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CONVEGNO DELLA FAMIGLIA ORIONINA
GENOVA 20-22/06/2008
FARI DI FEDE E DI CIVILTA'
II COMUNICATO
Alle 15,00 di questo pomeriggio è iniziato il Convegno internazionale che ogni sei anni la Congregazione di san Luigi Orione organizza su tematiche legate all'assistenza e alla promozione della persona umana. Il titolo del simposio è: Fari di fede e di civiltà. Il servizio alla vita debole come educazione alla civiltà dell'amore . La città che ospita i convegnisti è Genova.
Gli organizzatori hanno scelto il Capoluogo ligure perché, dopo Tortona, lo si può considerare la città di san Luigi Orione, non solo perché il santo ogni settimana veniva a visitare i poveri e i benefattori che lo sostenevano nelle sue attività, ma perché ancor oggi Genova è una cittadella della carità orionina. Gli istituti nei quartieri di Paverano , Camaldoli e Castagna accolgono circa mille ospiti, per lo più anziani e disabili, con punte di servizio che toccano l'eccellenza nell'ambito socio sanitario. Il Centro diurno per persone con Alzheimer , la Casa di accoglienza Villa Canepa per stranieri non comunitari, la Casa di accoglienza Madre della Tenerezza rendono attuali e “ alla testa dei tempi ” le iniziative di carità scaturite dal cuore di Don Orione. Ultimamente, in occasione della visita di Benedetto XVI alla città, il Cardinale Bagnasco ha ufficialmente presentato l'Abbraccio di Don Orione , una struttura che si prende cura di neonati, in attesa di affido o di adozione.
Ha aperto i lavori Don Flavio Peloso, settimo successore del Santo della Carità che, nel suo intervento, ha insistito sull'universalità dell'azione caritativa di Don Orione, non solo perché diffusa in Italia e in altre trentatre nazioni, ma soprattutto perché capace di penetrare in ogni strato della società, anche in un contesto secolarizzato come il nostro. Infatti la carità di san Luigi Orione ha interessato non solo la Chiesa del suo tempo, o eventualmente del nostro, ma è entrata anche nelle strutture civili, come è accaduto in occasione del terremoto calabro – siculo. Durante il cataclisma del 1908 - ha continuato don Flavio Peloso – Don Orione ha sensibilizzato gli enti locali e nazionali fino a diventare uno dei più stretti collaboratori della contessa Gabriella Spalletti, Presidente del Patronato Regina Elena (una sorta di anticipazione dell'attuale Protezione civile) nell'organizzare i soccorsi ai terremotati. Facendo riferimento sempre a San Luigi Orione, Don Peloso ha ricordato che la vera Lanterna di Genova (e del mondo intero) non è il faro della città ma la carità evangelizzatrice della Chiesa capace di far crescere attraverso la via dell'amore le strutture di servizio al povero, all'ammalato, al disabile…
All'intervento di Don Peloso ha fatto seguito la testimonianza di Mario Melazzini, medico affetto da sclerosi laterale amiotrofica che lo costringe, ormai da alcuni anni, su una sedia a rotelle. Così possiamo riassumere il suo intervento: “ Vivere la malattia come un'opportunità, fare della sofferenza una fortissima esperienza, tutto ciò mi permette di affrontare la vita in un modo diverso. Prima di essere malato non avevo contatto con me stesso. Credevo di non avere bisogno di nulla ma invece ero insoddisfatto perché pur avendo tutto ero sempre alla ricerca di qualcosa che non possedevo. Ora, invece, conosco i miei limiti. Mi sono riconciliato con me stesso. Ne ho ben tre di fortune: come medico, come malato e come uomo ”. La malattia, insieme alla professionalità - ha confidato il dott. Melazzini – “ mi ha reso particolarmente sensibile alla sofferenza degli altri, facendomi capire di porre sempre la persona davanti alle terapie e alla loro efficacia ”.
