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Ricordiamo Sac. GHIGLIONE Mario

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 15 Giugno 1953
Luogo del decesso: Rio de Janeiro (Brasile)
Luogo di sepoltura:

Sac. GHIGLIONE Mario, da Bettole di Rivalta Scrivia (Alessandria), morto a Rio de Janeiro (Brasile) nel 1953, a 68 anni di età, 40 di Professione e 42 di Sacerdozio.


Da "Atti e comunicazioni della Curia generalizia", luglio - Agosto - Settembre 1953

Sac. Mario Ghiglione
da Bettole di Rivalta Scrivia (Alessandria), morto a Rio de Janeiro (Brasile) nel 1953, a 68 anni di età, 40 di Professione e 42 di Sacerdozio.

Piamente spirò il pomeriggio del 15 giugno scorso in Rio de Janeiro (Brasile).

Era nato a Bettole di Villalvernia, nella campagna tortonese, il 7 giugno 1885. Pronto e lieto aveva seguito la vocazione che lo chiamava alla scuola di Don Orione, entrando giovanetto nel Collegio di Santa Chiara, dove il nostro Fondatore lo plasmò, intuendone le preclare doti dell'anima. Fece i suoi studi di filosofia a San Remo e quelli di teologia presso il Seminario vescovile di Tortona, facendo nello stesso tempo, l'assistente nell'antico probandato di Via Mirabelle. Fu consacrato sacerdote la Festa di San Pietro nel 1910.

Lavorò nella nostra Colonia Agricola di Monte Mario (Roma) dove fece da direttore e da... cuoco, quindi in Calabria.

Nel 1921 Don Orione lo condusse in Brasile, dove esplicò il suo apostolato sacerdotale per tutto il rimanente della sua vita. Il 1 gennaio 1922 veniva creato parroco di Mar de Hespanha e Don Orione gli scriveva a tergo di un'immaginetta: «Da Mar de. Hespanha. Oggi, primo giorno dell'anno 1922. mentre Padre Mario Ghiglione viene proclamato parroco dì questa Città dal pulpito, e il suo Superiore e Padre, i suoi Confratelli e il popolo pregano per lui, gli mando incontro la SS. Vergine che qui lo conduca e poi sempre lo accompagni con la sua materna benedizione, e lo benedico in Gesù Cristo. Sac. Orione della Divina Provvidenza ».

Alla fine del 1951, colpito da grave malore ricevette dal Rev.mo Superiore Generale l'obbedienza di venire in Italia per curarsi e ritemprarsi. Subì due dolorosi interventi chirurgici al «Mauriziano» di Torino; stette lungamente convalescente a Sanremo e passò pure qualche mese alla Casa Madre di Tortona. edificando tutti per la sua semplicità schietta e serena. per lo spirito di verace pietà e convinzione religiosa.

Il 3 novembre 1952 ritornava in Brasile, accompagnando il nuovo Direttore Provinciale, Rev.mo Don Angelo Bartoli. Aveva chiesto il ritorno come una grazia; desiderava morire là. dove aveva passato 32 anni di apostolato. Le sue ultime fatiche sacerdotali  furono consumate  presso il Santuario di Nostra Signora di Fatima, specialmente al confessionale.

Due giorni prima che spirasse il Rev.mo Direttore Generale lo confortò con questa lettera «Caro Don Maria, La pace del Signore sia sempre con noi! Don Bartoli mi ha dato notizie di Voi e che siete tuttora all'Ospedale per la solita vostra infermità che. a quanto pare questa volta vorrà aprirVi le porte del Paradiso, come è avvenuto poco fa al nostro caro Don Curetti. Ebbene, caro Don Mario, per noi Religiosi è tutto qui il nostro pensiero e attesa. Vi assicuro della mia preghiera fraterna per Voi e Vi mando la mia copiosa benedizione, del pur tanto indegno Successore di Don Orione. E Voi offrite al Signore nelle mani della nostra Santa Madonna tutte le Vostre sofferenze particolarmente per il bene dell'amata Congregazione nel Brasile. E quando sarete arrivato in Paradiso, ricordatevi di me presso la SS. Trinità, la Madonna e tutti. E arrivederci là.  

Aff.mo in X.to Sac. Carlo Pensa F. D. P.

La sua camera ardente fu il Santuario di Fatima. Rivestito dei sacri paramenti, stringeva sul petto il crocifisso con cui era partito Missionario 32 anni fa, intrecciato con la corona del Rosario e fasciato con il fazzoletto con il quale il Vescovo gli aveva legato le mani, dopo avergliele consacrate nell'ordinazione sacerdotale. La salma fu vegliata amorevolmente dai nostri Confratelli e dalle pie Associazioni Maschili e Femminili del Santuario in commovente gara di preghiere e di suffragi.

Don Mario fu un vero Religioso, «in quo dolus non fuit», fu un figlio di obbedienza schietto e sincero, che volò là dove i Superiori desideravano e sempre in umiltà di spirito e letizia nei posti di lavoro assegnatigli. Condusse un tenore di vita immacolato e fu un autentico «povero in spirito», che tutto diede a Dio e alla Congregazione e nulla si riprese. Quando, alla fine del 1951, venne in Italia per curarsi, ebbe dal suo Direttore Provinciale una certa somma, che avrebbe potuto spendere per conoscere e visitare le molte opere suscitate dalla Divina Provvidenza durante la sua permanenza in Brasile. Don Mario giunto si privò della gioia di vedere la meravigliosa fioritura di espansione della Congregazione e ciò unicamente per lo spirito di mortificazione e di povertà religiosa, per riservare quei denari alla Congregazione, affinchè questa li spendesse «più utilmente», diceva. Ed anche per farlo andare, per una breve visita, al paese natio, a Bettole distante pochi chilometri da Tortona, lo si dovette pregare a farlo salire quasi di forza sulla vecchia «topolino» in servizio alla Casa Madre. Non voleva si consumasse la benzina per lui. Don Mario, avendo amato e praticato la Povertà di Cristo, è ora già ricco della ricchezza di Dio.

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