
San Luigi Orione aveva i quattro grandi amori che l'hanno sempre ispirato nella sua vita: Gesù, Maria, Papa e Anime. Diceva di Gesù che "egli solo la fonte viva di fede e di carità che può ristorare e rinnovare l'uomo e la società" (Scritti 8, 209).
Di Maria diceva che noi la "veneriamo e proclamiamo quale Madre nostra e celeste Fondatrice della Piccola Opera" (Lettere I, 408; II, 17, 351). Invece "il Papa il Vicario di Gesù Cristo nostro Dio e Redentore, il 'dolce Cristo in terra', come lo chiamò Santa Caterina da Siena; la nostra guida sicura, il nostro Maestro infallibile, il vero nostro Padre" (Scritti 20, 96; Lettere I, 249).
Proclamando "Anime e Anime! - diceva - Ecco tutta la nostra vita; ecco il nostro grido, il nostro programma, tutta la nostra anima, tutto il nostro cuore" (Lettere I, 250; cfr. Sui passi, p. 253-254; 265-267).
Questi valori ispiratori spingevano Don Orione a "vivere e diffondere la conoscenza e l'amore di Gesù Cristo, della Chiesa e del Papa, specialmente nel popolo e tra i poveri più lontani da Dio e più abbandonati" (cfr. i testi autografi di San Luigi Orione riportati in Sui passi di Don Orione, 295-298), affinchè ogni persona possa trovare la propria dignità e la libertà dei figli di Dio. Per San Luigi Orione, l'amore a Gesù si esprimeva in un enorme amore caritatevole e attivo agli umili e ai poveri, al fine di portarli all'unione col Papa e con la Chiesa, per "Instaurare omnia in Cristo".
Come conseguenza di un incondizionato amore di Dio, San Luigi Orione ha coltivato un profondo rispetto per la persona umana: "servire negli uomini il Figlio dell'Uomo" (Nel nome della Divina Provvidenza, p.141). Si occupava dell'educazione alla carità universale, con attenzione ai "poveri più poveri": "fare del bene a tutti, fare del bene sempre, del male mai a nessuno" (Nel nome, p.108; Scritti 61, 170; 46, 116; 62, 99c). Diffondeva anche un senso profondo di appartenenza alla Chiesa e al Papa: "nessuno ci vinca nell'amare con tutte le nostre forze il Papa e la Chiesa, nessuno ci vinca nell'amore, nella devozione, nella generosità verso la Madre Chiesa e il Papa" (Lettere I, 96-97; cfr. Sui passi, p.207-220). Vedeva anche bisogno di un impegno ecumenico: "è proprio del nostro Istituto di coadiuvare, nella sua piccolezza, l'azione della Divina Provvidenza nel condurre le anime e le umane istituzioni a prendere posto nella Santa Chiesa consacrandosi con ogni studio e sacrificio di carità, ad ottenere l'unione delle Chiese separate" (Scritti 52, 10; 112, 41). E in tutta la sua vita ha sempre avuto un'enorme fiducia nella Divina Provvidenza, che lo portava a vivere lo spirito di povertt: "La perfetta letizia non puu essere che nella perfetta dedizione di ss a Dio e agli uomini" (Sui passi di Don Orione, p. 136). Molto impegno richiedeva molti sforzi, spesso in condizioni difficili in cui si abbandonava totalmente in Dio e nella sua Provvidenza. In tutta la sua devozione Don Orione vedeva anche un ruolo per i santi, tra cui in particolare per la Madonna, per la quale serbava una speciale devozione: "A Gesù, al Santo Padre e alle Anime per la Madonna" (Scritti 103, 112). L'ispirazione che Don Orione ha ricevuto da Dio, l'ha spinto a cercare prima una santità personale e poi a diffonderla nel mondo. Diceva infatti che occorreva "prima rinnovare noi in Cristo, per poi rinnovare gli altri" (Lettere II, 56). Ed era convinto che questo si doveva fare attraverso una formazione umana, spirituale, dottrinale, missionaria e carismatica. Questa ultima ispirazione ha sbocciato in un senso di dovere-volere fondare una congregazione religiosa. I valori ispiratori ricevuti da Dio hanno cominciato ad esprimersi in un carisma. Una constatazione che emerge piuttosto evidente dalla lettura degli inizi dell'attività di Don Orione che la sua esperienza carismatica (carisma di fondazione) fu del tutto congiunta e contemporanea alla coscienza di dovere-volere condividerla con dei discepoli, di dovere-volere fondare una congregazione (carisma di fondatore). Carisma "di fondazione" e "di fondatore" furono congiunti. Ricordiamo che dopo quella famosa pagina del "Oggi, 21 maggio, non sono più del mondo" testimonianza immediata e personale della "novità spirituale" avvenuta in lui al termine degli esercizi spirituali del 1890 (a 18 anni!), nell'estate seguente raduna un gruppo di "discepoli" a Pontecurone al motto "Anime, Anime!".
Rientrato in seminario manifesta lui uno scatto di santità da tutti osservato e da non pochi seguito. "In un venerdì di quaresima, ai piedi del Crocifisso che grida Sitio egli più volte disse che "è nata la Congregazione" - e siamo nel 1892 quando cominciava a radunare i primi ragazzi. Il 3 luglio successivo, fonda un Oratorio che non solo una attività particolare, ma un progetto ampio: "Impossessarsi del cuore e dell'affetto del popolo ed illuminare la gioventù: ed effondere in tutti la grande idea della redenzione cattolica col Papa e pel Papa... Anime! Anime!" (5 agosto 1892). Il 15 ottobre 1893, apre il primo collegio a San Bernardino di Tortona e lo chiama Piccola Casa della Divina Provvidenza. Il 13 aprile 1895, il Vescovo Bandi ordina Luigi Orione sacerdote (compirr 23 anni il 23 giugno!) e, nello stesso giorno, veste dell'abito clericale sei suoi "ragazzi". Insomma, Don Luigi Orione mette su Famiglia molto precocemente. E' fondatore non perchè condotto dai fatti, ma perchè ne aveva chiara coscienza ed esplicita volontà in risposta a una superiore Volontà. Abbiamo visto come nel trasmettere chiaro e integro il carisma fin dall'inizio ("mediante le opere della carità, unire al Papa e alla Chiesa per Instaurare omnia in Christo") formò e identificò la Piccola Opera della Divina Providenza attraverso scelte e simboli concreti. Abbiamo parlato del nome e del progetto di fondazione come Famiglia di famiglie (sacerdoti, suore, laici, contemplativi, ecc.), del motto "Instaurare omnia in Christo", dell'ideogramma GPA/M (Gesù Papa Anime / Maria), della bandiera.
(dagli studi di Don Flavio Peloso)
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