
Erano le 17.09 minuti, di oggi 28 febbraio 2013, quando Papa Benedetto XVI ha sorvolato il cielo sopra il terrazzo della Curia generale dell'opera Don Orione a Roma.
Sul terrazzo erano accorsi tutti i confratelli della Curia per un ultimo saluto ancora al caro e santo Papa, dopo la manifestazione di affetto in Piazza San Pietro, ieri 27 febbraio.
L'elicottero è passato a bassa quota, quasi da poter "indovinare" la figura del Papa.
Le campane della nostra parrocchia di Ognissanti hanno cominciato a suonare a distesa, i chierici hanno sventolato le bandiere orionine, e mani di tutti erano alzate nel saluto, gli occhi umidi: Grazie Benedetto XVI. Avrà dato uno sguardo in giù il Papa?
Giunto a Castel Gandolfo, Benedetto XVI ha rivolto le sue ultimissime parole da Papa ai fedeli che l'aspettavano.
Grazie! Grazie a voi!
Cari amici, sono felice di essere con voi, circondato dalla bellezza del creato e dalla vostra simpatia che mi fa molto bene. Grazie per la vostra amicizia, il vostro affetto. Voi sapete che questo mio giorno è diverso da quelli precedenti; non sono più Sommo Pontefice della Chiesa cattolica: fino alle otto di sera lo sarò ancora, poi non più. Sono semplicemente un pellegrino che inizia l’ultima tappa del suo pellegrinaggio in questa terra. Ma vorrei ancora, con il mio cuore, con il mio amore, con la mia preghiera, con la mia riflessione, con tutte le mie forze interiori, lavorare per il bene comune e il bene della Chiesa e dell’umanità. E mi sento molto appoggiato dalla vostra simpatia. Andiamo avanti insieme con il Signore per il bene della Chiesa e del mondo. Grazie, vi imparto adesso con tutto il cuore la mia Benedizione.
Ci benedica Dio onnipotente, Padre e Figlio e Spirito Santo. Grazie, buona notte! Grazie a voi tutti!
In questo pomeriggio del 28 febbraio la comunità della Curia ha tenuto il suo ritiro spirituale con l'ora di adorazione dedicata al ricordo e alla preghiera per Papa Benedetto XVI.
La preghiera è iniziata con la lettura dagli Atti degli Apostoli con il commiato dell'apostolo Paolo dai cristiani di Efeso: "Ho servito il Signore con tutta umiltà, tra le lacrime e tra le prove... Sapete come non mi sono mai sottratto a ciò che poteva essere utile... per condurre a termine la mia corsa e il servizio che mi fu affidato dal Signore Gesù, di rendere testimonianza al messaggio della grazia di Dio" (At 20, 17-36).
L'adorazione è terminata con Matteo 16: "Tu sei pietro e su questa Pietra edificherò la mia Chiesa". A commento, il Superiore generale ha riproposto un passaggio del discorso di Benedetto XVI agli Orionini durante la festa del Papa del 28 agosto 2005.
"Ho poc’anzi ascoltato con viva attenzione le parole di san Luigi Orione. Egli parla con vibrante affetto della persona del Papa, riconoscendone il ruolo non solo in seno alla Chiesa ma anche al servizio dell’intera famiglia umana.
“Tu sei Pietro e su questa pietra edificherò la mia Chiesa” (Mt 16,18). Con queste parole Gesù si rivolge a Pietro dopo la sua professione di fede. È lo stesso discepolo che poi lo rinnegherà. Perché allora viene definito “roccia”? Non certo per la sua personale solidità. “Roccia” è piuttosto nomen officii: cioè titolo non di merito, ma di servizio, che definisce una chiamata e un incarico di origine divina, cui nessuno è abilitato semplicemente in virtù del proprio carattere e delle proprie forze. Pietro, che titubante affonda nelle acque del Lago di Tiberiade, diventa la roccia su cui il divin Maestro poggia la sua Chiesa.
È questa la fede che voi volete riaffermare rinnovando la vostra adesione al Successore di Pietro. Il Papa vi è grato per le vostre preghiere – e ne ha bisogno –; è grato per il vostro affetto e vi esprime apprezzamento per le tante imprese di bene che in Italia e nel mondo andate svolgendo con spirito ecclesiale". (leggi il discorso in 6 lingue)
GRAZIE, BENEDETTO XVI!
DFP
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