
In questi giorni, sto preparandomi al corso di esercizi che terrò a settembre alla Famiglia Orionina in Polonia “Sui passi del beato Francesco Drzewiecki”, seguendo i suoi esempi e le tappe del suo martirio. La data del 26 agosto mi fa ricordare come esattamente 75 anni fa iniziava il percorso comune di Don Francesco Drzewiecki e del confratello chierico Joseph Kubicki nei lager nazisti e verso il martirio.
Don Francesco era già stato arrestato nella notte de 7 novembre 1939, assieme a tutto il clero di Wloclawek, ove egli si trovava come parroco e direttore del Piccolo Cottolengo. Dopo alcuni mesi nella prigione di Wloclawek, fu poi portato a Lad, un convento usato come prigione.
Ricorda un testimone: "Il 26 agosto, vennero le SS con i ben noti autocarri. Dopo averci riuniti nel cortile, uno degli hitleriani lesse a voce alta nome e cognome di ciascuno di noi, via via che i chiamati uscivano… fu ordinato di prepararsi a partire” (Korszynski).
I prigionieri in partenza furono spogliati di tutti gli oggetti personali. Alle 11 del mattino, gli autocarri si misero in moto. Iniziava una nuova e ancor più dura tappa della lunga "via crucis", a Szczyglin. Verso Dachau.
A Szczyglin, il 26 agosto, Don Francesco incontra il confratello Jozef Kubicki. Egli, ancora chierico di 24 anni, fu arrestato il giorno prima, con il parroco don Rysztok, mentre si trovava nella Casa orionina di Izbica Kujawska, mentre cantavano il Te Deum di chiusura degli Esercizi spirituali.
"Lo stesso giorno – racconta Kubicki - fummo portati a Szczyglin (Poznan) dove ho incontrato don Drzewiecki che era già lì. Non abbiamo potuto neanche parlarci perché era severamente vietato. Abbiamo passato tre giorni e tre notti in questo luogo di concentramento prima di essere trasportati a Sachsenhausen e infine a Dachau. Fummo ammassati presso una fattoria, dentro una fossa, come anatre".
“Da Szczyglin, stipati su camions, noi prigionieri ecclesiastici partimmo verso destinazione inizialmente ignota”, ricorda Don Kubicki che fu importante testimone nel processo di beatificazione dei Martiri polacchi. “Giungemmo a Berlino. Quando i camions si fermavano al semaforo, i passanti chiedevano alla scorta chi stessero portando. I banditi polacchi, spiegavano. E allora la gente imprecava e bestemmiava contro di noi, trattandoci come delinquenti. Ci bastonavano e picchiavano. Ricordo un anziano col bastone avvicinarsi e picchiarci.
- Berlino, uscire! Fummo messi in fila e fatti vedere quasi a dar spettacolo.
Fummo trasportati al lager di Sachsenhausen. In fondo a un largo viale, ci aspettavano le SS, disposti su due file, con in mano i bastoni e cominciarono a battere il grano.
Da Sachsenhausen, i nostri due Confratelli furono portati al Lager di Dachau, il 14 dicembre 1940.
Le vicende di questi due Orionini al Lager sono raccontate nel libro “Francesco Drzewiecki, n.22666: un prete nel Lager (Borla 2008, p.160).
Sappiamo che poi, dopo due anni a Dachau, Don Francesco Drzewiecki, indebolito dai lavori forzati e dalle angherie del Lager fu ucciso nella camera a gas e cremato nel castello di Hartheim, una struttura di eliminazione di disabili, prima, e di prigionieri poi.
È da ricordare che poco tempo prima, il 28 maggio 1942, fu eliminato anche un altro orionino, don Robert Szulczewski, perché invalido a lavorare. Di lui poco sappiamo.
Joseph Kubicki invece, addetto alle falegnamerie, ebbe la vita un poco meno dura e sopravvisse fino alla liberazione del Lager, il 29 aprile 1945.
Don Flavio Peloso
LINK: Cenni biografici sul beato Francesco Drzewiecki anche in Français, English, Polish
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