
Roma, Natale 2012
All’inizio di questa mia lettera voglio ricordarvi le parole dell’indimenticabile Giovanni Paolo II, il quale nella preghiera per le vocazioni formulata nel momento di varcare le soglie del nuovo millennio (2001), con la solita semplicità ha saputo dare priorità alle cose più importanti. Riportiamo le sue parole: “Padre santo, guarda questa nostra umanità, che muove i primi passi nel cammino del terzo millennio. La sua vita è segnata ancora fortemente dall'odio, dalla violenza, dall'oppressione, ma la fame di giustizia, di verità e di grazia trova ancora spazio nel cuore di tanti, che attendono chi porti la salvezza, operata da te per mezzo del tuo Figlio Gesù”.
Giovanni Paolo II ha presentato la nostra condizione di fragilità, ha interpretato i nostri bisogni e, di fronte ad essi, ha espresso una profonda fede e fiducia nello Spirito Santo, il vero agente vocazionale. E noi ci troviamo proprio nella stessa situazione, coscienti delle nostre debolezze e della complessità della situazione. Ma disorientati da tutto questo non abbiamo più coraggio di pregare il Signore, come se avessimo dimenticato in quale momento e per quale scopo Dio ha mandato il suo Figlio. Ce lo ricorda San Paolo nella sua lettera ai Romani, quando dice che Dio ha mandato il suo Figlio per redimerci “mentre eravamo ancora peccatori” (cfr Rm 5, 6-8) e noi recuperiamo la pace con Dio per mezzo del Signore nostro Gesù Cristo e in lui abbiamo la “speranza della gloria di Dio” (cfr Rm 5, 1-2).
Lo conferma anche il Papa Benedetto XVI nella sua ultima lettera per la giornata mondiale di preghiera per le vocazioni (29/04/2012) - “Le vocazioni dono della Carità di Dio” citando le parole di San Paolo: “Egli « ci ha scelti prima della creazione del mondo per essere santi e immacolati di fronte a lui nella carità »” (Ef 1,4).
Dio vuole che noi rispondiamo alla sua carità con la carità, con il nostro impegno. Senza impegno e senza una forte fede in Dio, non ci sono ricette miracolose per risolvere il tema vocazionale. Quando Gesù ha detto “pregate dunque il padrone della messe che mandi operai nella sua messe!” (Mt 9,38), Egli voleva dire che questo impegno è duro, costante e lungo, che si deve pregare 365 giorni all’anno, perché duro è anche il lavoro degli operai nella messe del Signore, per motivo delle fragilità, difficoltà e sfide che s’incontrano.
Preghiamo per le vocazioni e allo stesso tempo invitiamo i giovani a rispondere con la carità e noi per primi diamo loro un esempio di carità, perché la carità, il donarsi favorisce la vocazione. Ce lo dice il Papa Benedetto XVI e ce lo lasciato come sua eredità San Luigi Orione.
Nella mia ultima lettera vi ho scritto del Centro Provinciale Vocazioni. Voglio informarvi che questo Centro è già costituito ed è operante. Vi invito a unirvi alle loro iniziative. Vi allego la lettera di Don Filippo Benettazzo, responsabile del Centro. Come già annunziato prima, anch’egli vi manderà qualche volta una letterina di invito alla preghiera e vi informerà di altre iniziative. E io continuerò a scrivervi sempre a Natale e a Pasqua.
BUON NATALE A TUTTI !
Vi ringrazio per il vostro impegno.
Don Silvestro J. Sowizdrza? FDP
|