Si è concluso con l’invio missionario di Paulin Preka, orionino albanese, e di Suor Maria Silvina, PSMC argentina, il convegno missionario della Famiglia orionina che ha tenuto occupati per tre giorni i circa 100 rappresentanti delle due Congregazioni religiose, del MLO e dell’ISO sul tema “Tutti in missione. Come il Padre ha mandato me così anch’io mando voi”.
Nella vita delle due Congregazioni FDP e PSMC, questo convegno ha avuto un obiettivo eminentemente pratico: informare, fare discernimento e dare indicazioni per attuare le decisioni dei rispettivi Capitoli generali e per elaborare linee e proposte per il progetto missionario del prossimo sessennio. Soddisfazione per il buon esito del Convegno è stata espressa nelle osservazioni conclusive dei due Superiori generali.
Il convegno era iniziato con la Messa presieduta da Mons. João Brás de Aviz, Prefetto della Congregazione per gli Istituti di Vita Consacrata, nella domenica del 20 settembre, festa di Cristo Re e festa della Madre della Divina Provvidenza.
Il lunedì 21 mattino, il convegno è entrato nel vivo, presieduto dai consiglieri generali suor Maria Noemi Guzzi è Don Joao Inacio de Assis.
È seguita la relazione del superiore generale Don Flavio Peloso sul tema “Tutti in missione. La famiglia Orionina tra nuova evangelizzazione e missio ad gentes”. “Il Capitolo 13° ha dato come parola d’ordine la “corresponsabilità” nei nuovi sviluppi della Congregazione (CG12 143-144)”, ha osservato Don Flavio. “Slancio, consolidamento, corresponsabilità: evidentemente sono dinamismi diversi e convergenti dell’impegno missionario della Congregazione. La corresponsabilità è ancor più indispensabile oggi, in un tempo di riduzione numerica di religiosi onde evitare di ridurre al minimo sia lo slancio e sia il consolidamento missionario”. Parlando del mandato missionario di Don Orione e della Congregazione, ha fatto notare che “L’impegno missionario di Don Orione e della congregazione si realizzò sempre nella sofferta e salutare tensione tra “consolidamento dell’esistente” e “nuove aperture”. Tale tensione fu impersonata paradigmaticamente nei due santi fratelli e padri della Congregazione: Don Orione e Don Sterpi. Anche oggi, la tensione tra slancio e consolidamento non va risolta ma mantenuta viva e alta e ciò è possibile solo nell’equilibrio che si raggiunge mediante la comunione fraterna e il condiviso zelo apostolico. Sono i due passi di chi cammina nella storia”. Dopo gli accenni di storia e attualità missionaria della Congregazione ha presentato otto prospettive nell’elaborare le linee del nuovo progetto missionario del sessennio.
Nella prima parte “illuminativa” del Convegno è intervenuto anche il Vicario Generale dei Salesiani, Don Adriano Bregolin, sul tema “La corresponsabilità per la missio ad gentes: esperienza e modalità della Congregazione salesiana”. Ha detto che nel linguaggio e nella prassi salesiana si sta sostituendo il concetto di “opera” salesiana con quello di “presenza” salesiana. "La presenza fa riferimento al carisma specifico di un Istituto che si rende presente mediante l’opera concreta, visibile, riconoscibile. Non è scontato che un’opera religiosa per il fatto stesso di esistere, renda presente il carisma, né che la vitalità del carisma si misuri dal permanere delle opere. A volte, le opere, come certe stelle morte, a volte continuano a brillare anche quando si è spenta la l’energia luminosa, il carisma. È la presenza vitale del carisma che bisogna alimentare attraverso la vita delle persone singole, della vita comunitaria, del tono religioso, della relazione evangelizzatrice nel il territorio e certo con l’espressione delle opere".
Il convegno è poi entrato nel suo sviluppo specifico mediante la valutazione del sessennio trascorso, l’ascolto dei missionari, la elaborazione delle linee del B>nuovo progetto missionario di ciascuna Congregazione con una parte comune riguardante l’intera Famiglia orionina, compresi i laici.
Nella Messa di del mercoledì 23 sera, c’è stato l’invio missionario di due religiosi: Paulin che parte per il Mozambico e Suor Maria Silvina che parte la Costa d’Avorio. A loro sono stati consegnati il Crocifisso, il Vangelo e la candela accesa al Cero pasquale. "La robustezza di una pianta - ha deto nelle brevi parole Don Peloso - sta nelle radici profonde, nel tronco robusto, nei rami vigorosi, ma rallegra vedere i teneri germogli e le piccole foglioline che spuntano. Sono i segni più sicuri della vitalità della pianta. Così ci rallegriamo tutti noi, pianta orionina, per questi due germogli missionari". Nel mattino della stessa giornata un altro giovane cierico, Yazan Dababneh, della Giordania, è partito per l'Argentina e per Barranqueras.
D.C. |