Data del decesso: 24 Dicembre 2021
Luogo del decesso: Quintero (Cile)
Luogo di sepoltura:
Sac. PIETROBON Bruno, da Roma (Italia), morto a Quintero (Cile) il 24 dicembre 2021 a 91 anni di età, 72 di professione e 62 di sacerdozio. Apparteneva alla Delegazione “Nuestra Señora del Carmen” – Cile.
Da “Atti e Comunicazioni della Curia Generale”, n.264, Settembre – Dicembre 2021
Sac. Bruno PIETROBON
Deceduto a Viña del Mar (Chile) il 24 dicembre 2021 a 91 anni di età, 72 di professione religiosa e 62 di sacerdozio. Apparteneva alla Delegazione Ntra. Sra. del Carmen (Chile). Misionario 23 anni in Spagna e 39 in Cile.
Don Bruno Giovanni Pietrobon Montagner è nato a Roma il 13 marzo 1930 nella famiglia di Raimundo Pietrobon ed Elena Montagner. Raimundo era un agricoltore autonomo nato a Paese (Treviso) ed Elena era nata a Monastier (anche lei di Treviso). Si trasferirono a Pantan Monastero in provincia di Roma già con due figli. Avevano una grande famiglia di 14 figli, tra i quali Bruno era il sesto: Ivo (morto a 14 anni per peritonite, era nel seminario di Don Giovanni Calabria, Roma), Ilva (morta nel 1972), Imelda (morta nel 2018), Igino (prete diocesano a Roma, ha studiato nel seminario di Don Giovanni Calabria, morto nel 1989), Enzo (morto a 22 anni mentre faceva il servizio militare in un incidente con altri compagni), Bruno, Clara (morta nel 2014), Maria (viva, 88 anni), Gabriele (vivo, 86 anni) Ivoneo (vivo, 84 anni), Ubaldo (vivo, 82 anni), Giangiacomo (vivo, 81 anni), Nereo (sindrome di Down, morto nel 2014 a 72 anni) e Gabriella (morta nel 2011).
Bruno ha frequentato la scuola elementare e primaria a Pantan Monastero (Roma), suo luogo di nascita. Entrò nel seminario minore nel 42/43 su raccomandazione di don Gino Bressan che celebrava alcune messe presso la famiglia Pietrobon. Prima al seminario minore di Patrica (Frosinone) e poi ha completato tutto il ciclo di formazione presso la casa di Santa Maria (Roma), Villa Moffa di Bra e al teologico di Tortona. Ha fatto la sua prima professione l’11 ottobre 1949 e la professione perpetua l’11 ottobre 1955, ricevendo gli ordini sacri il 29 giugno 1959.
Subito dopo la sua ordinazione, fu inviato in Spagna, dove la Congregazione esisteva da poco tempo. Ha servito la Congregazione in Spagna per 23 anni, dal 59 all’82. Fu assegnato principalmente, in vari periodi, al seminario di Dicastillo (Navarra), ma anche alle case (seminari minori) di Cascante e Frómista. Dal 1972 al 1975 è stato responsabile degli studenti di filosofia e teologia a Madrid e dell’Hogar Don Orione. Per questo quasi tutti gli studenti e seminaristi di Don Orione in Spagna lo hanno avuto come maestro e formatore. Gli ex alunni lo ricordano come un insegnante serio ed esigente di greco, matematica e francese. Hanno tutti un bel ricordo di padre Bruno. “Nell’ufficio del suo preside, che era facilmente accessibile e dove si poteva parlare di tutto. Una persona di carattere, convincente nelle sue convinzioni. Sempre pronto ad ascoltarti”. E come religioso orionino ha lasciato segni importanti, molto laborioso, buon compagno, fedele e puntuale nell’orario comunitario e in tutti i suoi obblighi. Tutti lo ricordano anche per il suo senso dell’umorismo non privo di ironia... “Ragazzo, ragazzo, tu che sei un bravo elettricista... vai a spegnere quella luce nel corridoio”.
