
Cosa ci dice Don Orione sulla Madre della Divina Provvidenza
La devozione a Maria è una delle quattro colonne portanti della spiritualità orionina. Don Orione parla in continuazione della Vergine Santissima, invoca la sua protezione, attribuisce a Lei tutto il suo operato, ne diffonde la devozione, eccetera. Questa devozione si esprime in tante forme diverse ma l’amore a Maria è uno.
“La nostra Congregazione ha come un mosaico di devozioni alla Madonna; la Madonna della divina Provvidenza; del Buon Consiglio; del Carmine, del la Guardia, che ha lo sviluppo più grande presso di noi, la Madonna dei Fiori, il cui Santuario principe sorge nei pressi di Villa Moffa....
E poi la Congregazione ha la devozione mariana sua speciale, quasi sua prerogativa e distintiva, nel culto della Madre di Dio, nella Maternità divina di Maria, che - come sapete - è il centro di tutte le prerogative della Santa Madonna,... Ma, più' che un mosaico, potrei dire che questa varietà' di titoli mariani è il canto, 1’inno, il poema alla Madonna della Congregazione. È un unico amore alla Madonna sotto tanti aspetti, sotto forme varie, uscite dal popolo e che piacciono al popolo”. (Dal discorso del 17.04.1938 in Parola VIII, 244)
Alla fine ha scelto come titolo per la nostra patrona quello di “Madre della Divina Provvidenza”. Cosa intendeva con queste parole? Due testi di Don Orione possono illuminarci.
Il primo è un commento al Vangelo delle nozze di Cana: “Gli occhi dolci di Maria, della madre sua, avevano visto che, nel festino di nozze a cui assistevano in Cana di Galilea, erano rimasti senza vino. Maria teme dell'umiliazione e del dolore degli sposi e dice al figlio: "Non hanno più vino". Gesù risponde alla madre: "Ma che importa a te, o donna?. Non è ancora venuta la mia ora". Ma la madre non si lascia intimidire e dice a coloro che servono: "Fate ciò che egli vi dirà". La Vergine benedetta sapeva di poter contare sul cuore del figlio suo! La Madonna non ha pregato; ha detto solamente: "Non hanno più vino". E Gesù ha fatto il miracolo: ha obbedito alla madre sua! La Madonna non ha fatto un lungo discorso: tre parole sole! Tre parole sole! (Fate attenzione a questo, voi altre donne che avete il vizio di parlare troppo, e per dire una cosa ci fate un contorno di parole inutili, e fate un lungo discorso, per dire tre parole necessarie; tolte quelle, tutto il resto... chiacchiere!). La Madonna parla poco, tre parole bastano per strappare un miracolo dal cuore di Gesù. Non era venuta l'ora di mostrare coi miracoli che era Dio; ma la Madonna parla ed egli obbedisce! Com'è bella l'obbedienza!”. (Discorso alle religiose del 12 - IX - 1919).
Il secondo ci presenta Maria come esempio di vita: “Che bello vedere religiosi pieni di ardore, di zelo nelle cose di Dio, nel servire all'altare con il cuore con il quale la Madonna serviva a Gesù a Betlemme e a Nazareth! Che grande modello la Madonna! Come cantava le lodi di Dio: pensiamo al Magnificat! Che ardore, che canto, che poesia, vera poesia; non le nenie dei poeti della terra... Quella era la poesia di Dio! La Madonna con che fervore andò a servire la cugina Elisabetta; con che slancio si recava ogni anno a Gerusalemme, facendo tanta strada a piedi verso il tempio del Dio vero e tre volte santo... Che fervore nella pietà, che fervore nella carità! La vita della Madonna santissima ben meditata è una sorgente di dolci affetti verso Dio, di desideri di andare avanti con fervore, con cuore ignìto, nella pratica delle virtù cristiane e religiose. Guardare, guardare alla Madonna, per attingere da lei lo spirito della Congregazione, per imparare da lei a servire il Signore con cuore magnanimo in tutti i giorni della nostra vita...”.
