
La parrocchia "Sacra Famiglia di Nazareth" di Kayao in Burkina Faso è una parrocchia di prima evangelizzazione creata il 13 gennaio 2019 dal cardinale Philippe Ouedraogo, Arcivescovo di Ouagadougou e affidata alla Congregazione. Si trova a più di sessanta km dalla capitale, in una zona rurale che ben rappresenta quella periferia esistenziale che brulica di una varietà molto ampia di povertà.
Fin dal loro arrivo i sacerdoti dell’Opera Don Orione, nonostante le scarse risorse, si sono adoperati per trovare modi e mezzi per aiutare le persone e per sopperire, in qualche modo e per quanto possibile, ai tanti bisogni.
Come spiegano i religiosi della comunità di Kayao alcune delle emergenze che si trovano a dover fronteggiare scaturiscono da un retaggio culturale che persiste in questo territorio e che è difficile da contrastare, come nel caso delle donne anziane accusate di stregoneria e delle vedove.
«In Burkina Faso, e più precisamente nella nostra regione - riferiscono i sacerdoti orionini -, la questione della stregoneria è diventata piuttosto preoccupante. Non passa un mese senza che una donna anziana venga indicizzata o accusata di essere una strega e di essere all'origine della morte di un parente. A causa di questa calunnia queste vecchiette vengono spogliate di ogni bene e cacciate dai loro villaggi, spesso a frustate. Così iniziano a vagare verso mete sconosciute, alla ricerca di un rifugio, sperando di raggiungere un qualche villaggio. Durante le notti trovano riparo sotto gli alberi, che diventano il loro giaciglio o, se va bene, in capanne abbandonate. Devono mendicare per sopravvivere, oppure durante la stagione delle piogge si nutrono delle foglie di certi alberi commestibili. Un vero calvario per queste vecchiette che perdono la voglia di vivere. Per aiutare queste donne abbiamo pensato che fosse utile cercare un posto dove si potessero sentire accolte e al sicuro. Così nella località di Tim Tim, siamo riusciti a costruire delle case appositamente per loro che ad oggi ospitano una decina di donne anziane. Noi andiamo a trovarle qualche volta per cercare di tirarle su di morale, ma la grande preoccupazione restano i mezzi finanziari per permettere loro una vita migliore».
«Un’altra categoria di donne che si trova in grande difficoltà è quelle delle vedove, presenti in numero elevato nella nostra parrocchia – raccontano ancora i religiosi -. Infatti, nostro territorio parrocchiale che comprende 24 comunità, conta più di 400 vedove. Questa drammatica situazione può essere spiegata da molte ragioni: sociali, economiche, tradizionali, ecc. Ma queste donne non hanno alcun sostegno e sono abbandonate a loro stesse con a volte da sei a dieci figli a carico. Da qui la difficoltà di poter nutrire questi bambini, di fornire loro il necessario per andare a scuola e soprattutto le cure mediche. Essendo la nostra una carità creativa, facciamo incontri di formazione e di ascolto con lo scopo di sanare in loro alcune ferite morali, e fornire loro qualche piccolo sostegno. C'è la volontà di andare avanti, ma anche in questo caso, ci affidiamo ancora molto alla Provvidenza per proseguire questa missione».
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