Untitled Document
SEGRETARIATO GENERALE PER LE OPERE DI CARITA’
(EUROPA E MISSIONI)
Nuove povertà: sensibilizzare la ricerca e l’apertura delle nostre Opere verso di loro
Leggiamo da una pagina scritta per Don Orione nel 1938:
“Il Piccolo Cottolengo sarà come il Villaggio della Carità alle porte di Milano. Ma non vuol essere una semplice opera di assistenza ai bimbi, ai malati, ai vecchi cadenti, agli inabili al lavoro etc. ma sarà il centro dal quale, come battaglioni volanti, partiranno Sacerdoti e Suore, Missionarî e Missionarie del popolo, per accorrere ad assistere, specialmente alla periferia di Milano, i poveri, gli sfrattati, tutti quelli che avranno bisogno di un aiuto materiale e di un conforto spirituale, per non perdere la fede in Dio e negli uomini, risolvendo così il grande problema religioso e sociale della periferia, ove si raccolgono tutte le miserie, tutti i disperati, dove, nel silenzio si formano i comunisti, le cellule, le più pericolose unità dei senza Dio, il ché significa in definitiva, anche dei senza Patria”.
Il XIII CAPITOLO GENERALE dice:
“Ci sono nella nostra Famiglia religiosa situazioni che ci spingono verso le odierne “patagonie” con comunità aperte alle nuove povertà, istituzioni flessibili nel servire i poveri “in casa” e fuori; religiosi e laici desiderosi di rispondere alle sfide del nostro tempo e territorio …” (n° 114 La nostra situazione)
“Aprire le nostre opere alle nuove povertà” (n° 117 Linea de azione 35)
“… In tutte le nostre opere (educative, assistenziali, parrocchiali) ci siano segni di accoglienza e interesse alle povertà dei ‘desamparados’ (abbandonati)”. (n° 120 Decisione 28)
COSA SONO LE “NUOVE POVERTA’ ”?
Il senso delle “nuove povertà” si comprende, evidentemente in relazione e in opposizione al senso delle povertà più comuni del passato. Queste “vecchie” povertà erano definite soprattutto dalla carenza di mezzi economici. Esse evidenziavano ed evidenziano, visto che non sono scomparse, una dualità presente nella società e descrivibile come contrapposizione tra “alto” e “basso”: povero in questo senso è colui che ha un “basso” reddito economico e che quindi si trova in una condizione sociale complessivamente “bassa”. Le nuove povertà sono descritte, invece, da un’altra forma di dualità: “dentro” e “fuori”. Sono definite, cioè, in riferimento alla possibilità di partecipazione alla vita sociale: povertà significa di fatto, prima, “emarginazione” e, poi, “esclusione”. La povertà nuova, infine, è rappresentata, non solo da una “condizione”, da uno “stato”, ma da “processi” che portano prima ai margini e poi all’esclusione della vita sociale.
Alcuni esempi: immigrati, barboni, ragazze madri, minori a rischio, anziani soli, drogati, profughi, disoccupati, alcolisti, donne di strade, famiglie in difficoltà, vittime dell’usura, ragazze vittime della tratta, vita nascente, ecc.
Diventa perciò importante capire se la nostra Congregazione si sta muovendo in questa direzione e, se già lo fa, come sta sperimentando l’apertura alle nuove povertà. Ecco l’esigenza di raccogliere informazioni in merito per creare un documento informativo e promozionale rivolto a tutte le nostre Case.
Per questo, il Segretariato Generale per le Opere di Carità, propone una semplice scheda da compilare in ogni singola comunità.
Puoi scaricare la scheda da questo sito, compilare “in comunità” e spedire al Consigliere Provinciale responsabile del Segretariato delle opere di carità della propria Provincia, Vice-provincia o Delegazione.
Scarica la scheda da compilare
**************
ESPAÑOL
DIAGNOSTICO de nuestra respuesta a las pobrezas emergentes
Don Orione, en un escrito del año 1938, refiriéndose al Cottolengo de Milán, nos decía:
“El Pequeño Cottolengo será como “la ciudad de la caridad” a las puertas de Milán. Pero no pretende ser una simple obra de asistencia a los niños, a los enfermos, a los ancianos abandonados, a los imposibilitados al trabajo, etc, sino que será un centro desde el cual, como escuadrones de emergencia, partirán sacerdotes y religiosas, misioneros y misioneras del pueblo, para acudir y asistir, especialmente en las periferias de Milán, a los pobres, desalojados, todos aquellos que tendrán necesidad de una ayuda material y de un consuelo espiritual, para no perder la fe en Dios y en los hombres, resolviendo así el gran problema religioso y social de la periferia, donde se juntan todas las miserias, todos los desesperados ...”
El XIII CAPITULO GENERAL dice:
“Hay en nuestra Familia religiosa situaciones que nos impulsan hacia las “patagonias” de hoy con comunidades abiertas a las nuevas pobrezas, instituciones flexibles en el servicio a los pobres ¨en casa¨ y fuera de ella; religiosos y laicos deseosos de responder a los desafíos de nuestro tiempo y territorio.” (Cap 13, Nuestra situación)
Abrir nuestras obras a las nuevas formas de pobreza. (línea de acción 35)
Cada Provincia, discerniendo en la propia realidad las formas con las cuales la vida está más amenazada (vida naciente, vida débil, inmigrantes, etc.), defina las acciones más significativas para su defensa. En todas nuestras obras (educativas, asistenciales, parroquiales) que hayan signos concretos de acogida e interés por la pobreza de los más ¨desamparados¨ (abandonados). (Decisión 28)
QUE SON LAS NUEVAS POBREZAS?
El sentido de “nuevas pobrezas” se comprende, en relación y en oposición al sentido de las pobrezas más comunes del pasado. Estas “viejas” pobrezas eran definidas sobre todo desde la carencia de medios económicos. Ellas evidenciaban y evidencian, ya que no desaparecieron, una dualidad presente en la sociedad y descriptas como contraposición entre “alto” y “bajo”: pobre en este sentido es aquel que tiene un “bajo” ingreso económico y que por lo tanto se encuentra en una condición social globalmente “baja”. Las nuevas pobrezas son descriptas, en cambio, desde otra forma de dualidad: “dentro” y “fuera”. Es decir, son definidas en referencia a la posibilidad de participación en la vida social: pobreza significa, de hecho, en primer lugar, “marginación” y luego, “exclusión”. La pobreza nueva, en fin, está representada, no solo por una “condición”, por un “estado”, sino por “procesos” que llevan, primero, a la marginación y luego a la esclusión de la vida social.
Por ello es muy importante saber si nuestra Congregación es está moviendo en esta dirección, y si ya lo hace, como está experimentando la apertura a las nuevas pobrezas. De aquí la necesidad de recoger información al respecto, con el fin de crear un documento informativo y de promoción dirigido a todas nuestras comunidades.
Por ello, el Secretariado General para las Obras de Caridad propone una simple ficha a completar en cada comunidad local.
La ficha se puede descargar desde este sitio web, completar “en comunidad” y enviar al Consejero Provincial responsable del Secretariado de las obras de caridad de la propia Provincia, Vice Provincia o Delegación.
Descargar la ficha
|