasione della manifestazione “Tanti cuori attorno al Papa, cuore della Chiesa” Città del Vaticano, Aula Paolo VI, 15 maggio 2004.
La testimonianza di Don Orione è attualissima
Con grande gioia questa sera vi incontro, carissimi Fratelli e Sorelle, che rappresentate l’intera Famiglia del Beato Luigi Orione.
Saluto i Signori Cardinali, i Vescovi, le autorità e quanti hanno voluto presenziare a questa festa. Un particolare pensiero rivolgo al Direttore Generale dell’Istituto, don Roberto Simionato, che ha voluto farsi interprete dei sentimenti di ognuno di voi.
Saluto poi le varie componenti della Famiglia orionina: Figli della Divina Provvidenza, Piccole Suore Missionarie della Carità, laici consacrati e associati nel Movimento Laicale Orionino, devoti e pellegrini provenienti dall’Europa, dall’Africa, dall’Asia e dalle Americhe.
Un saluto speciale ai giovani e ai numerosi disabili presenti, che mi offrono l’occasione di abbracciare idealmente tutti gli ospiti delle vostre case, che don Orione considerava suoi “tesori” e “perle” preziose. Un grato saluto va anche alla Rai, che offre a tanti italiani sparsi nel mondo la possibilità di unirsi a questa manifestazione.
Graditissima sorpresa è stata ascoltare poc’anzi la voce di don Orione. Quanti cuori ha consolato quella voce, quante persone ha consigliato! A tutti ha indicato la via del bene. Umile e ardimentoso, in tutta la sua vita fu sempre pronto e chino sui bisogni dei poveri, tanto da onorarsi dell’epiteto di “facchino della Divina Provvidenza”. La sua testimonianza resta attualissima. Il mondo troppo spesso dominato dall’indifferenza e dalla violenza ha bisogno di chi, come lui, “colmi di amore i solchi della terra, pieni di egoismo e di odio” (Scritti, 62,99). Occorrono buoni Samaritani pronti a rispondere al “grido angoscioso di tanti nostri fratelli che soffrono e anelano a Cristo” (ivi, 80,170).
Cari Fratelli e Sorelle, don Orione intuì con chiarezza che la prima opera di giustizia è dare Cristo ai popoli perché “è la carità che tutti edifica, tutti unifica in Cristo e nella sua Chiesa” (ivi, 61,153).
Sta qui il segreto della santità, ma anche della pace che ardentemente auspichiamo per le famiglie, per i popoli. Interceda don Orione, in particolare, per la pace in Terra Santa, in Iraq e nelle altre regioni del globo, sconvolte da guerre e conflitti sanguinosi.
Ci rivolgiamo ora alla Madonna, di cui il vostro Fondatore fu sempre devotissimo, perché continui a proteggere la Piccola Opera della Divina Provvidenza, chiamata ad annunciare e testimoniare il Vangelo agli uomini del terzo millennio.
A tutti la mia Benedizione.
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