Sito ufficiale della Piccola Opera della Divina Provvidenza

Figli della Divina Provvidenza - FDP

Religiosi sacerdoti e religiosi fratelli consacrati per portare i piccoli, i poveri, il popolo alla Chiesa e al Papa, per 'instaurare omnia in Christo', mediante l'apostolato della carità.

Il generoso programma di vita di Don Orione era quello di "abbracciare tutte le anime e salvarle tutte, tutte" (Scritti115,142), "vivere di amore al Papa, e diffondere, specialmente nei piccoli negli umili, nel popolo, il più dolce amore al Papa, e l'obbedienza piena e filiale alla sua parola e ai suoi desideri" (Lettere II, 41-47).

Ciò implicava, necessariamente, anche il progetto di formare dei discepoli e dei collaboratori che condividessero lo stesso carisma e lo stesso progetto apostolico.

Don Orione fu fondatore a 21 anni, ancora seminarista. Il primo collegio aperto a Tortona nel 1893 nacque già con intenti e stile propri. Sei dei primi quaranta allievi della prima Casa della Divina Provvidenza in San Bernardino, a Tortona, indossarono l'abito clericale lo stesso giorno che Don Orione fu ordinato sacerdote (13 aprile 1895). Cinque mesi dopo, sul primo bollettino "La Scintilla", venivano presentati con la loro denominazione ufficiale: Figli della Divina Provvidenza.

La Congregazione ebbe l'approvazione diocesana, da parte del vescovo di Tortona di Mons. Bandi, con il decreto del 21.3.1903. I rapidi sviluppi successivi sono raccontati nella vita di Don Orione e ne formano parte integrante. Il Fondatore fu soprattutto il formatore della sua Famiglia religiosa. Nel ceppo dei Figli della Divina Provvidenza, Don Orione distinse i rami degli Eremiti della Divina Provvidenza e dei Religiosi Fratelli. Tra i primi Religiosi Fratelli, non eremiti, ci sono sicuramente Michele Volpini e Rotta Pasquale, i quali fecero i loro primi voti rispettivamente, l'8 Dicembre 1912, a Tortona, e il 15 Agosto 1920, a Bandito di Bra.

Nel 1912 nel Santuario della Madonna della Catena (Cassano allo Ionio) don Orione emise la professione perpetua e il voto e giuramento di obbedienza, fedeltà amore e difesa del Santo Padre, che poi rinnoverà davanti a Pio X.

Nel 1913 iniziò l'attività delle missioni fuori Italia con la partenza di un religioso sacerdote e due religiosi fratelli per il Brasile, subito seguiti da altre spedizioni per l'Argentina e la Terrasanta. Don Orione stesso fu missionario in America Latina (Brasile, Argentina, Uruguay e Cile) negli anni 1921-22 e 1934-37.

Tra gli anni 1920 e 1930, mentre continuava l'assistenza alla gioventù con orfanotrofi, colonie agricole e Istituti di istruzione, si accentuò l'impegno nella cura pastorale ad altre categorie di bisognosi; si sviluppò l'attività assistenziale nei Piccoli Cottolengo, per persone con gravi handicap fisici e psichici, e nelle Case di Riposo per anziani e persone sole.

Un buon sviluppo del numero dei Figli della Divina Provvidenza si ebbe negli ultimi anni di vita del Fondatore, frutto delle sue famose questue per le vocazioni. L'aumento del personale religioso permise l'apertura di nuove opere, reclamate dalle necessità emergenti sia nel campo educativo-assistenziale come in quello pastorale.

Dovendo presentare lo scopo e programma di vita della Congregazione - oggi si direbbe il "carisma" - Don Orione fissò il programma essenziale nei seguenti termini:

«Il fine particolare e speciale è diffondere la dottrina e l'amore di Gesù Cristo, del Papa e della Chiesa specialmente nel popolo; trarre e unire con un vincolo dolcissimo e strettissimo di tutta la mente e del cuore i figli del popolo e le classi lavoratrici alla Sede Apostolica, nella quale, secondo le parole del Crisologo "il Beato Pietro vive, presiede e dona la verità della fede a chi la domanda". (Epist. ad Eutc. 2).

E ciò con l'Apostolato della carità tra i piccoli ed i poveri, mediante quelle Istituzioni ed Opere di misericordia più atte alla educazione e formazione cristiana dei figli del popolo e a condurre le turbe a Gesù Cristo e alla Sua Chiesa» (22.07.1936).

Volle per i suoi figli un quarto voto di "speciale fedeltà al Papa" e dichiarò più volte: "Questo fine - unire al Papa per instaurare omnia in Christo - è proprio di nostra vocazione".

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