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Ricordiamo Sac. MAURI Antonio

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 18 Giugno 1971
Luogo del decesso: Milano
Luogo di sepoltura:

Sac. MAURI Antonio, da Ruttars (Gorizia), morto a Milano nel 1971, a 61 anni di età, 33 di Professione e 27 di Sacerdozio.


Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", Aprile - Giugno 1971

Sac. Antonio MAURI
Nato a  Ruttars di  Cormons (Gorizia) il 9 aprile 1910, morto a Milano il 18-6-1971, a 61 anni di età, 34 di professione, 27 di sacerdozio.

Fu accolto nella nostra Opera, a Tortona, il 27-9-1935 e fece il noviziato a Villa Moffa nel 1936-37, emettendo i primi voti l'8 dicembre 1937.

Nell'aprile del 1938 presentava domanda per andare «missionario» nelle case del Sud:America e nel .maggio dello stesso anno partì per il Brasile, mandato dal fondatore Don Orione.

Emise i voti perpetui a Rio de Janeiro l'8 dicembre 1940 e venne ordinato sacerdote a Paraiba do Sul il 23-4-1944.

Per un ventennio si prodigò nelle Case del Brasile, distinguendosi per il suo zelo e lo spirito di sacrificio alla Cavea, a Niteroi e specialmente a Curitiba, dove fu per diversi anni e costruì la grande chiesa di S. Quiteria, la casa parrocchiale e le annesse opere sociali. Dal Sacco di S. Francisco, passava nel '66 al Chaco Argentino, a Barranqueras, e quindi al Santuario di N.S. di Itati.

Affetto da grave forma di diabete, nel 1969 rientrò in Italia per curarsi, nella ricorrenza del suo venticinquesimo di sacerdozio, che non potè più celebrare, perché costretto a passare da un ospedale all'altro, da Cormons (Gorizia) a Genova, al Piccolo Cottolengo di S. Remo, nuovamente a Genova «Paverano» e a «San Martino», ancora al Paverano, poi a Milano, all'Ospedale Maggiore e al Piccolo Cottolengo, dove si spense — presso la casa del Giovane Lavoratore — in seguito a improvviso collasso, il 18-6-1971, mentre aveva ancora viva speranza di riprendersi per ritornare in Brasile.

Aveva chiesto e ricevuto l'olio degli infermi con edificante pietà, nel maggio del 1970 all'ospedale S. Martino di Genova e durante il lungo calvario edificò con il suo spirito di preghiera, la filiale sua devozione e fiducia nella Madonna. In una comunicazione ai Confratelli del Brasile il Direttore Provinciale don Pattarello ha scritto di lui: «Era sempre presente nelle ore della preghiera e sempre pronto al lavoro, anche nei momenti più difficili. Le Case che lo ebbero come religioso e apostolo sempre ricevettero da lui vigoroso impulso per il loro sviluppo ».

Nella terra di S. Croce, ove tanti anni fa giungeva ancora chierico, animato da generosa ansia apostolica, la sua memoria resta in benedizione.


Don G. Zambarbieri in "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", Aprile - Giugno 1971, p.91

…… il P. Mauri. Ritornato in Italia dopo aver lavorato in sud America con tutto l'ardore e l'entusiasmo della sua terra friulana, è passato da un ospedale all'altro, fra alterne vicende e crisi pau­rose. Nella preghiera e nella teneressima sua devozione alla Ma­donna trovò la forza per il suo « fiat », specie nel maggio dello scor­so anno, quando sentendosi alla fine (i medici avevano detto che la situazione era disperata) desiderò che gli dessi l'olio degli infermi prima che lo trasportassero dall'ospedale San Martino al Paverano, perchè potesse morire a casa.

Si riprese, invece, per le straordinarie cure del Prof. Fontana (e il mio pensiero riconoscente va in questo momento ai medici che hanno curato con tanto amore D. Mauri e D. Berri, ai confra­telli e alle suore che si sono prestati sempre per loro a Genova, a S. Remo, a Milano, non badando mai a sacrifici) e continuò a sperare, così che a pochi giorni dall'improvviso collasso, la sera del 12 giugno mi confidava la sua gioia perchè D. Paragnin lo avrebbe presto portato al Piccolo Cottolengo di S. Maria la Longa (abbastanza vicino a casa, e con la possibilità di rivedere spesso la sua vecchia mamma) per un periodo di convalescenza, in attesa poi di ripartire per il Brasile. Questo gran desiderio di tornare a lavorare in Sud America il Signore deve averglielo trovato in cima al cuore, nell'improvvisa chiamata, e quale premio deve avergli da­to, quanto conforto alla mamma che attendeva ancora di festeggiare il XXV del suo Don Antonio!

 

 

 

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