Oggi, festa di San Luigi Gonzaga, tutta la Famiglia Carismatica Orionina si è ritrovata nella chiesa di S. Ignazio a Roma per un tradizionale appuntamento, particolarmente caro a quanti gravitano attorno a Roma: la solenne celebrazione della Santa Messa in onore di San Luigi Gonzaga.
Don Luigi Orione era molto devoto a San Luigi Gonzaga, tanto da portare il suo secondo nome. Ogni anno, il 21 giugno, Don Orione celebrava una Messa sull'altare di San Luigi Gonzaga, nella chiesa di Sant'Ignazio a Roma, per onorare il santo nel giorno della sua festa. Questa tradizione, iniziata nel 1924, fu ripetuta da Don Orione ogni anno fino alla sua morte.
Don Orione, il cui nome anagrafico era Giovanni Luigi, era conosciuto nell'ambiente familiare e locale come Luigi. La sua devozione a San Luigi Gonzaga era profonda e ispiratrice, tanto che la famiglia orionina continua a celebrare una Messa in suo onore ogni anno, in memoria dell'impegno di don Orione verso la santità.
“Fino a quando ci sarà anche un solo orionino questo momento verrà celebrato in memoria del nostro Padre fondatore - ha detto p. Tarcisio Vieira, Direttore generale dell’Opera Don Orione all’inizio della celebrazione – e come segno anche di unione di tutta la Famiglia Carismatica Orionina”.
“Per questo - ha aggiunto - qui accanto ame ci sono anche la Madre generale delle Piccole Suore Missionarie della Carità, Suor Alicja Kędziora, Rosita Dore Responsabile generale dell’Istituto Secolare Orionino, Dina Guardini, Responsabile generale dell’Istituto Secolare Maria di Nazareth e Armanda Sano Coordinatrice generale del Movimento Laicale Orionino.
La cerimonia è stata presieduta dal Padre Pierre Kouassi, consigliere generale e concelebrata da p. Tarcisio Vieira e da don Giovanni Carollo, direttore della Provincia Maria Madre della Divina Provvidenza.
Padre Kouassi nella sua omelia ha sottolineato come “San Luigi Gonzaga, giovane santo che ancora oggi parla al cuore della Chiesa e delle nuove generazioni. Qui, presso questo suo altare ci siamo ritrovati come Famiglia Carismatica per dare continuità ad una tradizione cara a Don Orione che la iniziò 101 anni fa in segno della sua grande devozione a San Luigi Gonzaga, suo patrono. "Vado stanotte per Roma, come negli altri anni. Domani alle ore 12,30 dirò la Messa sul corpo di San Luigi Gonzaga; vado là finché posso, perché ho un voto”.
“In quella occasione – ha aggiunto - portava all’altare di San Luigi tante persone, tante situazioni. Anche noi vogliamo imitarlo in questa devozione, in quest’anno giubilare, proclamato da Papa Francesco come Anno della Speranza. Don Orione 100 anni fa ha vissuto il Giubileo dell'Anno Santo con grande fervore e coinvolgimento personale, invitando i suoi religiosi e i fedeli a riflettere sulla misericordia di Dio e sulla necessità di conversione e di rinnovamento spirituale. La celebrazione del Giubileo della Speranza sia anche per noi occasione di crescita spirituale, di preghiera e di servizio. In questo San Luigi Gonzaga ci è di modello”.
“San Luigi - ha sottolineato - era figlio di nobili, ma sognava una grandezza diversa. Fin da piccolo, fu attratto da una vita santa, fatta di preghiera, sacrificio e servizio. Rifiutò i titoli, i beni e gli onori, per seguire Cristo con cuore indiviso. Durante la peste a Roma, si gettò nella mischia, tra i malati e gli abbandonati, con un coraggio che veniva dalla Speranza: quella che nasce quando si sa che nulla è perduto per chi ama Dio. Non aveva ancora venticinque anni quando morì, ma aveva già vissuto una vita piena, donata. In effetti, chi ha trovato uno scopo grande nella vita non ha paura nemmeno di morire. Il vero problema di questa nostra esistenza non consiste nella sua lunghezza ma nella sua qualità. Non si è fortunati perché si vive a lungo, ma si è fortunati se si vive una vita piena”.
Luigi è modello di una giovinezza libera, non schiava del successo o del piacere, ma capace di scegliere la strada stretta del Vangelo. La sua speranza lo rendeva forte, lo rendeva “grande” agli occhi di Dio. La vita di San Luigi Gonzaga continua a interpellarci oggi più che mai. Aveva tutto per vivere una vita felice secondo i criteri del mondo. Avrebbe avuto potere, denaro, onore e tutti i piaceri possibili. Ma ha capito che tutto questo era nulla di fronte al vero e unico tesoro: Gesù Cristo! Si è spogliato di tutto per non accettare alcun compromesso con i costumi corrotti degli ambienti mondani”
“Non è un caso – ha spiegato ancora - che Don Orione, fondatore dal cuore immenso, si sentisse attratto da questo santo. Celebrare qui, presso il suo altare, non era per lui solo una consuetudine: era un atto di amore e di affidamento. Don Orione riconosceva in San Luigi un fratello nella fede e un compagno di strada nella carità. In uno dei suoi scritti, diceva: “La carità è la speranza che si fa mani, occhi, voce, passo: è Dio che cammina tra gli uomini”.
“Come Don Orione, siamo chiamati a trasformare la speranza - ha poi sottolineato - in carità concreta, nelle nostre scuole, parrocchie, famiglie. Allora oggi possiamo chiederci: dove riponiamo la nostra speranza? Nel denaro, nel successo, nei progetti, nella forza umana? O in quel Cristo crocifisso e risorto che San Luigi e Don Orione hanno amato fino in fondo? La speranza cristiana non è una fuga, ma è uno slancio, una forza che cambia la realtà.
San Luigi ci dice: “Sii puro, sii libero, scegli Dio. "Don Orione ci dice: “Ama, servi, abbi fede!".
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