
Domenica 24 ottobre a Milano, alle ore 11:30, presso la parrocchia orionina “San Benedetto” annessa al Piccolo Cottolengo, sarà celebrata una Messa in suffragio di Don Giuseppe Masiero, Don Angelo Riva, di Don Italo Saran e del giovane volontario Rafael Villanueva, morti il 25 ottobre 1991 in un tragico incidente stradale.
A dare comunicazione della celebrazione, che sarà presieduta dal Direttore generale P. Tarcisio Vieira e a cui sono stati invitati anche i parenti di Don Masiero e Don Riva, è il Vicario generale Don Oreste Ferrari, con una lettera inviata nei giorni scorsi ai religiosi orionini.
«Don Masiero - riferisce il Vicario generale - ha avuto un ruolo importante per la nostra congregazione. Non solo è stato Direttore Generale per 5 anni (1987-1991), e consigliere per 6, ma durante il suo mandato, ha saputo dare una grande spinta missionaria alla nostra famiglia».
«Il 24 ottobre sarà anche la Giornata Missionaria Mondiale - prosegue Don Ferrari -, coincidenza propizia per sottolineare la spinta data da essi alle missioni orionine e la vita donata durante un viaggio missionario».
Nel 1991 infatti la missione orionina in Venezuela era stata avviata da pochi anni e Don Italo Saran, milanese di nascita e missionario in Brasile per lungo tempo, da circa quattro anni si trovava nel paese sudamericano, come incaricato dell’Opera a favore dell’infanzia abbandonata e dei bambini con gravi limiti fisici e psichici ospitati nel Hogar de Niños Impedidos (HONIM) di Barquisimeto. In quel periodo, inoltre, erano stati avviati il seminario Don Orione, il Piccolo Cottolengo e la Parrocchia di Nostra Signora di Guadalupe.
«A 30 anni dalla morte di padre Italo Saran e ‘Gordo’ Rafael Villanueva - fa sapere P. Angel Bombin, Direttore della Vice provincia spagnola -, la presenza della Famiglia orionina continua ad essere un faro di carità e di speranza in Venezuela nel bel mezzo di una situazione di crisi. Il seme piantato e innaffiato con la vita donata e il sangue versato a Caracas, continua a portare frutti pieni di speranza».
«La realtà sociale venezuelana è dura e sconcertante - prosegue P. Bombin -, ma la presenza della Chiesa e dell'Opera Don Orione, continua ad accompagnare la vita della gente semplice, condividendo la loro sofferenza, rafforzando il loro spirito e alimentando la speranza, è un dono per tutti, sia per la comunità, per la Chiesa, e per la Congregazione stessa».
«Per comprendere cosi significhi la parola “crisi” in questo contesto, basti pensare che fino all'ottobre 2021 quasi sette milioni di venezuelani hanno dovuto lasciare il Paese per sopravvivere e sperare di migliorare la situazione della propria famiglia»… continua a leggere [IT - ES]
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