
22 ottobre
Il Convegno Internazionale delle Opere di Carità, che vede una presenza di centoventi partecipanti provenienti dalle varie realtà del mondo orionino, si è aperto il 22 ottobre 2014 alle ore 18.00 nella Casa di Montebello della Battaglia.
Don Eldo Musso, consigliere generale per le opere caritative ed educative della Congregazione, ha aperto i lavori dell’assemblea evidenziandone lo spirito e la finalità. Il Convegno è un momento importante del cammino della Congregazione nella qualificazione carismatica e apostolica delle opere affinché siano segno della Provvidenza di Dio, della carità della Chiesa, “fari di fede e di civiltà” anche nel mutato contesto sociale, ecclesiale, politico ed economico.
23 ottobre
Il Padre Generale Don Flavio Peloso nella sua relazione introduttiva sul tema "L'attualità sociale ed ecclesiale stimola la profezia del carisma orionino" ha evidenziato 7 principali sfide che provocano una nuova inculturazione del carisma in tre direzioni: “verso nuove opere secondo i tempi nuovi, verso nuove modalità di operare, verso nuova identità (e formazione) di coloro che operano”. Nello spirito e nella prassi, Don Orione univa carità di “pronto soccorso” e di “promozione specializzata”. Don Flavio Peloso ha osservato che “in tutte le nazioni, anche dove il welfare è più progredito, ci sono tanti ‘poveri fuori legge’ (di previdenza) e per loro ci vorrà una ‘carità fuori legge’, fuori delle leggi della previdenza, cioè una carità gratuita, una divina provvidenza che interviene attraverso il cuore e la generosità dei cristiani”.
L’intervento del Prof. Roberto Franchini, Responsabile di formazione e progettazione delle Opere orionine in Italia, ha illustrato tre principali strumenti che la Congregazione ha adottato per qualificare le opere e la loro testimonianza: il consiglio d’opera, l’uso progettuale degli indicatori di apostolicità nella gestone, la formazione degli operatori.
Mons. Francesco Soddu, Direttore di Caritas Italiana, ha illustrato esperienze e modalità in atto nella Chiesa italiana. “La carità – ha affermato Mons. Soddu – non è solo effetto della evangelizzazione ma ne è anche causa”.
Si respira nelle parole, nelle esperienze e nel tono dei convegnisti la coscienza che oggi la carità e le opere di carità sono una grande chance per la crescita umana e religiosa nel mondo confuso di oggi.
“Di fronte alle minacce alla vita dei più deboli (vita nascente e senescente, limitata e malata, povera economicamente e socialmente) – ha affermato Don Flavio Peloso - , siamo sfidati a vivere e proporre l’umanesimo evangelico, riconosciuto dalla ragione e confermato dalla fede, e che Don Orione ha vissuto e trasmesso nella inscindibile circolarità di verità e carità. Infatti – ha proseguito il superiore generale degli orionini - Don Orione ci ha trasmesso non solo il “veritas in caritate” (Ef 4, 15) ma ancor più il “caritas in veritate”, tanto affermato da Benedetto XVI, come profezia efficace per i tempi attuali. Solo unite, carità e verità, si accreditano reciprocamente nel contesto sociale e culturale attuale che relativizza la verità a opinione e riduce la carità a sentimentalismo. “Solo la carità vera salverà il mondo”, cioè la carità sostanziata di verità antropologica data da natura-ragione-fede”.
24 ottobre
La mattinata del 24 ottobre è stata dedicata all’approfondimento della relazione tra carità e nuova evangelizzazione. Ha offerto il suo contributo di studio e di esperienza il Prof. Paolo Asolan, che ha trattato il tema “Nuova evangelizzazione: una nuova carità?”.
La giornata era iniziata con la Messa presieduta dal consigliere Don Eldo Musso.
Il prof. Paolo Asolan, come ha detto Don Flavio Peloso presentandolo, è titolare di due cattedre: quella di “teologia della carità” all'Università lateranense e quella della “pratica della carità”, essendo egli il responsabile della casa “Santa Francesca Romana" per anziani nel bisogno, a Roma, dove egli vive. Il Professore ha insistito sul concetto che “la carità è l'espressione di Cristo in noi; non c'è carità cristiana senza vita di Dio, senza vita spirituale; non c’è evangelizzazione senza carità”. Nel dibattito dopo la relazione sono state portate esperienze a conferma delle convinzioni teologiche espresse dal relatore ed altri approfondimenti alla luce della spiritualità di Don Orione e delle opere attuali della Congregazione.
