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Ricordiamo Sac. GUALANDRIS Giovanni

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 20 Giugno 1947
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura:

Sac. GUALANDRIS Giovanni, da Villa d'Adda (Bergamo), morto a Genova nel 1947, a 32 anni di età, 10 di Professione e 4 di Sacerdozio.


Dagli "Atti e Comunicazioni della Consiglio generalizio",  Luglio - Settembre 1947

Sac. Giovanni Gualandris
da Villa d'Adda (Bergamo), morto a Genova il 20 giugno 1947, a 32 anni di età, 10 di Professione e 4 di Sacerdozio. 

Nativo di Villa d'Adda (Bergamo), era entrato in Congregazione nel 1930 e nel 36 aveva emesso i primi Voti. Silenzioso e raccolto, quanto attivo e pronto al sacrificio, recava in sé profondi i segni della terra natale, altrice di caratteri forti, semplici e pii.

Il 19 Giugno 1943 veniva ordinato Sacerdote e l'ubbidienza  lo destinò, dopo un anno passato alla Casa " Mater Dei "  di Costigliole d'Asti,  alla Casa di Quarto-Castagna (Genova), dove i vecchi, i malati, i " buoni figli" trovaron in lui un fratello e un padre. Bastarono pochi contatti perché tutti apprezzassero, sotto l'apparente freddezza, il suo grande cuore la sua sensibilità squisita.

Pareva destinato a un ben lungo cammino, in umile fatica, nel sentiero della carità. Invece, ai primi dello scorso giugno, una insidiosa, implacabile forma peritonale acuta lo inchiodava improvvisamente su un letto, schiantando in pochi giorni la sua giovinezza e una fibra robusta come di quercia.

Si era prodigato fino all'ultimo, con dedizione senza limite, delicatissimo sempre e sempre sollecito ai bisogni di tutti, dei confratelli come dei ricoverati affidati alle sue cure. Aveva lavorato molto, in particolare, per la chiusura del mese mariano che riuscì , la sera del 31 maggio, un vero trionfo. Ne pianse di consolazione. Qualche giorno dopo, Don Giovanni era già all'Ospedale di S. Martino tra la vita e la morte.

     Fu deciso d'urgenza l'intervento chirurgico. Nella cappella della Castagna (nel breve decorso della malattia, in Casa fu un continuo pregare per lui) confratelli, uomini e " buoni .figli " imploravano dalla Santa Madonna la grazia. L'esito dell'operazione fu soddisfacente. Purtroppo sopraggiunsero gravi complicazioni polmonari e pleuriche, e a nulla valsero tutti i tentativi, che i sanitari, con un interessamento e un affetto che commossero, misero in atto per strapparlo alla morte. La Provvidenza del Signore aveva disposto altrimenti.

     Il 19 giugno aggravò e, conscio del1'imminente chiamata, chiese lui stesso l'Estrema Unzione. Inginocchiati nella cameretta dell'Ospedale, tutti edificati della sua pace serena, assistevano in preghiera, coi suoi familiari, il Direttore Generale Don Pensa, il Direttore Provinciale Don Farceli, Don Nicco, Don Giuseppe Risi, Don Zanon, Don Vignali, Don Colombo e altri confratelli delle varie  istituzioni  genovesi.   Ricevette  piamente  il  Santo Viatico,  benedisse la mamma e i fratelli, ripetè ancora una volta che offriva la sua vita al Signore perché la sua amata Congregazione ne prosperasse sempre più. Poi, una agonia calma, tranquilla,  certo confortata - come suole esserlo il trapasso delle nime di Dio - da una speciale assistenza della Vergine Santissima.  Parlava ancora, baciava  spesso  il   Crocifisso, stringendo  in  una  mano  la  corona  del  Rosario e nell'altra una immagine di Don Orione.

     Alle 2,30 del 20 giugno,  dopo un estremo abbraccio alla mamma e un congedo  piissimo  dai Superiori  e dai  Confratelli  tanto  amati,   si spegneva dolcemente. Aveva appena 32 anni.  Al suo capezzale era anche la buona sorella, suora tra le Piccole Missionarie della Carità.

     I funerali riuscirono una chiara testimonianza dell'affetto e della gratitudine ondera  universalmente  circondato.   Tutta   la   grande  famiglia   genovese di Don Orione parve volersi stringere intorno alla bara, primissimi fra tutti i suoi uomini, i suoi ragazzi della Castagna, in pianto. L'ufficiatura si celebrerò nella sede centrale del Paverano,  e particolarmente generosi furono i suffragi alla Castagna, dove il tributo si rinnovò  poi  per  la Trigesima,   presenti  molti  Superiori e confratelli convenuti anche di lontano attorno  al  Direttore  Provinciale D.Parodi che ne rievocò, con parola commossa, la immagine buona. Quell'immagine che è destinata a non cancellarsi; specialmente nella casa che fu sua, poichè il ricordo della sua bontà è fissto per sempre nei cuori, e per sempre il suo nome vivrà a conforto ancora di di tutti e in benedizione.