Data del decesso: 13 Dicembre 2007
Luogo del decesso: Pescara
Luogo di sepoltura: Riccione (Rimini)
SAC. MAZZA PASQUALE, da Coriano (Rimini), morto a Pescara nel 2007, a 87 anni di età, 71 di Professione religiosa e 61 di sacerdozio. Apparteneva alla Provincia “Santi Apostoli Pietro e Paolo” (Roma - Italia).
Dal 1995 risiedeva al “Villaggio del Fanciullo” di Pescara, proveniente da Palermo, per curare i postumi di un incidente sul lavoro che gli avevano causato la frattura del femore e altri dolori. Nel frattempo, Don Pasquale, con l’aiuto del Signore e di San Luigi Orione, del quale serbava sempre in cuore il ricordo e la grazia di averlo conosciuto, seppe valorizzare gli ultimi anni, abbracciando con serenità l’infermità fisica che lo costringeva alla carrozzella e alla dipendenza, facendogli scoprire ed esercitare la carità fraterna, cristiana e concreta delle piccole azioni quotidiane, vivendo l’apostolato sacerdotale col dono dell’ascolto e riconciliazione, con l’esempio della sua vita orionina e comunitaria a quanti l’avvicinavano.
Da: "Atti e comunicazioni della Curia Generale", n.224 settembre dicembre 2007
Sac. Pasquale Mazza
Tornato al Signore il 13 dicembre 2007 presso il "Villaggio del Fanciullo Don Orione" di Pescara, a 87 anni d'età, 71 di Professione religiosa e 61 di sacerdozio.
Era il primo di cinque figli di Aristide e di Aurelia Angelini. Nacque il 7 marzo 1920 a Montetauro di Coriano, circondario di Rimini. Fu battezzato lo stesso giorno nel Duomo di Rimini e cresimato nella cappella vescovile il 30 gennaio 1927 da Mons. V. Spazzoli. Alla ricerca di migliori condizioni di vita e lavoro, la famiglia si trasferì nel comune di San Lorenzo in Strada, vicino a Riccione e il piccolo Pasquale oltre alla scuola fatta con profitto era contento di servire all’altare come chierichetto, manifestando il suo vivo desiderio di farsi sacerdote nonostante la povertà della famiglia. Il fattivo interessamento del Parroco Don Giovanni Montali sortì l’esito di farlo accogliere da Don Orione il 7 marzo 1932, che lo inviò al “Pansarasa” di Tortona per le prime due classi medie. Ricevuto l’abito religioso nella festa della Guardia ’33, fu mandato a Voghera e Montebello per la la terza e quarta ginnasio per poi fare l’anno di noviziato (’35-’36) a Villa Moffa di Bra (Cuneo), professando i primi voti il 7 ottobre 1936 nelle mani di Don Carlo Sterpi. A Tortona completò il ginnasio e la filosofia (’36-’39) per poi aiutare come tirocinante, al Paverano di Genova, Don Sciaccaluga nell’economato e curando le officine della manutenzione. Per la guerra allora in corso, fece gli studi teologici nella sede estiva del seminario, a Rosano di Casalnoceto (Alessandria), dal ’42 al ’46. Emise la Professione perpetua nel Santuario Madonna delle grazie di Casei Gerola l’8 settembre 1944. A Tortona ricevette l’ordine del Diaconato il 16 marzo ’46 e il 7 luglio successivo vi fu ordinato sacerdote dal vescovo Egisto Domenico Melchiori, nel santuario della Guardia. Dopo l’ordinazione fu inviato a Palermo a dirigere il santuario e l’istituto Santa Rosalia, prodigandosi per la ricostruzione morale e sociale di piccoli e grandi, provati dalla guerra (’46-’53). Passato all’istituto per orfani di Roma Monte Mario, fu incaricato delle officine per l’addestramento professionale dei giovani, senza trascurare il lato spirituale, nello stile orionino dell’educazione integrale. Vi rimase tre anni, fino al ’56. Nuovamente a Palermo, ebbe l’incarico di economo del nuovo Villaggio del Fanciullo e delle officine del Centro Addestramento professionale, valorizzando fino al ’69 le sue capacità umane, tecniche e sacerdotali, per la crescita umana, civile e religiosa dei ragazzi poveri e difficili. Dal ’60 al ’69 fu vicario della comunità religiosa, col buon esempio, facendosi benvolere per la disponibilità e sensibilità, oltre la bravura di far quadrare i conti del grande Centro. Trasferito a Noto (Siracusa), dal ’69 al ’79 si occupò del santuario–parrocchia, degli eremiti e degli orfanelli ivi raccolti, facendosi conoscere anche per la sua passione per il “presepe meccanizzato, méta di molti devoti della Sicilia orientale. Qui, per le sue benemerenze, il confratello, nel 1978, ricevette l’onorificenza di Cavaliere dal Presidente della Repubblica Giovanni Leone. Tornato a Palermo, diresse fino al ’84 il Villaggio e per un triennio il Santuario di Santa Rosalia sul Monte Pellegrino. Molti lo ricordano ancora, per la sua ingegnosa soluzione delle canalette realizzate all’interno del santuario che è incavato nel monte, per raccogliere il continuo gocciolìo dell’umida roccia. Dall’87, al Villaggio di Via Ammiraglio Rizzo, collaborò come economo e aiutante al Centro Addestramento fino al ’95, anno del suo trasferimento alla comunità di Pescara. Ovunque, si dedicò al bene e alla formazione dei giovani, con l’esempio, la carità vissuta, l’unione con Dio, col suo apostolato sacerdotale svolto con passione e zelo sull’esempio del Padre Fondatore, vero “faro” della sua vita, del quale ricordava spesso gl’incoraggiamenti avuti quando, giovane chierico lo accompagnava come autista in qualche suo viaggio della carità. I funerali, presieduti dal Padre provinciale e vari confratelli si svolsero il 14 nella chiesa dell’istituto di Pescara, gremita di ragazzi, dipendenti e parrocchiani. La salma proseguì poi per San Lorenzo in Strada dove, per desiderio dei parenti, dopo l’ultimo saluto della comunità parrocchiale, fu tumulata nella cappella di famiglia nel camposanto di Riccione.
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