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Ricordiamo Agg. CASCIOLA Brizio (Sac.)

Qualifica religiosa: Aggregato
Data del decesso: 12 Dicembre 1957
Luogo del decesso: Napoli
Luogo di sepoltura:

Agg. CASCIOLA Brizio (Sac.), da Montefalco (Perugia), morto a Napoli nel 1957, a 86 anni di età e 58 di Sacerdozio.


Da "La Piccola Opera della Divina Provvidenza", gen-feb. 1958, p. 22

Don Brizio Casciola si addormentava nel Signore, improvvisamente, il 12 dicembre 1957 nel Piccolo Cottolengo di Don Orione in Napoli, tra gli Orfani, quasi a coronare quell'ideale di carità e di bene che, durante la intera vita, ne ispirò l'azione, ne sorresse il grande cuore. Di Don Brizio hanno scritto giornali d'Italia e dell'estero, esaltandone la figura sacerdotale, la vita illibata e benefica, la vastissima cultura.

Sono note, perché riferite su questo Bollettino e illustrate specialmente dal foglietto del Collegio San Giorgio di Novi Ligure — le relazioni di fraterna amicizia e le particolari ragioni di una devozione fervidissima e reciproca tra Don Orione e Don Brizio. La morte di questo pio Sacerdote, se è lutto dolorosissimo per una innumere schiera di Amici suoi e di estimatori, lo è particolarmente per la Piccola Opera da oltre un quarantennio divenuta anche la Famiglia tanto amata e prediletta del caro, illustre e venerato Estinto.

Ai funerali, semplicissimi come suo desiderio celebrati nella Chiesa del Piccolo Cottolengo di Don Orione in Napoli, il 13 dicembre disse parole affettuose, rivolgendosi agli orfani presenti, il Consigliere Generale Don Piccinini che ebbe con Don Brizio privilegio di lunga consuetudine e di preziose confidenze, conoscendone più di ogni altro la profonda ricchezza interiore e i superiori motivi di una esistenza consacrata unicamente al servizio della Carità. [Continua]


L’Osservatore Romano, dando la notizia della morte di Don Brizio Casciola avvenuta a Napoli il 12 dicembre 1957 cosi ne tratteggiava la poliedrica e ricca personalità: "Figura di primissimo piano, aveva toccato un alto grado d'interiorità e generosamente spese le sue migliori energie nel campo del bene e sul piano intellettuale. Legato agli uomini maggiori della sua epoca, seppe con essi militare nelle correnti d'avanguardia, con essi seminare e anche raccogliere ricca messe. Numerosissime le anime che da lui ebbero consolazione, non poche quelle che per lui ritrovarono il sentiero verso Dio. Paul Sabatier lo invocava, invano, nella sua agonia, come l'unico al quale avrebbe affidato gli interessi del proprio spirito; Murri lo ebbe vicino nelle ore più tormentate della sua crisi. E ancora, una smagliante rosa di nomi s'accende accanto alla sua figura. Che vanno dal Tyrrel al Gallarati Scotti, da von Hugel al card. Newman, da Giulio Salvadori ai baroni Franchetti, da Padre Ghignoni a padre Ceresi, dal Carcopino al Cubani; e la contessa Spalletti, la baronessa Celesia, la principessa di Venosa. E padre Genocchi, padre Semeria, Antoni Fogazzaro, padre Pietrobono, Luigi Valli e Don Orione. Dal quale ultimo se molto ricevette nei lunghi anni in cui fu ospite nelle sue Case, molto poté donare".

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