Alla fine del 1982, i superiori della Congregazione pensarono a lui per la Vice-Provincia di Nostra Signora del Carmen (Cile). Per la sua esperienza nella formazione, è stato assegnato a Cerrillos come responsabile del seminario (professi filosofi e teologi) e formatore dal 1982 al 1993; poi, dal 1994 al 2000, ha servito anche come vice-provinciale. Alla fine del suo periodo come vice-provinciale è tornato alla formazione ed è stato anche il rappresentante legale del Colegio Don Orione a Cerrillos e poi è stato anche il rappresentante legale del Colegio de Quintero. In seguito fu mandato per alcuni anni al Piccolo Cottolengo di Rancagua. Dal 2014 gli viene chiesto di tornare a Quintero e lì è responsabile del Piccolo Cottolengo e della scuola di Educazione Speciale. L’ultimo anno era ancora responsabile della scuola di educazione speciale e un grande esempio nella comunità: austero, puntuale, sereno; proprio come aveva vissuto tutta la sua vita.
Non si sentiva bene da un paio di mesi, soffriva di diverticolite che veniva controllata. All’inizio di dicembre si sentì male e fu ricoverato in una clinica nella vicina città di Viña del Mar, dove ricevette l’Unzione degli infermi e la comunione da suo fratello di comunità padre Pedro Ferrini. E il 24 dicembre, Vigilia di Natale, dopo una crisi cardio-respiratoria, fu chiamato da Dio Padre a ricevere la ricompensa della vita eterna. I suoi resti mortali riposano nel bel cimitero del Pequeño Cottolengo de Cerrillos (Santiago), insieme agli altri orionini religiosi morti in Cile.
Padre Bruno si è sempre caratterizzato per la sua austerità, la sua indomabile volontà di essere un buon religioso, dando testimonianza della sua vita religiosa e sacerdotale. Anche in Cile, praticamente tutti i religiosi cileni sono passati per le sue mani di formatore, e hanno ottimi ricordi di lui. Sereno e un padre esemplare per tutti. Sapeva ascoltare tutti e predicava sempre con il buon esempio. Le sue frasi lapidarie sono ricordate. Se qualcuno si è addormentato al mattino: “ci hai mancato nella preghiera...”. Un’altra risposta caratteristica: “Padre, alcuni amici mi hanno invitato a cena... (Con quella voce grave) - Bene, dovresti ringraziarli...”. Insomma, tanti aneddoti dei giovani orionini in formazione con padre Bruno. Anche molti parrocchiani di Cerrillos lo ricordano con affetto, le sue visite ai malati, alle famiglie in momenti di dolore per la perdita di una persona cara. Per molti anni è andato a confessarsi nel Santuario di Maipú il sabato e la domenica pomeriggio e all’andata e al ritorno visitava qualche famiglia nella piccola auto che lui usava...
Aveva una stretta relazione con la sua famiglia a Roma. Viaggiava di tanto in tanto e visitava tutti. Sua nipote Margherita, che ci ha fornito molte di queste informazioni, aveva un rapporto speciale e stretto con suo zio. Negli ultimi tempi era la persona di collegamento con la famiglia. “Parlavano spesso al telefono”. Ci dice che amava profondamente la Spagna e il Cile e lo definisce come un prete sorridente, calmo, sereno, sempre pronto ad ascoltare. Voleva sempre sapere come stavano tutti i suoi fratelli e nipoti, uno per uno... A volte sapeva più notizie di me stessa.
E possiamo terminare con queste parole di sua nipote che vogliamo fare anche nostre: “Penso di parlare a nome di tutti: Fratelli, nipoti, parenti ed amici nel dire che era un grande e umile sacerdote, grande umile uomo. Buon viaggio fratello, zio, amico! Piangiamo la tua assenza ma ti sentiamo vicino. Non ti dimenticheremo mai perché sempre sei tato e sarai con noi”.
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