Sito ufficiale della Piccola Opera della Divina Provvidenza

News

18 Aprile 2025

Vivere il triduo pasquale con San Luigi Orione: Venerdì Santo

image

Per San Luigi Orione, il Venerdì Santo non fu soltanto il giorno della contemplazione della Passione e della Croce di Cristo, ma rappresentò la sorgente stessa della sua vocazione e della sua opera di carità. Egli ripeteva spesso che la Piccola Opera della Divina Provvidenza era nata proprio ai piedi di Gesù crocifisso, durante una Settimana Santa: il mistero del dolore redentore di Cristo era per lui il cuore pulsante e il fondamento spirituale della sua missione tra gli ultimi.

Come scriveva ai suoi figli spirituali: «Ai piedi di Gesù Crocifisso troviamo il balsamo per ogni ferita, il sostegno per ogni debolezza, il lume e la forza per i doveri della vita sacerdotale e religiosa, la salute dell’anima nostra e delle anime del prossimo, la vera vita». È in questo spirito che la Congregazione fondata da Don Orione è chiamata oggi, più che mai, a rinnovare la sua fedeltà alla Croce, per attingere sempre nuovo slancio e autentica passione evangelica nel servire Cristo nei poveri, nei derelitti, negli esclusi.

Celebrare il Venerdì Santo nella spiritualità orionina significa dunque rivivere l'atto di amore supremo di Cristo, per imparare a portare ogni croce con gioia evangelica e offrire al mondo una testimonianza autentica di redenzione e di speranza.

Il Venerdì Santo vissuto da San Luigi Orione

«Ai piedi di Gesù Crocifisso troviamo il balsamo per ogni ferita, il sostegno per ogni debolezza, il lume e la forza per i doveri della vita sacerdotale e religiosa, la salute dell’anima nostra e delle anime del prossimo e la vera vita. Confondiamo sempre le nostre lagrime col sangue di nostro Signore Gesù Crocifisso, e allora i meriti della passione e del sangue di Dio daranno valore alle nostre tribolazioni. La Piccola Opera è sorta ai piedi di un crocifisso e in una Settimana Santa. (…) È solo il legno della croce che fa ardere più vivo e fa splendere più bello l’amore di Dio. (…) Coraggio, caro mio: la croce di Gesù sia il nostro tesoro, la nostra scienza, il nostro tutto. La croce sia il vero e, direi, l’unico nostro libro». (Scritti 117, 12)

 Sogniamo…

Sogniamo di fare la stessa esperienza di don Orione che aveva un «grandissimo bisogno» di gettarsi «nel Cuore del nostro caro Signore crocifisso e di morire amandolo e piangendo di carità» (Scritti 110,149)