
Durante la recente commemorazione dei 30 anni di presenza orionina in Albania, il Direttore della Provincia italiana, Don Giovanni Carollo, ha scritto una lettera per lanciare un appello missionario alla Famiglia Carismatica Orionina in Italia.
«Ogni commemorazione – scrive Don Carollo nella lettera - ha tre scopi, come ci insegna Papa Francesco: 1. Fare memoria grata del passato; 2. Vivere il presente con passione; 3. Abbracciare il futuro con speranza. Mi soffermo sul terzo punto, consapevole del momento storico che la Provincia “Madre della Divina Provvidenza” sta vivendo. Il nostro Fondatore, anche lui missionario in America Latina, raccontando l’apertura nella missione nel Chaco, in Argentina, così si esprimeva con il fuoco nel cuore per Dio e per le anime: “Qui, ce n’è tanto bisogno! Io ho accettato (…) perché il Santo Padre disse: non fermatevi all’orlo, dove le città sono come Milano, ma andate nell’interiore, dove pochi o nessuno vuole andare. (…) è una posizione dove non c’è nulla da godere, c’è tutto da soffrire, e c’è da fare la vita del vero missionario. Ci sono i mussulmani, perché non ci saremo noi? E perché non ci sarà chi pensa all’anima dei poveri? (Scritti, 47,224)”».
Il Provinciale sottolinea anche come nel documento finale del XV Capitolo generale la Linea di azione 7 «ci esorta ad alimentare in noi la dimensione missionaria: “Poiché la nostra presenza in diverse regioni del mondo è frutto dell’impegno missionario di tanti nostri buoni religiosi che si sono incarnati nelle culture dove hanno operato, i Provinciali motivano i loro religiosi, fin dagli anni della formazione, ad entrare nel dinamismo missionario che ha dato e anima la vita della nostra Congregazione”».
Don Carollo ricorda poi i Confratelli, le Consorelle e i Laici che «hanno offerto generosamente la loro vita per la causa di Cristo e del Vangelo per il bene delle anime. Alcuni di essi godono della Vita di Dio, altri ancora sono sul campo e da tanti anni non si sottraggono non solo alla santa fatica quotidiana, ma anche alla lontananza dalla propria Patria. Penso, in particolare, ai Confratelli dell’Albania e dell’Ucraina, quest’ultima martoriata dalla guerra». Proprio dell’Albania e dell’Ucraina aveva parlato nella sua relazione rivolta ai Direttori, il 6 settembre scorso: “Dobbiamo sentire questi due Paesi più parte del corpo provinciale ed accrescere quel senso di appartenenza che rende possibile e fattibile un’eventuale esperienza “missionaria”, anche per poter permettere un turnover con i Confratelli che da decenni con generosa oblatività stanno spendendo la loro vita per la causa del Vangelo. Diversamente, risulta meno difficoltosa la presenza di religiosi italiani in Romania e viceversa”».
«Dopo queste dovute premesse - conclude Don Giovanni Carollo -, con molta fiducia in Dio e nella generosità di ognuno di voi, rivolgo un APPELLO MISSIONARIO per rinforzare e ravvivare le nostre presenze in Albania e in Ucraina, dove attualmente la situazione è la seguente:
ALBANIA: 2 Residenze con 4 Religiosi.
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BARDHAJ: Don Emilio Valente (51 anni di cui 20 in Albania) e Don Giuseppe De Guglielmo (80 anni di cui 30 in Albania). Si prendono cura di una Parrocchia, di un Oratorio e di alcuni villaggi.
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ELBASAN: Don Giuseppe Testa (51 anni di cui 17 in Albania) e Don Dorian Mjeshtri (46 anni, albanese). Si prendono cura di una Parrocchia, di un Oratorio e di alcuni villaggi. Siamo gli unici sacerdoti dell’intera Amministrazione Apostolica del Sud.
UCRAINA: 1 Comunità su due città con 5 religiosi.
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LEOPOLI: Don Fabio Cerasa (39 anni di cui 10 in Ucraina), Don Egidio Montanari (64 anni di cui 21 in Ucraina), Ch. Zadorozhnyi Orest (Ucraino, 20 anni, 1° anno di tirocinio). Si prendono cura di una Parrocchia, di un Oratorio, di una Casa famiglia per disabili e di un Ostello per giovani.
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KIEV: Don Moreno Cattelan (63 anni di cui 18 in Ucraina) e il Ch. Mykhailo Kostiv (Ucraino, 21 anni, 2° anno di tirocinio). I religiosi risiedono in un appartamento affittato. Abbiamo un terreno con due container: uno adibito a Chiesa e uno a Caritas e Oratorio.
Nel salutarvi, vi chiedo di sostenere con la preghiera d. Flaviu Enache che il prossimo 20 dicembre accompagnerò presso la nuova missione di Novo Aripuaña (Brasile), nel cuore dell’Amazzonia».
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