Il pomeriggio è stato concluso dalle relazioni del prof. Martin Mcafu Nkemnkia del Cameroun, docente alle Pontificie Università Gregoriana e Lateranense e di sr. Bernadette Sangma, indiana, esperta in politiche di promozione della donna. Il primo relatore è intervenuto su “ Esperienze dinamiche nel generare una cultura della vita ” sottolineando il connubio tra la spiritualità orionina e la cultura/attese del continente africano. Don Orione e le sue istituzioni, mentre difendono la vita, promuovono la giustizia che è una componente imprescindibile della vita stessa. Sr. Bernardette ha affrontato il tema della “ Condizione femminile e la vita nascente nelle differenti culture: risorse e problemi ”. Partendo dalla cultura biblica con la presentazione di alcune icone di maternità, la docente ha sviluppato il tema della vita nascente soprattutto nella cultura indiana alla quale appartiene. La vita e il parto in molte culture indigene sono un evento in sintonia con il cosmo e con la terra, oltre che un fatto che crea comunione. Ma questa armonia primordiale nasconde anche oggi una elevata mortalità perché nei Paesi in via di sviluppo muoiono di parto più di 500.000 donne e più di 10.000.000 di bambini non raggiungono i 5 anni di età.
Alcuni liberi interventi hanno concluso la serata .
Informazioni sulla benedizione della statua di San Luigi Orione
CONFERENCE OF THE ORONINE FAMILY
GENOA 20-22 June 2008.
BEACONS OF FAITH AND CULTURE
2 nd COMMUNIQUE'
At 3.00 p.m. this afternoon there was the opening of the International Conference that the Congregation of Saint Luigi Orione organizes every six years on topics linked to the care and promotion of the human person. The title of the gathering is: Beacons of faith and of culture. Assistance to the weak life as training in the culture of love. The venue for the conference is Genoa .
The organizers have chosen the capital city of Liguria because, after Tortona, one may look at it as the town of Saint Luigi Orione, not only because the saint used to come each week to visit the poor and the benefactors who supported his works, but also because even today Genoa is a stronghold of orionine charity. The institutes in the Paverano, Camaldoli and Castagna estates give hospitality to around one thousand people, mainly elderly and disabled, providing excellent care in the social health field. The Day Centre for people with Alzheimer , the Villa Canepa Guest Home for third world immigrants, the Mother of Kindness Guest Home bring up to date and “ ahead of the times ” the initiatives of charity sprung from the heart of Don Orione. Latterly, on the occasion of the visit of Benedict XVI to the city, Cardinal Bagnasco officially introduced the Embrace of Don Orione , a home that will care for newly born babies, awaiting fostering or adoption.
The opening speech was by Fr Flavio Peloso, seventh successor of the Saint of Charity, who stressed the universality of the charitable work of Don Orione, not only because it spread around Italy and in other thirty-three countries, but because it is able to settle in every level of society, even in a secularized milieu such as ours. In fact the charitable work of Don Orione was not simply directed to the Church of his time, or possibly of ours, but entered even the state organisations, as for instance on the occasion of the earthquake of Calabria and Sicily. During the disaster of 1908 – Fr Flavio Peloso went on – Don Orione inspired the local and national bodies until he became one of the most trusted collaborators of Countess Gabriella Spalletti, the President of the Queen Elena Patronage (something akin to the Civil Protection organisation), in providing help to the earthquake victims. With reference still to Saint Luigi Orione, Father Peloso recalled that the true Beacon of Genoa (and of the world as whole) is not the city's famous lighthouse, but the evangelising charity of the Church, capable of giving growth in the way of love to the organisations of service to the poor, the sick and the disabled…
The talk by Father Peloso was followed by the testimony of Mario Melazzini, a doctor affected by amyotrophic lateral sclerosis which makes him, for some years now, wheelchair bound. His moving words can be summarized thus: “ Living one's illness as an opportunity, turning suffering into an experience: all this allows me to face up to life in a different way. Before I fell sick I was not in touch with myself. I thought I did not need anything, but I was unhappy because though having everything, I was always looking for something I did not have. Now, instead, I know my limitations. I am reconciled with myself. I count myself three times lucky: as a doctor, as a sick person and as a man. ” The sickness, together with professional skill – Dr Melazzini confided – “ has made me particularly attentive to the suffering of others, leading me to understand that I should always think of the person first and then of the cures and their efficacy ”.
