Il Mozambico è da poco diventato regione missionaria. Come si è arrivati a questa situazione?
La missione orionina in Mozambico è iniziata il 21 marzo del 2003 e da allora, fino a oggi, ha fatto parte della Provincia "Nossa Senhora da Anunciação", del Brasile Sud. In questi 21 anni, però, il Mozambico ha avuto uno sviluppo significativo come missione orionina, tanto che abbiamo già cinque sacerdoti che vengono da qui e un numero significativo di chierici, seminaristi e altri ancora che bussano alle nostre porte. Anche a livello di opere ne abbiamo diverse: c'è il Piccolo Cottolengo di Maputo, all’interno del quale c’è anche il seminario per chi studia filosofia; abbiamo poi due parrocchie, quella di S. Giovanni Bosco a Maputo e una a Zongoene, a 250 km circa dalla capitale. Infine abbiamo una casa di formazione per aspiranti a Matola. All'inizio del 2025, invece, abbiamo la prospettiva di aprire una nuova missione a Beira, che la seconda città del paese per importanza. Tutto questo richiede quindi una configurazione nuova come struttura di gestione e di coordinamento ed è quindi stata creata la Regione Missionaria Orionina del Mozambico “Nostra Signora della Natività”. Questa nuova regione si inserisce nel percorso che tutta la Congregazione sta affrontando, e che ha portato nell’ultimo anno alla nascita delle nuove Delegazioni e di una nuova Provincia, tutto per favorire innanzitutto un maggiore vissuto carismatico che possa toccare significativamente i religiosi e i missionari stessi, ma anche una maggiore testimonianza di questo carisma. Abbiamo quindi ora un coordinatore della Regione missionaria con tre assistenti, sempre sotto la supervisione della Provincia del Brasile Sud e anche della Curia generale.
Abbiamo accennato alle opere presenti in Mozambico. Più nello specifico di cosa si occupano?
Come diceva don Orione, la Congregazione è per i poveri più poveri. Le nostre opere quindi seguono proprio questo dettame. Il Piccolo Cottolengo di Maputo ospita 39 bambini e ragazzi diversamente abili, con necessità speciali e praticamente tutti totalmente dipendenti da altre persone, per mangiare, bere, vestirsi, ecc... questo richiede anche da parte nostra uno sforzo molto grande, sia dal punto di vista dei collaboratori che sono necessari per l'assistenza continua (oggi abbiamo circa 40 tra dipendenti e collaboratori). Inoltre abbiamo 50 famiglie con bambini disabili, ma che possono tenerli a casa, per cui facciamo assistenza a domicilio, diamo loro pacchi viveri mensili, insomma li aiutiamo a prendersi cura dei figli. Allo stesso tempo, il Piccolo Cottolengo di Maputo vuole essere anche un "faro di civiltà", che promuove la cultura della carità e della dignità dell'uomo, al di là dei problemi. Lo facciamo rivolgendoci a tutte le persone intorno a noi, che vengono qui, visitano la struttura, addirittura abbiamo un’università che manda qui i tirocinanti, insomma la società di Maputo vede molto bene la nostra opera. Anche il vescovo di Beira è stato così toccato dalla nostra attività che ci ha chiesto una presenza simile in quella città. Noi abbiamo accettato e daremo la nostra risposta carismatica capendo i bisogni di quel territorio.
Com’è invece la situazione del Mozambico come Paese?
In questo momento siamo in campagna elettorale, per le elezioni generali che ci saranno il 9 ottobre. Il Mozambico è molto vasto – quasi tre volte l'Italia – con tante risorse marittime, idriche e fluviali, una fauna molto diversificata, tantissime miniere in tutto il Paese. Per fare un esempio, nel nord del Mozambico nel 2014 si è cominciato a estrarre gas e altri minerali, mentre al centro hanno scoperto il petrolio. Proprio per questo, negli ultimi 9 anni, nella provincia di Cabo Delgado, proprio al nord, sono iniziati attacchi terroristici che prima non c'erano. Questo ha un impatto sociale molto grande, perché tutto il popolo mozambicano soffre e perché nello stesso tempo le risorse che per noi sono una ricchezza diventano origine anche di povertà, una povertà creata da chi ha interessi, interni ed esterni. Il clima sociale è quindi tanto variegato, c'è tanto da fare a livello di promozione umana, di educazione, di necessità basilari per ogni persona per vivere una vita degna. Tanto però è anche stato già fatto e noi ci inseriamo in questo clima sociale che diventa un richiamo a un'identità carismatica sempre maggiore per interpellare in maniera qualitativa le coscienze e le vite delle persone qui per la promozione dell'amore e della carità.
Recentemente avete avuto la visita del direttore generale, padre Tarcisio Vieira. Com’è andata?
La visita è stata molto bella e molto gradita. Oltre a padre Tarcisio c’era anche che padre Rodinei Thomazella, il provinciale del Brasile Sud. Entrambi sono venuti per rilanciare questa nuova dinamica della Regione missionaria, dare orientamenti e formarci, anche perché è una condizione per noi nuova quindi abbiamo bisogno di accompagnamento e vicinanza paterna. Padre Tarcisio ha evidenziato che in meno di un anno è venuto due volte qui, l'ultima a novembre scorso con la visita canonica, questo perché, ha detto, in Mozambico sta avvenendo qualcosa di molto importante per la Congregazione. Noi preghiamo il Signore, la Madonna e don Orione che ci accompagnino e ci diano il pieno del loro spirito per andare carichi, entusiasti e fiduciosi verso queste nuove sfide. La visita è stata quindi un momento di ricarica dello spirito per dire “andiamo avanti, gettiamoci nel fuoco dei tempi nuovi” e questi sono per il Mozambico i tempi nuovi.