Il pomeriggio ha visto tutti i convegnisti percorrere un breve itinerario carismatico sui luoghi di Don Orione a Voghera, Pontecurone, Tortona. Fr. Jorge Silanes e Suor Maria Alicja Kedziora hanno preso per mano e per il cuore e i 120 convegnisti che hanno potuto rivivere le vicende e gli ideali di Don Orione sui luoghi stessi in cui egli ha vissuto. La conclusione è stata nel santuario della Madonna della Guardia, dove il Superiore generale ha dato alcune notizie storiche sul santuario sottolineando alcuni elementi importanti per la formazione orionina di chi conduce le opere di carità educativa e assistenziale oggi.
La cena al Centro "Mater Dei" ha concluso, in un clima di grande fraternità, i tanti pensieri ed affetti vissuti durante la giornata “sui passi di Don Orione”.
25 ottobre
Il Convegno è proseguito nella giornata di Sabato 25 ottobre con riunioni e dinamiche separate per le due grandi aree di opere caritative della Famiglia Orionina.
La Messa del mattino è stata presieduta dal vicario Don Achille Morabito.
Il prof. Luigino Bruni ha offerto un contributo di studio e animato i rappresentanti dell'area socio-sanitaria e promozionale sul tema "Religiosi e laici nelle opere di carità: condivisione del carisma e collaborazione delle competenze".
Il prof. Marco Guzzi ha introdotto la riflessione e animato la condivisione sul tema "L'educazione dell'uomo nascente nell'orizzonte della nuova evangelizzazione".
Ampio spazio è stato dato alla condivisione di esperienze e riflessione da parte dei convegnisti.
Alla sera, la preghiera di ringraziamento ha sintonizzato cori e voci nella gratitudine al Signore per la bella esperienza di famiglia, unita nello spirito di Don Orione, vissuta con il Convegno che volge al termine. La grande diversità di provenienza (oltre 20 nazioni) e la forte comunione spirituale e di impegno apostolico hanno fatto pensare che veramente la "Piccola Opera della Divina Provvidenza è opera di Dio", come ripeteva spesso Don Orione con la semplicità di chi affermava qualcosa di evidente a tutti.
Dopo cena, ancora un tempo tutti insieme in clima di festa. I rappresentanti di ciascuna nazione hanno offerto un canto, un ballo, immagini della propria patria. Per tutti c'è stato un pacco dono con qualche prodotto tipico italiano. Un'esplosione di allegria che ha fatto superare ogni distanza di lingua.
26 ottobre
Nella prima mattinata della Domenica, dopo la preghiera, sono state condivise in sala brevemente alcune conclusioni del Convegno "La sfida della carità". Poi il gruppo dei convegnisti ha raggiunto Tortona. Il tempo per uno sguardo e una sosta nel Santuario della Madonna della Guardia che sta al cuore della storia e degli ideali della Famiglia Orionina, la casa della Madonna, il luogo che accoglie il corpo di Don Orione.
Nella Cripta del Santuario, alle 11.00, il superiore generale Don Flavio Peloso, ha presieduto la Messa di conclusione del Convegno. E' stata una celebrazione di grande raccoglimento e di vibrazioni spirituali, favorita anche dal luogo austero e devoto della Cripta. Le pagine bibliche parlavano dell'unità dell'amore di Dio e del prossimo, "inscindibile, perché l'uomo è immagine e somiglianza di Dio - ha detto Don Flavio -, per cui 'cristianesimo senza carità non sarebbe che un'indegna ipocrisia' (Don Orione)". La carità è la vita di Dio in noi, è il suo Spirito che "urget nos" ad amare il prossimo".
Terminata la Messa ci siamo recati per un ultima preghiera all'urna di Don Orione e al tempietto della Madonna.
Un convegno ben riuscito. Un'esperienza da esportare in ogni nazione con presenza orionina. Una metodologia da continuare nel tempo perché porti frutto.
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