The afternoon continued with the reports by Prof. Martin Mcafu Nkemnkia, from Cameroon , lecturer at the Pontifical Gregorian and Lateran Universities and by Sr Bernadette Sangma, from India , an expert in the politics of the promotion of women. The first speaker dealt with “ Ongoing experiences in generating a culture of life” underlining the marriage of the Don Orione spirituality with the culture/expectations of Africa . By defending life, Don Orione and his works, promote justice which is an essential component of life itself. Sr Bernadette tackled the theme “ The condition of women and life being born in the different cultures: resources and problems ”. Beginning with a few models of motherhood within the biblical ambience, the lecturer developed the theme of life being born above all in the Indian culture to which she belongs. Life and giving birth in many indigenous cultures events which harmonise with the cosmos and with the earth, as well as facts creating communion. But such a primordial harmony is marred even today by a high degree of mortality because in the developing countries over 500.000 women die each year giving birth and more than 10.000.000 children do not reach the age of five.
A few interventions from the floor brought the day's proceedings to an end.
CONGRESO DE LA FAMILIA ORIONINA
GÉNOVA 20-22/06/2008
FAROS DE FE Y DE CIVILIZACIÓN
2º COMUNICADO
A las 15,00 hs. de esta tarde ha comenzado el Congreso internacional que cada seis años la Congregación de San Luis Orione organiza sobre temáticas relacionadas a la asistencia y a la promoción de la persona humana. El título del simposio es: Faros de fe y de civilización. El servicio a la vida débil como educación a la civilización del amor . La ciudad que hospeda a los congresistas es Génova.
Los organizadores han elegido la ciudad más importante de la Liguria porque, después de Tortona, se la puede considerar la ciudad de San Luis Orione, no solo porque el santo cada semana venía a visitar a los pobres y a los bienechores que lo sostenían en sus actividades, sino porque todavía hoy Génova es una ciudadela de la caridad orionina. Los institutos en los barrios de Paverano , Camaldoli y Castagna acogen cerca de mil residentes, entre ancianos y discapacitados, con servicios que tocan la excelencia en el ámbito sanitario. El Centro diurno para personas con Alzheimer , la Casa de acogida Villa Canepa para extranjeros no comunitarios, la Casa de acogida Madre de la Ternura hacen actuales y “ a la cabeza de los tiempos ” las iniciativas de caridad surgidas del corazón de Don Orione. Últimamente, con ocasión de la visita de Benedicto XVI a la ciudad, el Cardenal Bagnasco ha presentado oficialmente el Abrazo de Don Orione , una estructura que se hace cargo de los recién nacidos, en espera de guarda o adopción.
La apertura estuvo a cargo de Don Flavio Peloso, séptimo sucesor del Santo de la Caridad que, en su intervención, ha insistido sobre la universalidad de la acción caritativa de Don Orione, no solo porque está difundida en Italia o en otras treinta y tres naciones, sino sobre todo porque es capaz de penetrar en cada estrato de la sociedad, también en un contexto secularizado como el nuestro. En efecto, la caridad de san Luis Orione ha interesado no solo a la Iglesia de su tiempo, o eventualmente del nuestro, sino que ha entrado también en las estructuras civiles, como ha sucedido con ocasión del terremoto calabro – siculo. Durante el cataclismo del 1908 - ha continuado don Flavio Peloso – Don Orione ha sensibilizado a los entes locales y nacionales hasta llegar a ser uno de los más estrechos colaboradores de la condesa Gabriella Spalletti, Presidenta del Patronato Reina Elena (una especie de anticipación de la actual Protección civil) en la orgnización de las ayudas a las víctimas del terremoto. Haciendo siempre referencia a San Luis Orione, Don Peloso ha recordado que la verdadera Linterna de Génova (y del mundo entero) no es el faro de la ciudad sino la caridad evangelizadora de la Iglesia capaz de hacer crecer a través del camino del amor las estructuras de servicio al pobre, al enfermo, al discapacitado…
Seguidamente tuvo lugar el testimonio de Mario Melazzini, médico afectado de esclerosis lateral amiotrófica que lo obliga, desde algunos años a estar sobre una silla de ruedas. Así podemos resumir su intervención: “ Vivir la enfermedad como una oportunidad, hacer del sufrimiento una fuerte experiencia, todo esto me permite afrontar la vida de una manera distinta. Antes de estar enfermo no tenía contacto conmigo mismo. Creía no tener necesidad de nada sin embargo estaba insatisfecho porque aún teniendo todo estaba siempre a la búsqueda de algo que no poseía. Ahora, sin embargo, conozco mis límites. Me he reconciliado conmigo mismo. Soy tres veces afortunado: como médico, como enfermo y como hombre ”. La enfermedad, junto con la profesionalidad - ha confiado el doctor Melazzini – “ me ha hecho particularmente sensible al sufrimiento de los otros, haciéndome entender que debo poner siempre a la persona en el primer lugar,por encima de las terapias y su eficacia ”.
