Data del decesso: 14 Maggio 1972
Luogo del decesso: Bytom (Polonia)
Luogo di sepoltura:
Sac. PROCHOT Stanisław, da Tresna (Polonia), morto a Bytom (Polonia) nel 1972, a 67 anni di età, 41 di Professione e 35 di Sacerdozio.
Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", Luglio - Settembre 1972
Sac. Stanislao PROCHOT
da Tresna (Polonia), morto all'ospedale di Bytom (Polonia) il 14 maggio 1972, a 67 anni di età, 42 di professione e 36 di sacerdozio.
Entrato in Congregazione il 30 agosto 1926, ricevette l'abito religioso l'anno seguente da Don Biagio Marabotto.
Dal 1931 al 1939 fu in Italia. Dopo il noviziato nel probandato di Tortona, sotto la guida di Don Ottavi, completò gli studi teologici a Genova, presso l'Istituto Brignole Sale e il 6 giugno 1936 veniva ordinato sacerdote dal Vescovo di Tortona, Mons. Melchiori.
Dal 1936 al 1939 fu nella chiesa di Ognissanti a Roma coadiutore del parroco Don Risi, ed alla fine di agosto del 1939, pochi giorni prima dello scoppio della guerra, tornava in Polonia. Era presso la famiglia quando i tedeschi con la loro avanzata gli impedirono di unirsi ai confratelli, per cui si fermò nella parrocchia d'origine. Con abiti borghesi, non cessò mai dal portare il suo conforto agli ammalati: di nascosto amministrava il battesimo, la estrema unzione, ascoltava moltissime confessioni. Nonostante le difficoltà degli anni di occupazione riuscì a far arrivare pacchi di viveri sia a confratelli sia ai suoi parrocchiani che si trovavano nei campi di concentramento.
Molti giovani che gli furono vicini in quegli anni ed uno dei suoi nipoti, Don Giuseppe, chiesero di far parte della Congregazione: di questi, otto sono oggi sacerdoti. Lo stesso suo buon esempio ebbe influsso sulle giovani, delle quali almeno una dozzina sono tra le Suore di Don Orione.
Finita la guerra, dal 1945 al 1948 venne nominato Direttore della Casa di Zdunska Wola, dove si prestò all'assistenza degli orfani di guerra e più tardi organizzò il Probandato: fu pure fino al 1958 Consigliere provinciale.
Da Zdunska Wola passò a Izbica Kujawska ed edificò i confratelli ai quali seppe nascondere le sue sofferenze ed il male che lo aveva afflitto. Pochi giorni prima di morire, concelebrando la sua ultima Messa con il Direttore provinciale, ne suggerì a Don Batory l'intenzione: « Perché si compia unicamente la volontà del Signore ».
Don Giuseppe Zambarbieri, RICORDO DI DON STANISLAO PROCHOT, in "Atti e Comunicazioni della Curia Generalizia", Luglio - Settembre 1972, p. 155-156:
Mentre ci andiamo tutti domandando — di fronte a tanti lutti che han colpito la nostra famiglia in questi mesi dell'anno centenario — quali saranno i disegni della Divina Provvidenza, ecco mi vedo davanti la cara e buona immagine di Don Stanislao Prochot, tornato al Signore il 14 maggio in Polonia dopo lungo periodo di sofferenze. Era uno dei più stimati nostri confratelli polacchi, e ne serbavo un ricordo particolarmente affettuoso sia per averlo conosciuto in Italia, quando aveva fatto i suoi studi qui vivente Don Orione, sia per gli incontri in Polonia. Era di temperamento molto cordiale ed amabile, conservava una bella conoscenza della lingua italiana, e il ritrovarci era stato motivo di vicendevole sollievo. Gli sono molto grato, oltre che per le attenzioni fraterne usate a me anche nei suoi scritti, soprattutto per la sua fedeltà a Don Orione, onorato sempre in Polonia con una vita religiosa e sacerdotale tanto esemplare, con uno zelo che gli ha ispirato gesti di tanta carità durante la guerra, e con la fortezza di cui ha dato prova nel calvario della malattia, passando serenamente da un ospedale all'altro e lasciando ovunque edificazione con un totale abbandono alla volontà di Dio.
I confratelli, col nipote Don Giuseppe e col Direttore provinciale Don Batory, gli sono stati sempre molti vicini, circondandolo delle cure più affettuose. Ancora alla vigilia della morte aveva ricevuto un ricordo da Roma (come è materna la Divina Provvidenza!) e ne aveva provato grande conforto, sensibile e delicatissimo com'era.
I suoi funerali — presieduti a Zdunska Wola da Mons. Dabrowski — sono stati un trionfo, e lo meritava. Ma il suo vero trionfo è in cielo dove lo pensiamo accanto ai nostri Servi di Dio, dove doveva così presto raggiungerlo anche Don Piccinini, che lo aveva conosciuto bene a Roma e tanto lo apprezzava.
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