«Auguri, auguri! Per questo Santo Natale 2024, il Natale che prelude e apre al Giubileo, questo Giubileo del 2025. Giubileo che dobbiamo vivere nella Speranza.
La speranza per noi che arrivi questa pace benedetta, questa pace che invochiamo tutti i giorni, questa pace che tanti chiedono» ha ribadito don Moreno Cattelan negli auguri inviati al Direttore generale P. Tarcisio Vieira.
Le parole di Don Cattelan richiamano alla mente quanto ha affermato il Papa nell’omelia del Santo Natale, in riferimento all’Anno giubilare: «con l’apertura della Porta Santa abbiamo dato inizio a un nuovo Giubileo: ciascuno di noi può entrare nel mistero di questo annuncio di grazia. Questa è la notte in cui la porta della speranza si è spalancata sul mondo; questa è la notte in cui Dio dice a ciascuno: c’è speranza anche per te!», ha dichiarato il Pontefice, facendo appello alla fede e alla solidarietà universale per affrontare i drammi umani contemporanei: «Pensiamo alle guerre, ai bambini mitragliati, alle bombe sulle scuole e sugli ospedali». Guardando poi alla “martoriata Ucraina”, Papa Francesco ha sottolineato che la speranza non è un sentimento vano, ma una realtà concreta che trova radici profonde nella nascita di Gesù, il “Dio-con-noi”. «In questa notte è per te che si apre la “Porta Santa” del cuore di Dio. Gesù, Dio-con-noi, nasce per te, per me, per noi, per ogni uomo e ogni donna. E, sai?, con Lui fiorisce la gioia, con Lui la vita cambia, con Lui la speranza non delude». Il Pontefice ha quindi invitato tutti a non voltare le spalle al dolore di chi soffre, ricordando che il Natale è un tempo per rinnovare l’impegno verso la pace e la riconciliazione. Il richiamo alla “porta della speranza” assume un significato speciale in un mondo lacerato da conflitti e divisioni, ma anche pieno di potenziale per il cambiamento e la guarigione.
L’invito a «non voltare le spalle al dolore di chi soffre» è stato ribadito da Papa Francesco anche nel “Messaggio Urbi et Orbi”: «In questo Natale, inizio dell’Anno giubilare, invito ogni persona, ogni popolo e nazione ad avere il coraggio di varcare la Porta, a farsi pellegrini di speranza, a far tacere le armi e a superare le divisioni! Tacciano le armi nella martoriata Ucraina! Si abbia l’audacia di aprire la porta al negoziato e a gesti di dialogo e d’incontro, per arrivare a una pace giusta e duratura». E insieme all’Ucraina, Don Moreno Cattelan ricorda che il Papa cita anche «un lungo elenco delle zone, delle nazioni in cui si è in conflitto e non ci siamo solo noi, purtroppo».
«Speriamo che arrivi questa pace - aggiunge Don Moreno - perché anche oggi, 25 dicembre, è mancata la corrente e non abbiamo nemmeno fatto il pranzo di Natale. Ma abbiamo vissuto sulla nostra pelle cosa vuol dire, anche il giorno di Natale, essere nell'indigenza, come tanti, tanti qui attorno a noi, i poveri che seguiamo settimanalmente. Quante persone sulla terra oggi non hanno potuto pranzare. Quindi, ci siamo sentiti solidali con loro e ricuperiamo questa sera qualcosa perché la luce è tornata poco fa».
«C'è qui con me un volontario dall'Italia - fa sapere poi il religioso orionino - che è venuto in questi giorni per darmi una mano e farmi un poco di compagnia. Il 26 dicembre ne è arrivato un altro. Poi, arrivano 10 animatori da Leopoli per preparare il pranzo di Natale che faremo sabato in una parrocchia, abbiamo già più di 130 persone.
Quindi, ci diamo da fare nonostante tutto. Il nostro slogan è dove altri distruggono noi costruiamo e costruiamo soprattutto con questi gesti di solidarietà e di carità, la sola che salverà il mondo, come dice Don Orione, e aiuterà anche a fermare sicuramente questa inutile strage, questa guerra assurda».
Don Moreno Cattelan, infine, ringrazia P. Tarcisio Vieira, per la vicinanza e anche per avergli dato la possibilità di inviare gli auguri di Natatale dall'Ucraina attraverso il Don Orione oggi, rinnovando il suo augurio di un buon Anno Santo.
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