La tarde ha finalizado con las conferencias del prof. Martin Mcafu Nkemnkia del Camerún, docente de las Pontificias Universidades Gregoriana y Lateranense y de sor Bernadette Sangma, indiana, experta en políticas de promoción de la mujer. El primer relator ha hablado sobre “ Experiencias dinámicas en el generar una cultura de la vida ” subrayando la intensa relación entre la espiritualidad orionina y la cultura/esperas del continente africano. Don Orione y sus instituciones, mientras defienden la vida, promueven la justicia que es una componente imprescindible de la vida misma. Sor Bernardette afrontó el tema de la “ Condición femenina y la vida naciente en las diferentes culturas: recursos y problemas ”. Partiendo desde la cultura bíblica con la presentación de algunos iconos de maternidad, la docente ha desarrollado el tema de la vida naciente sobre todo en la cultura indiana a la cual pertenece. La vida y el parto en muchas culturas indígenas son un evento en sintonía con el cosmos y con la tierra, además de ser un hecho que crea comunión. Pero esta armonía primordial esconde también hoy una elevada mortalidad porque en los Países en vías de desarrollo mueren en el parto más de 500.000 mujeres y más de 10.000.000 de niños no llegan a los 5 años de edad.
Se ha concluído esta jornada con la libre intervención de algunos participantes del congreso.
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SYMPOZJUM RODZINY ORIOŃSKIEJ
GENUA 20-22/06/2008
ŚWIATŁA WIARY I CYWILIZACJI
KOMUNIKAT 2
O godz. 15 dzisiejszego popołudnia rozpoczęło się Sympozjum międzynarodowe, które Zgromadzenie Księży Orionistów organizuje co 6 lat, poświęcając je tematom związanym z opieką i promocją ludzką. Sympozjum ma jako temat: Światła wiary i cywilizacji. Wspomaganie wątłego życia, jako wychowanie do cywilizacji miłości . I to właśnie Genua gości członków Sympozjum.
Organizatorzy wybrali stolicę Ligurii, ponieważ, po Tortonie, to właśnie ją można uznać za miasto św. Alojzego Orione, nie tylko dlatego, że Św. Orione co tydzień przyjeżdżał, by spotykać się z ubogimi i dobrodziejami, którzy wspomagali go w działalności, ale również i dlatego, że do dziś Genua jest twierdzą oriońskich dzieł miłosierdzia. Domy w dzielnicach takich, jak Paverano, Camaldoli i Castagna oferują opiekę nad około tysiącem chorych, przeważnie osobami starszymi i niepełnosprawnymi poprzez posługę, która wyraża się w sposób wybitny w dziedzinie socjalno-sanitarnej. Centrum pobytu dziennego dla ludzi z chorobą Alzheimera, Hostel Villa Canepa przeznaczony dla cudzoziemców spoza Unii Europejskiej i Hostel Madre della Tenerezza czynią dziś i stawiają „na czele czasów” inicjatywy czynnej miłości, które wzięły swój początek z seca Księdza Orione. Ostatnio, przy okazji odwiedzin miasta przez ojca świętego Benedykta XVI, kard. Bagnasco zaprezentował oficjalnie strukturę, która jest poświęcona opiece nad noworodkami w oczekiwaniu na powierzenie ich komuś bądź adopcję.
