Documento sulla "Fratellanza Umana". «Un documento ragionato con sincerità e serietà per essere una dichiarazione comune di buone e leali volontà, tale da invitare tutte le persone che portano nel cuore la fede in Dio e la fede nella fratellanza umana a unirsi e a lavorare insieme, affinché esso diventi una guida per le nuove generazioni verso la cultura del reciproco rispetto, nella comprensione della grande grazia divina che rende tutti gli esseri umani fratelli». (Documento sulla Fratellanza Umana, per la pace mondiale e la convivenza comune, 2019).
INSTAURARE OMNIA IN CHRISTO IN GIORDANIA.
In questa terra in cui il numero dei Cristiani è molto basso, la nostra famiglia religiosa è chiamata a testimoniare l’amore di Dio per tutti, in special modo per i più poveri.
Siamo sulla frontiera il cui confine è costituito dalla differenza di fede, di mentalità, di cultura. In una nazione in cui il 98% degli abitanti è di fede islamica, la minoranza cristiana locale corre il rischio di essere emarginata. Le differenze di fede, i modi diversi di affrontare le sfide della vita quotidiana possono portare a chiusure e sospetti. Le spinte fondamentaliste, molto forti, alimentate da un sospetto contro i valori proposti oggi dall’occidente rendono i rapporti tra le due fedi ancora più difficili.
Il compito della Chiesa, e quindi anche il nostro è quello di sostenere la comunità cristiana, ma nello stesso tempo educare affinché la conoscenza e stima reciproca crescano e così una coesistenza fatta non solo di abitazione nella stessa nazione, ma di collaborazione attiva per la costruzione della nazione sia possibile. Per ottenere questo bisogna far riferimento a valori comuni. È vero: sono due fedi, ma uno solo è Dio; Egli è il Creatore, il Provvidente che ha dato all’uomo la responsabilità sul Creato, è il Misericordioso che chiede che la misericordia regni tra gli uomini… È In nome di Dio che dobbiamo costruire la nostra società umana sui valori che Dio ha dato.
Abbiamo aperto una scuola. Per favorire la conoscenza, il rispetto reciproco la capacità di accettarsi essa è aperta a ragazzi e ragazze di entrambe le fedi. Lo studiare insieme e il conoscersi favorisce una apertura mentale e di cuore che porta all’accettazione dell’altro come portatore di una ricchezza che gli è stata data da Dio, per il bene comune. Con Don Orione vogliamo educare cittadini che lavorino per il bene della propria Patria e per l’onore di Dio, come noi lo conosciamo. È lo spirito della dichiarazione congiunta del Papa e dei responsabili Musulmani di Al-Azhar ad Abu Dhabi.
Abbiamo una parrocchia. Tramite essa cerchiamo di rispondere ai bisogni spirituali dei cristiani. Ma non solo. Essa è anche un segno dell’attenzione della Chiesa verso i poveri. Promuove Iniziative di carità rivolte ai bisognosi, aiuta alcuni studenti più disagiati ad affrontare le spese per la scuola… forse il segno più forte che è stato dato è stata l’assistenza ai rifugiati dalla Siria e dall’Iraq a causa della guerra. Veramente in quei giorni sono state realizzate le parole di Don Orione “Se qualcuno bussa alla porta, non chiedere né il nome né la fede, ma solo se abbia un dolore” e “La carità non serra porte”.
È il modo che abbiamo per mostrare di rifiutare disvalori che una certa cultura propone oggi per mettere al centro l’uomo, la persona che ogni giorno accetta e ama la fatica di vivere.
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