"Solchiamo un mare infido"
In onore di Maria riportiamo un commento che Don Orione ha fatto di un canto molto comune in passato in Congregazione e che forse alcuni conoscono:
"Solchiamo un mare infido" - “Io sento che voi, o cari chierici, sciogliete alla Vergine santa un canto che mi ricorda i primi tempi della nostra cara Congregazione. In certe circostanze, in certi giorni particolarmente, voi, per dare lode alla Vergine e forse per anche dare conforto allo spirito del vostro Superiore, cantate a Maria Santissima una lode composta da un Santo che fu divotissimo della Madonna, Sant'Alfonso de' Liguori...
Tanti anni fa, come oggi, festa di santa Teresa di Gesù, nell'umile casetta, che oggi è abitata dalle nostre suore, si raccolsero i primi ragazzi, il primo nucleo di giovinetti, raccolti sotto gli auspici della Divina Provvidenza e in modo particolare offerti, fin dal primo giorno a Maria santissima... Fin da quel primo giorno essi cantarono la bella lode "Solchiamo un mare infido ". Oh come esprime bene questo canto, devoto e fiero, la trepidazione insieme e la speranza delle anime fedeli che guardano a Maria santissima nel procelloso mare del mondo. Tutti sentono una viva consolazione quando il cielo, dopo le burrasche e le bufere, si apre al sole... Con che gioia i naviganti salutano il sereno, dopo ore e giorni di periglioso viaggiare, sul mare profondo e insidioso...
Questo succede anche un poco - anzi molte volte di più -nell'intimo delle anime... Quante ore scure, quante tempeste, quanto tumultuare di sentimenti e di affetti non sempre belli, non sempre graditi al Signore e alla sua Santissima Madre... Specialmente per noi che vogliamo consacrarci in modo speciale al Signore, che cerchiamo di essere fedeli ai nostri obblighi e alle promesse fatte nella professione religiosa, come allora si respira, quando la bufera si allontana dalla nostra anima!... Allora, più che in altri momenti, si riconosce che, se non si è fatto naufragio, tutto si deve all'intervento della Vergine santissima, che ha fatto come fece Gesù sul mare di Tiberiade, ordinando ai venti di tacere e ai flutti di quietarsi...
«La nostra piccola Congregazione quante volte parve veramente una navicella sbattuta dall'uragano... Guai se non ci fosse stata la Madonna a metterle la mano sopra e a tirarla in salvo... "Solchiamo un mare infido" fu quasi il canto, a volte silenzioso nel segreto del cuore, che abbiamo cercato sempre di innalzare alla Stella del cielo, in mezzo al turbine delle difficoltà... E la Madonna, quando tutto pareva perduto, fece risplendere all'improvviso il sole...
Portate, portiamo sempre, cari figliuoli, vivamente nel cuore questa fiducia e speranza, per noi e per la piccola barca della nostra Congregazione. La Madonna sa calmare anche i mari, sa frenare le onde, sa ridonare la tranquillità, anche quando tutto pare perduto... Fiducia in Maria, fiducia in Maria! La Piccola Opera, sulle sue vele, porta l'orifiamma di Maria... Solchiamo, solchiamo il mare infido e non temiamo... La nostra celeste Fondatrice e Madre continuerà l'opera sua materna. Cantiamo, cantiamo sempre il bel canto della fiducia e dell'abbandono alla potenza di Maria santissima. Quando ci troviamo insieme è tanto bello cantarlo, perché esso dice che, per la nostra miseria, sì, temiamo, ma per la intercessione di Maria abbiamo la sicurezza di continuare il viaggio della nostra vita con pace e tranquillo animo... Solchiamo, solchiamo il mare infido...
La Madre di Dio ho sentito molte volte di avermela vicina; ho sentito il soffio, soave e forte, che veniva da Lei e che faceva andare avanti la povera baracca della Piccola Opera, e la teneva a galla... La Madonna è al timone e guida la barchetta della nostra famiglia religiosa, della società, delle nostre anime...” .(al Santuario della Madonna della Guardia 15.10.1939).
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