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Ricordiamo Sac. CABRAS Angelo

Qualifica religiosa: Sacerdote
Data del decesso: 25 Maggio 1994
Luogo del decesso: Roma
Luogo di sepoltura:

Sac. CABRAS Angelo, da Sini (Oristano), morto a Roma nel 1994, a 42 anni di età, 12 di Professione e 7 di Sacerdozio.


Da"Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia" - maggio agosto 1994:

Sac. Angelo CABRAS

Da Sini (Oristano), passato al Signore nel Policlinico Gemelli - Roma il 25 maggio 1994, a 42 anni di età, 13 di professione religiosa e 8 di sacerdozio.

"Un gioco della Divina Provvidenza", egli usava chiamare il modo con il quale aveva conosciuto, e subito amato, la Piccola Opera della Divina Provvidenza. Nato il 27 marzo del 1952, fatta una esperienza nella Polizia di Stato e ottenuto il titolo di studio per l'Istituto Tecnico a Herstal (Belgio), finalmente era entrato nel Seminario diocesano di Alessandria per prepararsi al sacerdozio, come tanto anelava.

Qui tuttavia incontrò alcuni colleghi di studi, che appartenevano all'Opera Don Orione, e cominciò così un suo spiegabile travaglio interiore, fatto di simpatia per la nostra Congregazione e, più, perché gli arrideva la speranza e la fiducia di poter allargare il suo orizzonte spirituale verso i campi apostolici e caritativi più vasti, che tanto lo allettavano. Dopo preghiere e consigli, il 27 ottobre 1978 entrava nell'Istituto Teologico dell'Opera in Tortona per il primo biennio (1978 -80), poi faceva il noviziato (1980-81) con la prima professione, seguito dal tirocinio quale assistente dei probandi seminaristi a Paterno (Catania) (1981-82) e dei mutilatini a Monte Mario in Roma (1982-83), per completare poi lassù, nell'Istituto Teologico il rimanente corso degli studi di immediata preparazione al Sacerdozio, professando in perpetuo a Velletri il 14.12.1985 e il baccelleriato in S. Teologia. Gli veniva conferito il presbiterato (7 dicembre 1986) nella chiesa parrocchiale Santa Chiara di Sini, circondato dai suoi concittadini, familiari e Religiosi dell'Opera, guidati dal Superiore generale Don Terzi.

L'ordinazione sacerdotale alimentò maggiormente il suo desiderio di spirituale avanzamento, già variamente provato nei periodi liberi, con esperienze di carità e donazione tra i più piccoli e poveri.

Il breve arco dei suoi anni sacerdotali li trascorse prima a Messina, poi a Floridia; fece una breve prova a Zerka in Giordania, donde la salute gli impose un doloroso abbandono, e alla fine lavorò nell'Opera Antoniana a Reggio Calabria. Qui il male insidioso e latente indusse i Superiori a procurargli cure e degenza presso il Policlinico Gemelli.

Di carattere forte con se stesso, amante del sacrificio tipico della spiritualità orionina, fece nei tre lustri di vita comunitaria un forte cammino, ben compreso di questa vita, dei requisiti per abbracciarla, generosissimo nel donarsi; predilesse piccoli e bisognosi, cercando, con ordinaria disponibilità, i servizi più umili e difficili, bramoso, come scriveva, «di scoprire sempre più il volto di Gesù nei fratelli bisognosi e, in modo particolare, nei fratelli più poveri».

Il 12 marzo 1992 aveva pronunciato, in Reggio Calabria, il giuramento di fedeltà al Papa, scrivendo e facendo proprie la parola del giovane Don Luigi Orione: «Lavoratelo, lavoratelo, questo fango, o mio Dio; dategli una forma e poi spezzatela ancora: essa è vostra e di chi fa per voi, e non avrà più nulla da ridire, quanti sforzi, o Signore, per arrivare a questo punto! Quanto di umano si è dovuto abbattere e calpestare. Ora vi ringrazio dal profondo del cuore. Fiat fiat!».

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