
Come già preannunciato dal Direttore generale P. Tarcisio Vieira, nella lettera inviata ai confratelli il mese scorso, una novità dopo il XV Capitolo generale è stata la promozione della realizzazione dell’assemblea di programmazione nelle nazioni cosiddette missionarie, in primis quelle che formano la Delegazione “Mother of the Church” (Kenya, India, Filippine, Inghilterra, Giordania, USA). Tale dinamismo di “regionalizzazione” della programmazione capitolare, è promosso anche in altre nazioni missionarie, che seppur inserite in un contesto provinciale, hanno bisogno di una particolare programmazione in vista del proprio sviluppo.
In Kenya, dove i religiosi orionini hanno celebrato lo scorso anno 25 anni di presenza, la Congregazione ha cinque comunità dislocate tra Nairobi, Kandisi, Kuburugi, Gaitu-Meru e Nyadorera.
All’Assemblea di programmazione capitolare del Kenya, realizzata dal 22 al 23 settembre, hanno partecipato i sacerdoti e i religiosi di voti perpetui della regione. Presenti anche il Superiore delegato P. Marcelo Boschi e il Consigliere - Segretario generale Don Fausto Franceschi.
«I giorni dell’Assemblea - riferisce P. Boschi - sono stati preceduti da una preparazione spirituale e le giornate sono iniziate in fraternità e con molta gioia».
Dopo la presentazione che ha ricordato i giorni del Capitolo Generale, i membri dell'Assemblea hanno proseguito i lavori con una lectio orionina proposta dal Consiglio generale le assemblee interne alla Congregazione. «Questa dinamica – aggiunge il Superiore delegato - ha favorito una maggiore partecipazione di tutti i presenti attraverso una forte esperienza di condivisione e di preghiera insieme».
L’elaborazione di proposte concrete per l’attuazione delle decisioni del Capitolo nella regione è stata realizzata con lunghe ore di lavoro di gruppo, per poi concludersi con la deliberazione e l'approvazione di ciascuna delle proposte presentate.
Infine, le conclusioni di questi lavori sono state offerte a Dio dai religiosi orionini nella Messa presieduta da P. Marcelo, che nella sua omelia ha ricordato le parole di Papa Francesco in occasione dell'udienza concessa alla Famiglia carismatica orionina, con le ha esortato gli orionini ad avere coraggio perché «il fuoco non rimanga solo nel vostro cuore e nelle vostre comunità, e nemmeno solo nelle vostre opere, ma “gettatevi nel fuoco dei tempi nuovi per il bene della gente”».
«Papa Francesco - ha affermato P. Boschi - è andato in profondità dicendo che oggi essere discepoli missionari, inviati dalla Chiesa, non è prima di tutto un fare, un'attività; è un'identità apostolica nutrita continuamente nella vita fraterna della comunità religiosa o della famiglia. “Dove sono due o tre riuniti nel mio nome, io sono in mezzo a loro” (Mt 18,20). E ha insistito: è importante curare la qualità della vita comunitaria, delle relazioni, della preghiera comune: questo è già apostolato, perché è testimonianza. "Gettarsi nel fuoco dei tempi nuovi." Ciò richiede di guardare al mondo di oggi come apostoli, cioè con discernimento ma con simpatia, senza paura, senza pregiudizio, con coraggio; guardare il mondo come lo guarda Dio, sentire nostri i dolori, le gioie e le speranze dell'umanità».
Nel concludere la sua omelia il Superiore delegato ha ricordato anche la meditazione del vescovo di Tortona Mons. Guido Marini, incentrata sull'identità spirituale di don Orione. «Una meditazione che ha segnato la continuazione dei lavori capitolari - ha detto P. Boschi -. Infatti, nel Messaggio inviato alla fine del 15° Capitolo Generale alla Congregazione, leggiamo: “Nel susseguirsi dei giorni e nell'affrontare i diversi temi presentati, è lentamente emerso un filo conduttore che unisce le scelte e il dinamismo che il Capitolo Generale intende mettere in moto: la centralità di Cristo e l'attualizzazione coraggiosa del carisma di don Orione. Consapevoli della crisi di fede che attraversa il nostro tempo e della fragilità dilagante dell'identità umana, la centralità di Cristo e la forza unificante e identificativa del nostro carisma orionino sono la nostra profezia e il nostro dono da vivere come spiritualità e come attività, come impegno personale e come testimonianza comunitaria”. Cari fratelli, ricominciamo da qui...ripartiamo da Cristo!»
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