Anche Gesù fu un piccolo migrante
Il minore migrante e rifugiato
Anche Gesù fu un piccolo migrante
Quest'anno Papa Benedetto XVI ha dedicato la giornata mondiale del migrante e del rifugiato, celebrata il 17 gennaio scorso, al tema dei migranti e rifugiati minorenni.
La nostra legislazione sovranazionale e nazionale dedica particolare attenzione alla protezione del minore. Tutti, operatori del diritto, del privato sociale o di Istituzioni, statali ma anche religiose che, a diverso titolo, sono coinvolti nella dinamica dell'accoglienza, dell'educazione, della promozione della persona sono direttamente chiamati a proclamare nelle giuste stanze che l' “interesse superiore del minore deve essere una considerazione preminente” .
Proteggere il minore vuol dire avere mente e cuore concretamente fissati sulla persona del minore. Non si può prescindere dall'osservazione e dall'analisi della società odierna. Se alle periferie delle grandi città è, per così dire, scontato imbattersi in quella che viene definita marginalità sociale , non è così difficile, oramai, anche nei piccoli centri urbani incontrare dei “piccoli migranti”. Piccoli che arrivano in Italia soli, o accompagnati da genitori. I primi, sono i cosiddetti “minori stranieri non accompagnati”. Essi sono, per definizione, “cittadini stranieri di età inferiore agli anni diciotto che si trovano, per qualsiasi causa, nel territorio nazionale, privi di assistenza e di rappresentanza legale” (art. 2, lett. h, d.lgs. 25/08). Piccoli migranti con il cuore scisso tra sete di speranza nel trovare rifugio e accoglienza nel Paese in cui sono arrivati e ansia e tensione e nostalgia per il Paese che hanno dovuto lasciare.
Il fenomeno dei migranti minorenni, tuttavia, abbraccia diverse tipologie di persone. Osserva, infatti, Benedetto XVI come “un aspetto tipico della migrazione minorile è costituito dalla situazione dei ragazzi nati nei paesi ospitanti oppure da quella dei figli che non vivono con i genitori emigrati dopo la loro nascita, ma li raggiungono successivamente. Questi adolescenti fanno parte di due culture con i vantaggi e le problematiche connesse alla loro duplice appartenenza, condizione questa che tuttavia può offrire l'opportunità di sperimentare la ricchezza dell'incontro tra differenti tradizioni culturali. È importante che ad essi sia data la possibilità della frequenza scolastica e del successivo inserimento nel mondo del lavoro e che ne vada facilitata l'integrazione sociale grazie a opportune strutture formative e sociali. Non si dimentichi mai che l'adolescenza rappresenta una tappa fondamentale per la formazione dell'essere umano” .
Anche Gesù fu un piccolo migrante. Per questo non possiamo non accogliere l'invito che il Papa rivolge a quanti operano nelle parrocchie e nelle molte associazioni cattoliche: “Mentre esprimo gratitudine per quanto si sta facendo con grande generosità, vorrei invitare tutti i cristiani a prendere consapevolezza della sfida sociale e pastorale che pone la condizione dei minori migranti e rifugiati. Risuonano nel nostro cuore le parole di Gesù: Ero forestiero e mi avete ospitato ...” .
Penso al nostro Fondatore: quanto Don Orione oggi avrebbe ancora da dire in tema di accoglienza, di nuove povertà, di migrazioni!
Sentiamoci impegnati in prima persona a fare nostro l'invito del Santo Padre ad accogliere questi piccoli migranti, non dimenticando mai le parole del nostro Fondatore che umilmente proclamava con il cuore e con la vita: “Nel nome della Divina Provvidenza ho aperto le braccia e il cuore a sani ed ammalati, di ogni età, di ogni religione, di ogni nazionalità” .
Giulia Provinciali
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