Noi, in tutto che non tocca la dottrina, la vita cristiana e della Chiesa, dobbiamo andare e camminare alla testa dei tempi e dei popoli, e non alla coda, e non farci trascinare.
Mercoledì, 29 Novembre 2023
13 Novembre 2023
Papa Francesco incontra Rettori e Operatori dei Santuari
Dal 9 all’11 novembre 2023 si è tenuto presso l’Aula Paolo VI in Vaticano il II Incontro Internazionale per i Rettori e gli Operatori dei Santuari, dal titolo Il Santuario: casa di preghiera. Presenti anche i Rettori orionini.

A cinque anni dalla prima edizione del 2018, si è svolto presso l’Aula Paolo VI in Vaticano, il II Incontro Internazionale per i Rettori e gli Operatori dei Santuari, dal titolo “Il Santuario: casa di preghiera". In cammino verso il Giubileo 2025. All’incontro, pensato anche in preparazione all’Anno Santo del 2025, sono stati registrati circa 600 partecipanti provenienti da tutto il mondo, per 43 Paesi rappresentati. Presenti anche i Rettori dei Santuari orionini o affidati all'Opera Don Orione.

Sabato 11 novembre, giornata conclusiva del convegno, i Rettori e gli Operatori dei Santuari hanno avuto l’Udienza con il Santo Padre, che nel suo discorso ha sottolineato come i Santuari siano «luoghi speciali, dove il santo popolo fedele di Dio accorre per pregare, per essere consolato e per guardare con maggior fiducia al futuro».

«Si viene al Santuario, anzitutto, per pregare. Da parte nostra è necessario che rimanga sempre viva la preoccupazione che i nostri Santuari siano realmente luoghi privilegiati di preghiera» ha affermato Papa Francesco, raccomandando ai presenti che «nella scelta dei sacerdoti per le Confessioni, vi sia un buon discernimento, perché non accada che quanti si presentano al confessionale attirati dalla misericordia del Padre trovino degli ostacoli a vivere una piena riconciliazione. Il Sacramento della Riconciliazione è perdonare, sempre, perdonare».

È importante, inoltre che nei Santuari si dedichi particolare attenzione all’adorazione. «Noi abbiamo perso un po’ il senso dell’adorazione, dobbiamo riprenderlo – esorta Francesco -. Forse dobbiamo riscontrare che l’ambiente e l’atmosfera delle nostre chiese non sempre invitano a raccogliersi e ad adorare. Favorire nei pellegrini l’esperienza del silenzio contemplativo – e non è facile – del silenzio adorante, significa aiutarli a fissare lo sguardo sull’essenziale della fede. L’adorazione non è un allontanarsi dalla vita; piuttosto è lo spazio per dare senso a tutto, per ricevere il dono dell’amore di Dio e poterlo testimoniare nella carità fraterna. Noi possiamo farci la domanda: “E io, sono abituato alla preghiera di adorazione?”. È importante rispondere».

Il Santo Padre si sofferma quindi sul "mistero della consolazione", ricordando che si va ai Santuari anche per essere consolati. «Quante persone vi si recano perché portano nello spirito e nel corpo un peso, una pena, una preoccupazione! La consolazione non è un’idea astratta, e non è fatta prima di tutto di parole, ma di una vicinanza compassionevole e tenera, che comprende il dolore e la sofferenza. Questo è lo stile di Dio: vicino, compassionevole e tenero. Così è il Signore. Consolare equivale a rendere tangibile la misericordia di Dio; per questo il servizio della consolazione non può mancare nei nostri Santuari».

Il Papa parla poi di speranza, quella di cui ogni pellegrino ha bisogno perché «si va al Santuario per guardare al futuro con maggior fiducia. Il pellegrino ha bisogno di speranza. La cerca nel gesto stesso del pellegrinaggio: si mette in cammino alla ricerca di una meta sicura da raggiungere. Chiede speranza con la sua preghiera, perché sa che solo una fede semplice e umile può ottenere la grazia di cui ha bisogno».

Infine, sottolinea l'importanza dell'accoglienza, a cui nei nostri Santuari viene rivolta molta attenzione «per favore, non dimenticare questo: accogliere bene i pellegrini –, ed è giusto che sia così. Al tempo stesso occorre prestare altrettanta cura pastorale al momento in cui i pellegrini lasciano il Santuario per ritornare alla loro vita ordinaria: che ricevano parole e segni di speranza, così che il pellegrinaggio compiuto raggiunga il suo pieno significato».

A conclusione del suo discorso, il Papa ricorda che il prossimo anno, in preparazione al Giubileo del 2025, sarà un anno interamente dedicato alla preghiera e annuncia la pubblicazione dei Sussidi che «possono aiutare a riscoprire la centralità della preghiera. Li raccomando: saranno una buona lettura, che stimola a pregare con semplicità e secondo il cuore di Cristo. Rinnoviamo ogni giorno la gioia e l’impegno di essere uomini e donne di preghiera. Preghiera dal cuore, non come dei pappagalli. No. Dal cuore. Che le parole dette vengano dal cuore. Voi, nei Santuari, lo farete attraverso la spiritualità tipica che li caratterizza».

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