Data del decesso: 30 Dicembre 1999
Luogo del decesso: Genova
Luogo di sepoltura:
Sac. SILVANO Giacomo, da Chiusa Pesio (Cuneo), morto a Genova nel 1999, a 84 anni di età, 65 di Professione e 57 di Sacerdozio.
Da "Atti e Comunicazioni della Curia Generale", n.200, Settembre - Dicembre 1999
Sac. Giacomo SILVANO
Da Chiusa Pesio (Cuneo), passato al Signore in Genova Paverano, il 30 dicembre 1999, a 84 anni d’età, 65 di Professione religiosa e 57 di sacerdozio.
Lo ricordiamo particolarmente commosso, nella Casa Madre in Tortona, durante il sacro rito dell’Ordinazione sacerdotale, conferita il 27.12.1942, a Lui, ai confratelli Del Lago e Vincenzo Re, dal Vescovo Melchiori, presenti Don Sterpi, Don Pensa e molti altri Figli dell’Opera. Il Successore di Don Orione aveva voluto quella funzione più intima, nel calore della Cappella, cuore della Piccola Opera, date le condizioni fisiche non ottimali degli Ordinandi. Noi sapevamo che quella consolazione rallegrava specialmente e conchiudeva un decennio tribolato per Giacomo Silvano, passato per molte prove fisiche da quando, a 17 anni, era entrato nella nostra Famiglia religiosa, il 16 ottobre 1932, accolto dallo stesso nostro Padre Don Orione, che lo aveva accettato dopo una sua prova di quattro anni, fatta presso i Salesiani, i quali per un difetto di deambulazione gli avevano consigliato un altro Istituto. Figlio di contadini e di famiglia numerosa, egli si era subito trovato bene nella Piccola Opera. Completato il ginnasio tra Tortona e Montebello, e ricevuto il sacro abito da Don Orione all’inizio del noviziato (15 agosto 1932), fatto con Don Cremaschi a Villa Moffa (Cuneo) (1932-33), ebbe la consolazione di emettere anche i primi santi voti nelle mani del Padre Fondatore (15 agosto 1933). Frequentò poi le classi liceali in Tortona, compiendo il tirocinio di regola come insegnante e assistente dei probandi più piccoli. Da due anni aveva iniziato la teologia, quando una violentissima crisi tubercolare lo costrinse, dal 1940, ad assenze presso nostri Istituti di Genova e in Svizzera, anche per effetti di poliomielite nell’arto inferiore sinistro: aveva appena avuto la gioia di professare in perpetuo nelle mani del Beato Fondatore, il 15 agosto 1939; poi iniziò il suo più duro calvario, d’ospedale in ospedale. Tuttavia, un tenace impegno nella pietà e il vivissimo anelito ad essere ministro di Cristo lo sorressero e gli permisero di prepararsi lodevolmente al sacerdozio. La sua corrispondenza di questi anni, con Don Sterpi, dal 1940 al 1950, attesta l’anelito di un’anima protesa, in un corpo sofferente, alla santa meta, con intenso lavoro spirituale. Tra i suoi propositi si legge ripetutamente: “Con l’aiuto di Gesù e di Maria, prometto confidenza illimitata con i Superiori, e d’essere umile, umile, umile. Nella mia vita di sofferenza fui molto consolato: aveva ragione Don Orione nel dire ‘Ave Maria e avanti!’, la preghiera e la sofferenza ci salvano. La mia salute ogni tanto fa un piccolo cenno a migliorare, ma poi…, come vuole la Madonna!…” Fu per anni in cura a Genova-Quezzi (1942-49), Cappellano a Genova-Molassana (1950-57), direttore spirituale a Sassello (1958-59). Nel 1960 gli si offrì l’incarico d’erboristeria, in ausilio della ditta Scarpari sino al 1981, quando ne divenne incaricato d’opera. Dal 1987 al 1993 fu consigliere in Paverano, offrendosi sempre disposto in opere di ministero, buono e pronto a dare la sua fatica di umile, silenzioso religioso, mite e gioviale con tutti, riservato, modesto, osservante. Il 20.11.1962 aveva fatto il suo giuramento di fedeltà al Papa. Nel 1995 la salute prese a ridargli problemi, che egli accettò offrendoli al Signore per la Piccola Opera, tanto amata, per la quale diceva di aver filialmente accettato le sue molte sofferenze.
Galleria fotografica