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2 Aprile 2025

Ricordando Giovanni Paolo II a 20 anni dalla morte

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Di quell'estate dei tre pontefici che si avvicendarono nella sede di Pietro appartiene anche l’immagine di Giovanni Paolo II e di quel suo “se mi sbaglio, mi corrigerete” che mostrò un pastore che volle fin dal primo apparire togliere le distanze – anche quella della lingua diversa - per essere nel cuore della gente. Era il 16 ottobre 1978. Della sua presenza, delle sue parole, della sua preghiera è stata arricchita la storia nel passaggio dal secondo al terzo millennio.

Per noi orionini, Giovanni Paolo II è il Papa della beatificazione di Don Orione. Era il 26 ottobre 1980. Ebbe parole audaci e personalissime sul nuovo beato che egli ben conosceva.

“Don Luigi Orione ci appare come una meravigliosa e geniale espressione della carità cristiana. Possiamo dire che egli fu certamente una delle personalità più eminenti di questo secolo per la sua fede cristiana apertamente vissuta. Ebbe la tempra e il cuore dell'Apostolo Paolo, tenero e sensibile fino alle lacrime, infaticabile e coraggioso fino all'ardimento, tenace e dinamico fino all'eroismo, affrontando pericoli di ogni genere, avvicinando alte personalità della politica e della cultura, illuminando uomini senza fede, convertendo peccatori, sempre raccolto in continua e fiduciosa preghiera, talvolta accompagnata da terribili penitenze”.

Giovanni Paolo II sorprese nuovamente tutti quando, il giorno dopo la solenne beatificazione di Don Orione, ricevendo in udienza particolare sacerdoti, suore e devoti orionini, confidò: “Penso che questo Papa venuto dalla Polonia abbia in paradiso un nuovo Patrono che intercede per lui, e che - nella luce del Regno a cui apparteniamo e al quale tendiamo - sostiene il suo servizio, le sue iniziative e la sua umana debolezza in questo posto al quale è piaciuto alla Divina Provvidenza di metterlo, di chiamarlo. Questa mia grande fiducia nella intercessione del Beato Don Orione desidero proclamarla davanti a tutti voi che siete figli e figlie spirituali, davanti a voi tutti che siete i miei compatrioti”.

C’è un ricco patrimonio di discorsi e messaggi indirizzati da Papa Woityła alla Piccola Opera della Divina Provvidenza (cfr. “Sui passi di Don Orione”, p.27-40). Visitò varie nostre opere: il Piccolo Cottolengo genovese (22.9.1985), il Centro Don Orione di Monte Mario (8.6.1986), il santuario dell’Incoronata di Foggia (24.5.1987), le parrocchie Romane di “Ognissanti” (3.3.1991) e “Mater Dei” (11.11.2001).

Ha avuto parole di profonda comprensione del carisma di Don Orione: “Egli volle dimostrare che si può stare con la Chiesa e con i poveri. Costatò che nella società scristianizzata esiste un solo linguaggio comprensibile, che smuove i cuori: il linguaggio della carità. E comprese che "la causa di Cristo e della Chiesa non si serve che con una grande carità di vita e di opere, la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d'amore verso Dio. Opere di carità ci vogliono: esse sono l'apologia migliore della fede cattolica. In lui, dunque, l'amore alla Chiesa e al Papa e l'amore ai poveri costituiscono le due punte dell'unica fiamma apostolica che divorava il suo cuore senza confini”.

Ha incoraggiato il cammino fedele degli Orionini sulle orme del Fondatore: “Seguendo l'intuizione carismatica di Don Luigi Orione, la vostra Famiglia religiosa contribuisce efficacemente all'opera evangelizzatrice della Chiesa, mediante una preziosa testimonianza di carità fra i poveri e i bisognosi”.

Giovanni Paolo II ha parlato e scritto di Don Orione con parole illuminanti per il cammino della Congregazione. È venuto più volte in casa nostra: al Piccolo Cottolengo di Genova (21 Settembre 1985), al Centro Don Orione di Monte Mario (8 Giugno 1986), al Santuario dell’Incoronata di Foggia (26 maggio 1987), alla Parrocchia di “Ognissanti” (3 Marzo 1991) e alla Parrocchia “Mater Dei” (11 novembre 2001) di Roma.

È stato il Papa che ha proclamato "santo" Don Orione, il 16 maggio 2004, definendolo «stratega della carità» e affermando che «La passione per Cristo fu l’anima della sua vita ardimentosa, la spinta interiore di un altruismo senza riserve, la sorgente sempre fresca di una indistruttibile speranza. Quest’umile figlio di un selciatore proclama che “solo la carità salverà il mondo” e a tutti ripete che “la perfetta letizia non può essere che nella perfetta dedizione di sé a Dio e agli uomini, a tutti gli uomini”.

Dopo un lento declino della salute, Giovanni Paolo II si spense il 2 aprile 2005.

Il 27 aprile 2014 è stato canonizzato da Papa Francesco.