
Si apre il 18 gennaio la Settimana di preghiera per l’unità dei cristiani del 2023, il cui tema è stato scelto, e il sussidio preparato, da un gruppo locale degli Stati Uniti d’America convocato dal Consiglio delle chiese del Minnesota: “Imparate a fare il bene, cercate la giustizia, aiutate gli oppressi, proteggete gli orfani e difendete le vedove” del primo capitolo del profeta Isaia. Dio chiede rettitudine e giustizia a tutti noi, in ogni momento e in tutte le sfere della vita.
«Il mondo di oggi ripropone, in molti modi, le divisioni che nel suo tempo Isaia combatté – scrivono P. Pierre Kouassi FDP e Suor M. Irma Rabasa PSMC, consiglieri generali incaricati dell'Ecumenismo -. La giustizia, la rettitudine e l’unità hanno origine nel profondo amore di Dio per ognuno di noi e rispecchiano chi è Dio e come Dio si aspetta che ci comportiamo gli uni con gli altri. La volontà di Dio di creare una nuova umanità “di ogni nazione, popolo, tribù e lingua” (Ap 7, 9) ci richiama alla pace e all’unità che Egli ha sempre voluto per il creato».
«Oggi - proseguono P. Kouassi e suor Rabasa -, la divisione e l’oppressione continuano a manifestarsi quando a un singolo gruppo o classe sociale vengono accordati dei privilegi rispetto ad altri. Tutte le divisioni affondano le loro radici nel peccato, cioè negli atteggiamenti e nelle azioni che vanno contro l’unità che Dio desidera per tutta la sua creazione, e allora ci ricorda il profeta: “Anche se fate preghiere che durano a lungo io non le ascolto, perché le vostre mani sono piene di sangue” (Is 1, 15)».
La Settimana di preghiera è quindi il momento più adatto perché i cristiani riconoscano che le divisioni tra le chiese e le confessioni non sono poi tanto diverse dalle divisioni all’interno della più ampia famiglia umana.
«Pregare insieme per l’unità dei cristiani ci permette di riflettere su ciò che ci unisce e di impegnarci a combattere l’oppressione e la divisione della famiglia umana. Ci muove ad agire con giustizia avendo rispetto per tutte le persone, aiutando gli oppressi e proteggendo gli orfani e le vedove, perché non possiamo separare il nostro rapporto con Cristo dal nostro atteggiamento verso tutto il popolo di Dio, in particolare verso quelli considerati “più piccoli” (Mt 25, 40) - concludono i due Consiglieri -. Anche il nostro Padre Fondatore Don Orione ci incoraggia non solo a pregare ma a fare del bene, a imparare a farlo non solo per gli altri ma anche insieme con gli altri. Fare del bene ci purifica il cuore per stare davanti al nostro Dio e la nostra preghiera sincera e umile ha il potere di trasformarci, come individui e come comunità. Apriamoci alla presenza di Dio in ogni nostro incontro, mentre chiediamo la grazia di essere trasformati, di smantellare i sistemi di oppressione e di guarire dal peccato».
Il materiale utile per l’animazione della preghiera è pubblicato in diverse lingue, nel sito del Dicastero per la Promozione dell’Unità dei Cristiani.
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