
«Per un Superiore delegato - riferisce Don Luciano Mariani - aprire una nuova comunità religiosa è l’atto più bello e più grande. È segno che ci sono preti, ci sono vocazioni, c’è futuro e là dove c’è gratuità e generosità nel rispondere positivamente la Provvidenza non farà mancare la sua presenza».
Beroboka si trova a 700 kilometri a Sud-Ovest della capitale Antananarivo, e a 60 kilometri da Morondava, sulla famosa via dei baobab.
Per l’apertura della nuova comunità orionina a Beroboka, il Vescovo ha costruito una casa modesta per la comunità religiosa, un pozzo, e poi due scuole, che hanno sostituito le vecchie, sufficienti ora a contenere un totale di 200 alunni delle elementari.
A sorpresa il sabato precedente l’apertura ufficiale, sono stati amministrati 60 battesimi e 5 matrimoni. Un evento mai visto. Gli adulti sono stati preparati dal parroco Cappuccino che tre volte l’anno visitava quella comunità.
Domenica mattina 19 settembre, tutto era ormai allestito: altare all’esterno riparato dal sole, e oltre 2.000 fedeli, insieme alle suore che lavorano nella diocesi attendevano il vescovo di Morondava Mons. Samuelin Marie Fabien Raharilamboniaina e il Superiore delegato Don Luciano Mariani accompagnato da Don Adriano Savegnago.
La celebrazione eucaristica presieduta da Mons. Raharilamboniaina e concelebrata dai religiosi orionini e da altri 15 sacerdoti, è stata ben preparata dai Cappuccini che fino ad oggi hanno evangelizzato quella grande zona. Infatti i 18 comuni che ora vengono affidati all’Opera Don Orione, facevano parte di un distretto molto grande tenuto dai Cappuccini.
Nell’omelia il vescovo Mons. Fabien ha ringraziato gli orionini che - commentando il Vangelo - «hanno accettato di lavorare alla periferia, fedeli alla parola del Papa che invita i religiosi ad andare nei luoghi dove nessuno vuole andare, ma dove c’è tanta gente che attende la parola di Gesù».
«Beroboka - ha affermati il Vescovo - è ai margini del Madagascar, è dentro la foresta tra gente che vive di pesca e di coltivazioni, gente povera. Grazie a voi orionini che avete accettato di essere presenti qua. Gesù nel vangelo aveva attraversato la Galilea e incontrava la gente lungo la strada, anche noi preti dobbiamo essere così».
La liturgia eucaristica è stata ricca di canti, di colori, di vestiti tradizionali, tutto per manifestare la grande gioia nell’accogliere i religiosi di Don Orione.
Il vescovo ha poi mostrato al popolo i tre orionini che lavoreranno a Beroboka: Don Jean Clement, parroco; Don Jean Honoré, viceparroco, e il chierico Brunot che farà il suo tirocinio di due anni.
Sono stati applauditi e portati in festa. «Ora la comunità avrà la messa quotidiana, potrà incontrare i sacerdoti quando lo desiderano, i malati potranno essere visitati e rassicurati dalla presenza del Signore.
Non si sa quanta gente vive nella zona affidataci - spiega Don Luciano Mariani -. Tanti capoluoghi non hanno ancora la cappella, tanta gente non ha ancora incontrato un sacerdote, proprio perché vive all’interno della foresta, in agglomerati difficili da raggiungere».
Erano presenti alla cerimonia anche le autorità civili: il sindaco del paese, il prefetto del Distretto, il prefetto di polizia, e altri ancora.
Al termine della messa sono seguiti i tradizionali discorsi fatti dalle varie autorità civili, dal presidente della chiesa, dal parroco dei Cappuccini e dal Superiore delegato dell’Opera Don Orione, il quale ha ringraziato il vescovo che chiedendo la presenza della Congregazione nella sua diocesi, ha permesso agli orionini di fare un grande atto di generosità in un momento in cui i religiosi della Delegazione sono ancora pochi.
L’inizio di questa nuova missione è affidata completamente ai religiosi malgasci, a loro l’augurio di un buon inizio, sicuri anche del sostegno di molti amici e benefattori.
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