Prace zostały rozpoczęte przez ks. Flavio Peloso, siódmego następcy Świętego od dzieł miłosierdzia, który zaznaczył w swoim wystąpieniu powszechność dzieł miłosierdzia Księdza Orione, nie tylko z powodu ich rozpowszechnienia we Włoszech i w pozostałych trzydziestu trzech krajach, ale przede wszystkim dlatego, że były one zdolne przeniknąć do każdej warstwy społecznej, nawet w kontekście tak zsekularyzowanym, jak nasz. Faktycznie dzieła miłosierdzia św. Alojzego Orione zaangażowały nie tylko Kościół w tamtym czasie, lub ewentualnie w naszych czasach, ale weszły również i w struktury świeckie, jak to miało miejsce podczas trzesienia ziemi w Kalabrii. Podczas kataklizmu w 1908 r. – kontynuował ks. Flavio Peloso – Ks. Orione uwrażliwał organizacje lokalne i krajowe aż do tego stopnia, że stał się jednym z najbliższych współpracowników hrabiny Gabrieli Spaletti, przewodniczącej Ochronki królowej Heleny (pewien rodzaj prokursora Obrony Cywilnej) przy organizowaniu pomocy dla ofiar trzęsienia ziemi. Trzymając się cały czas św. Alojzego Orione, ks. Peloso przypomniał, że prawdziwą Latarnią w Genui (jak i na całym świecie) nie są światła miejskie, lecz dzieła miłosierdzia Kościoła, będące ewanglizacyjnymi i zdolnymi do dopomagania w budowaniu struktur służcych ubogim, chorym, niepełnosprawnym, na drodze praktykowania miłości.
Po wystąpieniu ks. Peloso miało miejsce świadectwo Mario Melazzini, lekarza dotkniętego sklerozą boczną z zanikiem mięsni, która już od kilku lat przykuła go wózka. Jego wystąpienie można zreasumować w następujący sposób: „ Przeżywać chorobę, jako dobrą okazję, by zamienić cierpenie na silne doświadczenie, wszystko to pozwala mi stawiać czoła życiu w inny sposób. Zanim zachorowałem, nie miałem kontaktu nawet z samym sobą. Byłem przekonany, że niczego nie potrzebowałem, a jednocześnie byłem niezadowolony, ponieważ pomimo, że posiadałem wszystko, cały czas szukałem czegoś, czego nie posiadałem. Teraz natomiast, znam już swoje ograniczenia. Pojednamłem się z samym sobą i zyskałem trzy skarby: jako lekarz, jako chory i jako człowiek. ” Choroba, razem z profesionalizmem, - zdradził doktor Melazzini – „ uczyniły mnie to szczególnie wrażliwym na cierpienie innych ludzi, dając mi do zrozymienia, że należy stawiać zawsze osobę przed terapią i przed skutecznością ”.
Popołudnie zakończyło się wystapieniami prof. Martin'a Macfu Nkemnkia z Kamerunu, wykładowcy z Universytetu papieskiego Gregoriańskiego i Lateranskiego oraz siostra Bernadette Sangma, hinduska, specjlaistka od polityki i promocji koobiet. Pierwszy konferencjonista mówił o „Doświadczeniach dynamicznych w tworzeniu kultury życia” podkreślając związek pomiędzy duchowością oriońską i kulturą/oczekiwań kontynentu afrykańskiego. Ksiądz Orione razem ze wszystkimi soimi instytutami broni życia, a jednocześnie promuje sprawiedliwość, która jest niezbywalną częścią samego życia. Siostra Bernardetta zmierzyła się z tematem: „ Uwarunkowania kobiece i rodzące się życie w różnych kulturach: rozwiącania i problemy . Wychodząc od kultury biblijnej, przedstawiającej niektóre postaci będące ikonami macierzyństwa, profesor rozwinęła temat rodzącego się życia, przede wszystkim w kulturze hinduskiej, z której się wywodzi. Życie i rodzenie w wielu kulturach tybylczych, są wydarzeniem będącym nie tylko czynnikiem budującym jedność, ale i elementem harmonii z kosmosem i ziemią. Ta pierwszorzędna harmonia kryje również i dzisiaj wysoki stopień smiertelności, ponieważ w krajach rozwiających się umiera podczas rodzenia ponad 500.000 kobiet i ponad 10.000.000 dzieci nie osiąga piątego roku życia.
Na zakończenie miało miejsce kilka wystąpień zainspirowanych omawianymi tematami.
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2 COMUNICADO
Às 15 horas desta tarde de 20 de junho de 2008, teve início o Congresso Internacional que a cada seis anos os Filhos da Divina Providência e as Pequenas Irmãs Missionárias da Caridade organizam sobre diversos temas ligados è assistência e à promoção da pessoa humana. O título do Congresso è: “Farol de fé e de civilização. A ajuda à vida debilitada como educaçao à civilização do amor” . A cidade que hospeda oa congressistas é Gênova.
