La Piccola Opera della Divina Provvidenza e il carisma
La fiducia nella Divina Provvidenza è da considerarsi la chiave di lettura della vita personale, comunitaria e apostolica di Don Orione. Egli fu un modello di abbandono e di fede nella Provvidenza, sia come atteggiamento interiore che nell'apostolato della carità per amare il Papa e servendo o poveri più poveri. Egli sempre volle essere docile alla misteriosa azione provvidente di Dio e per questo la sua vita, molto sacrificata nell’attiva donazione di sé, emanava il fascino del soprannaturale. Denominò la sua fondazione «Piccola Opera della Divina Provvidenza».
Siccome «l’opera della Divina Provvidenza consiste nell’“instaurare omnia in Christo” (Ef 1,10)», Don Orione scelse il motto paolino come «programma della nostra Congregazione». La sua spiritualità ebbe un orientamento molto cristocentrico, espresso misticamente nella devozione al Crocifisso, all’Eucaristia e al Sacro Cuore, e apostolicamente vissuto come «divina follia e olocausto di mente, di cuore e di azione per le Anime», «per dare Cristo al popolo e il popolo alla Chiesa di Cristo».
Il profondo sensus Ecclesiae, che caratterizza il carisma orionino, quasi si identifica con l’amore al divino Redentore, perché Cristo, «cuore del mondo», vive e pulsa nella Chiesa, suo «corpo mistico», il cui centro di comunione è il Papa. «Nostro Signore Gesù Cristo designò propriamente nel Beato Pietro chi doveva farsi servo dei servi di Dio, e su lui fondò la sua Chiesa, e a lui commise l’unità del governo visibile che avvicinasse sempre più gli uomini a Dio».
L’espressione più visibile del carisma da Don Orione trasmesso è senza dubbio la «carità divina, alta, universale che fa del bene a tutti, del bene sempre, del male mai a nessuno». Fu la sua scelta pratica dal momento che «la causa di Cristo e della Chiesa non si serve che con una grande carità di vita e di opere»; «la carità apre gli occhi alla fede e riscalda i cuori d’amore verso Dio. Opere di carità ci vogliono: esse sono l'apologia migliore della fede cattolica». Per questo, nella sua visione carismatica l'«instaurare omnia in Christo» si attua storicamente e sacramentalmente nell’«instaurare omnia in Ecclesia» mediante il dinamismo dell’«instaurare omnia in charitate».
Fedeli a questa singolare spiritualità, i Figli della Divina Provvidenza, sacerdoti, fratelli, eremiti, emettono nella loro professione religiosa, con i tre voti di povertà, castità e obbedienza, anche un quarto voto di “speciale fedeltà al Papa”. «Tutto il Vangelo è qui: vedere e sentire Cristo nell'uomo. Serviamo la Verità, la Chiesa nella Carità».
Nella filiale devozione a Maria, Mater Dei, infine, Don Orione visse e comunicò in forma semplice e popolare la sintesi esistenziale del suo carisma per cui concludeva «A Gesù, al Santo Padre e alle Anime per la Madonna». «La Madonna chiama la nostra Congregazione ad essere una Congregazione mariana, che vive di amore a Dio, alla Chiesa e ai Poveri, ma attraverso e tutto con l’amore alla Madonna».
Lo stemma e il vessillo
Il vessillo usato sin dai primi tempi della Congregazione consta di una croce rossa in campo bianco, circondata da una raggiera, attorniata dalle parole "Instaurare omnia in Christo" in caratteri rossi.
La comunicazione di valori e di progetti importanti passa anche attraverso dei simboli. Fu facile per Don Orione ideare, a partire dal motto programmatico "Instaurare omnia in Christo", la bandiera di quel piccolo e volenteroso "esercito della carità" da lui radunato sotto il nome della Divina Provvidenza.
Il vessillo - modificato negli ultimi anni - raffigura lo stemma della Piccola Opera della Divina Provvidenza inserito al centro di uno sfondo egualmente diviso in bianco e in giallo.