Os organizadores escolheram esta grande cidade porque, depois de Tortona, esta pode ser considerada a cidade de São Luis Orione, não somente porque ele vinha aqui toda semana para visitar os pobres e os befeitores que o sustentavam em suas atividades, mas porque ainda hoje Gênova è uma fortaleza da caridade orionina. Os Institutos nos quarteirões de Paverano, Camaldoli e Castagna acolhem em torno a 1000 hóspedes, anciãos, anciãs, portadores de necessidades múltiplas, voltados por excelência ao campo sanitário. O Centro diurno para pessoas com Altzeimer , a Casa de acolhimento Villa Canepa para estrangeiros clandestinos, a casa de acolhimento Mãe de Ternura atualizam “ à frente dos tempos” as iniciativas de caridade surgidas do coração de Dom Orione. Ultimamente, por ocasião da visita de Bento XVI à cidade, o Cardeal Bagnasco apresentou oficialmente o Abraço de Dom Orione, uma estrutura que cuidará dos recém nascidos, que esperam quem cuide deles ou uma adoção.
Padre Flavio Peloso, sétimo sucessor do fundador, iniciou os trabalhos insistindo sobre a universalidade da ação caritativa de Dom Orione, não somente porque foi difundida na Itália e em tantas outras nações, mas sobretudo porque capaz de penetrar em cada nível da sociedade inclusive em um constexto secularizado como o nosso. De fato a caridade de São Luís Orione foi de interesse nao só da Igreja do seu tempo, e eventualmente do nosso, mas entrou nas estruturas civis, como aconteceu por ocasião do terremoto de Calabria e Messina. Durante a tragédia de 1908 – continuou Padre Flavio Peloso – Dom Orione sensibilizou as entidades locais e nacionais, tornado-se um dos mais próximos colaboradores da condessa Gabriella Spalletti, Presidente do Padronato Regina Elena (previa de uma certa forma a atual Proteção civil) ao organizar o socorro necessário aos terremotados. Referindo-se sempre a São Luís Orione, Padre Flavio recordou que o verdadeiro Farol de Gênova (e do mundo inteiro) nao é o farol da cidade, mas a caridade evangelizadora expressa pelos tantos institutos orionitas, capazes de fazer crescer através da via do amor as estruturas de serviço ao pobre, ao doente, ao portador de necessidade múltipla...
Em seguida à colocação de Padre Flavio Peloso, teve lugar um testemunho de Mario Melazzini, médico portador de uma esclerose lateral amiotrófica, que o faz estar já por alguns anos na cadeira de rodas. Assim podemos sintetizar a sua participação: “ Viver a doença como uma oportunidade, fazer do sofrimento uma fortíssima experiência, tudo isso permite de enfrentar a vida de uma forma diferente. Antes de adoecer não tinha contato comigo mesmo. Acreditava que não tinha necessidade de nada, mas ao invés era insatisfeito porque mesmo tendo tudo estava sempre procurando agluma coisa que eu não possuía. Agora, ao contrário, conheço os meus limites. Me reconciliei comigo mesmo. Posso dizer que tenho três fortunas: como médico, como doente e como homem ”. A doença, juntamente com a profissão – revelou o doutor Melazzini – “ me fez compreender a importância de colocar a pessoa à frente das terapias e da sua eficácia”.
No final da tarde teve a colocação do prof. Martin Mcafu Nkemnkia do Camarão, docente na Pontifícia Universidade Gregoriana e Lateranense e de irmã Bernadette Sangma, indiana, especializada em políticas de promoções da mulher. O primeiro interlocutor falou sobre “ Experiências dinâmicas ao gerar uma cultura de vida ” realçando a relação entre a espiritualidade orionina e a cultura/esperada pelo continente africano. Dom Orione e as suas instituições, enquanto defendem a vida, promovam a justiça que é um componente imprenscindível da vida . Ir. Bernardette falou sobre a “ Condição femminina e vida nascente nas diferentes culturas: soluções e problemas”. Partindo da cultura bíblica com a apresentação de alguns ícones de maternidade, a docente desenvolveu o tema sobre a vida nascente sobretudo na cultura indiana à qual pertence. A vida e o parto em muitas culturas indígenas são um evento em sintonia com o cosmos e com a terra, e assim sendo cria comunhão. Mas esta harmonia primordial esconde também hoje uma elevada mortalidade, pois nos Países subdesenvolvidos morrem de parto mais de 500.000 mulheres e mais de 10 milhões de crianças não atingem os 5 anos de idade.
Festa do Papa de 2008
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